1. Principi di funzionamento

 

Per poter elaborare la profondità di una scena il cervello deve ricevere dagli occhi due immagini distinte della stessa inquadratura distanziate di alcuni centimetri.

La nostra rete neurale consente naturalmente questa condizione, ma deve essere in qualche modo forzata quando si guarda un'immagine a due dimensioni su uno schermo.

Il principio di funzionamento su cui si basano tutti i sistemi stereoscopici è quello di fornire ad ogni occhio una immagine diversa a partire da una scena  bidimensionale, filtrando in qualche modo l’immagine originale in due distinte o oscurando alternativamente gli occhi al cambio delle stesse.

La prima tecnologia è quella più utilizzata in ambito cinematografico ed amatoriale dove, per mezzo di semplici occhiali a lenti polarizzate o anaglifiche, ogni occhio può vedere solo l’immagine mostrata con lo stesso filtro.

Le lenti polarizzate possono essere sia a polarizzazione orizzontale/verticale che a polarizzazione circolare; l’indubbio vantaggio delle seconde è che non è necessario restare perfettamente perpendicolari rispetto allo schermo ed è la tecnologia utilizzata dagli occhiali RealD distribuiti nella maggior parte dei cinema italiani.

La stereoscopia con occhiali attivi si è diffusa soprattutto in ambito domestico ed è la tecnologia su cui NVIDIA ha fatto affidamento per 3D Vision 2.


ASUS VG278H 120Hz e NVIDIA 3D Vision 2 1. Principi di funzionamento 1

 

Sullo schermo vengono proiettati alternativamente 60 frame al secondo per ogni occhio, garantendo così una visione fluida delle immagini.

Per ottenere questa velocità di aggiornamento è necessario utilizzare un monitor ad almeno 120Hz predisposto per la proiezione di immagini 3D.

Le lenti degli occhialini attivi si oscurano alternativamente alla stessa frequenza dello schermo, lasciando visibile per 1/120 di secondo ad ogni occhio l’immagine ad esso dedicata.

La velocità di “aggiornamento” della retina umana è molto più bassa di 1/120 di secondo (circa 1/30 di secondo) e soffre di un fenomeno chiamato “persistenza”, ovvero l’immagine resta impressionata su di essa per un tempo più lungo, consentendo durante l’oscuramento di un occhio di inviare un'immagine anche all’altro come se fossero inviate in contemporanea.

Per poter sincronizzare la frequenza dello schermo con quella degli occhiali è necessaria una comunicazione tra i due dispositivi, normalmente ottenuta con un sistema all’infrarosso (come i telecomandi delle TV), oppure con un più sofisticato sistema Wireless.

Una delle maggiori problematiche di questa tecnologia è la possibilità che la frequenza di aggiornamento vada fuori sincronia, oppure che interferenze esterne disturbino il ricevitori degli occhiali, facendo sfarfallare le lenti e creando un certo senso di fastidio durante l’utilizzo.