2. Visto da vicino


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Come detto, l'Endgame Gear XM1r eredita dai modelli precedenti un design già ben collaudato e amato da tantissimi videogiocatori.


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La forma, simmetrica ma con pulsanti laterali solo a sinistra, ricorda molto quella del famoso Sensei di Steelseries, non a caso il designer è proprio lo stesso, con delle differenze però sostanziali.


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Il modello XM1 è caratterizzato infatti da un restringimento piuttosto marcato nella parte centrale, che porta la larghezza alla presa, di circa 56mm, ad essere piuttosto contenuta se comparata con le dimensioni complessive e, soprattutto, la gobba è maggiormente spostata verso il retro.

In altre parole, si può dire che il team di Endgame Gear abbia dato vita ad una fusione tra il Sensei e la serie S di Zowie ed il risultato finale è una forma universalmente riconosciuta da moltissimi appassionati come quella ideale, in particolare per quei giocatori che prediligono una presa ad artiglio.

La zona "voluminosa" posteriore del mouse fornisce il giusto supporto per il palmo della mano, mentre il profilo slim della porzione centrale, unitamente a quello estremamente basso dei pulsanti principali, permettono di muoverlo con estremo controllo e precisione.

Con i sui circa 122mm di lunghezza, ad ogni modo, può essere definito un mouse di taglia media e, chiaramente, può essere una buona soluzione anche per gli utenti Fingertip Grip.


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Per quanto riguarda la qualità costruttiva, va detto che l'Endgame Gear XM1 è stato in pratica il primo mouse gaming ultraleggero a non adottare un design a nido d'ape.

Fin dalla prima versione, infatti, il team tedesco è stato in grado di realizzate una periferica estremamente robusta e dal peso di soli 70 grammi senza ricorrere ad una scocca forata.

Come accennato nella nostra introduzione, il nuovo XM1r è disponibile in quattro varianti differenti di cui la Dark Frost arrivata in redazione, con la sua struttura traslucida che fa intravedere in minima parte l'interno, è senza dubbio quella più originale in quanto caratterizzata da una superficie traslucida e piuttosto liscia al tatto, ma che offre, al tempo stesso, un ottimo grip.


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Tra le novità principali introdotte da quest'ultima iterazione c'è il nuovo sensore ottico PixArt PMW3370, che prende il posto del PMW3389.

Sebbene, come già detto in altre occasione, la maggior parte dei mouse gaming odierni adotti sensori ottici così detti "flawless" (ovvero impeccabili) e sia difficile notare all'atto pratico differenze tangibili tra l'uno e l'altro, in questo caso siamo comunque al cospetto di una delle migliori soluzioni che il mercato possa attualmente offrire, parliamo infatti di un sensore che ha fatto la sua comparsa solo pochi mesi fa con il Mountain Makalu 67 e rappresenta il modello di punta di casa PixArt.

Come specifiche riportiamo una risoluzione massima di 19.000 DPI, una velocità di tracciamento che arriva sino a 400 IPS e un'accelerazione di 50G.


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La base del mouse accoglie cinque mouse feet di colore bianco in PTFE dallo spessore piuttosto consistente, ma è predisposta per ospitare, alternativamente, gli altri due forniti in dotazione che coprono una superficie più ampia.

Già dalla primissima edizione, l'Endgame Gear XM1 si era rivelato un mouse davvero interessante, con un piccola pecca però, ovvero il cavo, una soluzione con rivestimento in gomma decisamente old style considerata non adeguata per un prodotto che aveva delle ambizioni importanti.

Consapevole del problema, ad inizio 2020 il team tedesco ha effettuato il primo refresh del suo gioiellino dotandolo del Flex Cord, uno dei migliori cavi paracord in assoluto che si possa trovare di serie su un mouse gaming ultraleggero.


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Quello che colpisce del Flex Cord è l'estrema cedevolezza, ritenuta da alcuni, pochi a dire il vero, addirittura eccessiva, motivo per cui l'azienda tedesca ha pensato di dare vita al Flex Cord 2.0, una versione leggermente più spessa e "rigida" della precedente.


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Una delle chicche che porta con sé l'Endgame Gear XM1r è rappresentata senza dubbio dai due pulsanti principali, che nascondono al loro interno dei microswitch meccanici Kailh GM 8.0, selezionati e testati per garantire una forza di attuazione di 55-60gf e garantiti per ben 80 milioni di click.

Inoltre Endgame Gear, al fine di ridurre al minimo tempi di risposta e possibilità double-clicking, ha brevettato una particolare tecnologia analogica che differisce dal debouncing digitale convenzionale, in merito alla quale trovate un breve spiegazione a questo link, direttamente attraverso le parole di uno degli sviluppatori.

Al momento non è disponibile alcun software dedicato per il nuovo XM1r, anche se lo sarà con ogni probabilità a stretto giro di posta e, dunque, le possibilità di personalizzazione sono affidate per ora unicamente al pulsante presente alla base che permette di cambiare polling rate e DPI come segue:

  • semplice pressione - passaggio tra i quattro livelli di DPI predefiniti, ovvero 400 (LED blue), 800 (LED verde) 1600, (LED giallo) 3200 (LED rosso);
  • pressione prolungata - cambio di polling rate con tre step a disposizione, ovvero 125 (LED destro spento), 500 (LED sinistro spento), 1000Hz (entrambi LED accesi).


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LED di stato a parte, tutte le versioni di XM1r sono sprovviste di illuminazione RGB, ma siamo convinti che per la maggior parte del pubblico a cui si rivolge questo mouse ciò non costituisca una grave mancanza, anzi ... per un player competitivo è senza dubbio meglio una periferica più leggera che illuminata!