6. Prova sul campo


Dopo aver discusso di materiali, design ed elettronica, vediamo come si comportano alla prova dei fatti queste due soluzioni Ozone, partendo proprio dalla Strike Battle Spectra.

Tutto quello che possiamo dire circa le prestazioni si riassume in due aspetti, gli switch ed il modo con il quale sono gestiti.

L'uso di determinati switch meccanici rende particolarmente prevedibile il comportamento della tastiera da parte di chi già conosce ed ha usato gli stessi anche su un modello dal layout o dalle funzioni extra molto diverse e, per questo, rende ancora più facile per noi la spiegazione.

Per chi ancora non fosse riuscito a mettere le mani su una tastiera meccanica, partiamo col precisare che a livello di feedback c'è un enorme differenza tra gli switch delle comuni tastiere (detti rubberdome - membrana) e quelli usati in questa Strike Battle Spectra.

La corsa del tasto sui Cherry MX Red (e derivati RGB Red come questi) è lineare, ovvero senza alcun feedback avvertibile all'attivazione dello stesso, che peraltro è posizionato a 2mm (su 4 di corsa totali), mentre è a fondo corsa per i rubber-dome combinati con membrane.

Questa notevole differenza è alla base di un altrettanto diverso comportamento sotto ogni aspetto, dal gioco alla scrittura.


Ozone Strike Battle Spectra & Neon M50 6. Prova sul campo 1 


La Strike Battle Spectra è estremamente veloce nel tradurre la pressione in input al gioco offrendo un'elevata reattività del tasto, vantaggio decisamente avvertibile negli FPS.

Di contro, alcuni giudicano il Red poco adatto alla scrittura e per quanto ciò sia opinabile (alcuni riescono ad usare i Red generalmente senza problemi), i tasti rubber-dome e Cherry MX Brown/Blue risultano spesso più adatti in questo ambito, pertanto consigliamo, prima di procedere all'acquisto, di informarsi correttamente sulle tecnologie esistenti.

Ad anni dalla "riscoperta" della tecnologia meccanica (solo 10 anni fa questo tipo di tastiere in campo gaming si contavano sulle dita di una mano), pensiamo che in molti abbiamo già avuto modo di provarne almeno una, anche solo per comprendere le capacità di questa Strike Battle Spectra.

Ovviamente il tasto non è tutto: ad esso si deve aggiungere una gestione affidabile, spesso sintetizzata nel termine Key-Rollover o più semplicemente Rollover.

La definizione è alquanto semplice, si tratta del numero di tasti qualunque attivabili contemporaneamente senza ottenere errori di input o (input mancanti) e descrive la capacità della tastiera di non soccombere alle situazioni di gioco più impegnative.

Generalmente un numero pari a 6 è sufficiente, ma la Strike Battle Spectra dispone di un Key-Rollover su tutti i tasti che è garanzia di elevate prestazioni sempre, anche scrivendo a due mani.


Ozone Strike Battle Spectra & Neon M50 6. Prova sul campo 2


Nessuna sorpresa che si sia rivelata, quindi, una tastiera alla stregua dei migliori modelli oggi disponibili, anche insieme al Neon M50 parte di questa recensione combinata, un mouse che abbiamo provato a lungo in vari giochi FPS e MOBA, oltre che per alcune ore in Destiny 2 grazie al periodo di beta aperta conclusosi da pochissimo.

Utilizzando un'ergonomia più che collaudata, il Neon M50 è stato semplice da inquadrare come la Strike Battle Spectra, segno evidente di una certa standardizzazione del settore che, sensori e switch a parte, ha ampiamente raggiunto il suo limite.

In questi ultimi anni, dopo vari tentativi di cercare soluzioni alternative (con risultati a volte pessimi), c'è un generale ritorno alle soluzioni "vecchia scuola" sia lato tecnico, con la rinascita commerciale dei sensori ottici (peraltro mai stati inferiori ai laser) e l'uso appunto di forme ergonomiche tradizionali aggiustate per l'una o l'altra presa.

Il Neon M50 è un esempio tipico di ciò ed abbiamo trovato le sue forme per destri particolarmente efficaci e comode, principalmente per palm ma senza in realtà disdegnare il resto, nonché abbastanza maneggevole dato il peso di 115g.

Sotto il cofano, poi, abbiamo un'elettronica basta sul buon PMW 3310, un sensore ottico da 5000 DPI massimi, implementato senza particolari difetti riscontrati e con una buona stabilità del polling rate (per quanto non la più stabile, ma è una considerazione sulla base di rilevazioni software che non ha effetti tangibili in gioco).

Un impatto reale lo ha però la stranissima idea di disporre sul fondo del mouse uno switch per passare da una coppia all'altra di valori DPI utilizzabili: questa è una scelta davvero strana, anche perché molti altri mouse moderni consentono di usare quattro diversi valori senza alcun problema.


Ozone Strike Battle Spectra & Neon M50 6. Prova sul campo 3 


Non possiamo affermare che ciò abbia un impatto negativo sull'usabilità del mouse, dato che in molti comunque non hanno bisogno di più di due profili, ma perché negarsi tale possibilità?