Alla fine del '700, il chimico e fisico inglese John Dalton, noto più che altro come teorico della fisica atomica, dette la prima definizione scientifica del daltonismo, malattia genetica da cui egli stesso era affetto e che prende appunto il suo nome. Nello specifico, Dalton aveva una deuteranopia, una distrofia dei coni (cellule retiniche sensibili ai tre colori primari dello spettro visibile R, G, B) che gli impediva quindi la visione completa della gamma cromatica compromettendo in particolare la sua sensibilità al colore verde.


EIZO S2411W, sensibilità tecnologica 6. Ergonomia 2: software UniColor Pro 1 

Nella ricostruzione è chiaro lo schema dei fotorecettori, di quelle cellule cioè sensibili alla luce ed a particolari lunghezze d'onda che formano il cosiddetto spettro visibile. I coni sono preposti a ricevere i tre colori primari R,G,B, mentre i bastoncelli, insensibili al colore, sono invece specializzati nella percezione di luce a bassa intensità e consentono una visione accettabile anche di notte o al crepuscolo.


I tipi di cecità ai colori

Quella che potrebbe essere considerata come una rara evenienza, in realtà è una problematica più frequente di quanto non si pensi: in Europa e Stati Uniti si stima che le persone affette genericamente da daltonismo siano una su 12 per i maschi ed una su 200 per le femmine; milioni di individui quindi la cui malattia è doppiamente subdola innanzitutto poiché assolutamente impossibile da percepire da parte di terzi ed in secondo luogo perché fortemente limitante rispetto alle nuove tecnologie, internet in primis .

Protanopia (atrofia dei fotorecettori sensibili al rosso) e deuteranopia (atrofia dei fotorecettori sensibili al verde) sono le forme più comuni ma esistono individui affetti tritanopia (atrofia dei fotorecettori sensibili al blu) e da acromatopsia che è la forma più grave e rara (una persona su 33.000) e comporta la totale cecità al colore accompagnata ad una particolare sensibilità alla luce tanto che per coloro che ne sono colpiti il momento migliore della giornata è costituito dall'alba, vista l'illuminazione più tenue.


La risposta EIZO

Sono passati circa duecento anni dal primo enunciato sul daltonismo ma come affronta, soprattutto in un periodo in cui il rispetto di web-standard sempre più restrittivi sta diventando un must per gli operatori del settore, la tecnologia moderna una problematica simile?

Innanzitutto con la divulgazione di informazioni utili: l'S2411W è accompagnato da un'interessantissima guida al CUD che è l'acronimo di Color Universal Design e che, seppure in lingua inglese, fornisce una chiara introduzione sia al daltonismo sia all'influenza relativa ai campi di applicazione, meno scontati di quanto non si immagini. Questi ultimi coinvolgono ampiamente il settore pubblico (segnaletica, comunicazione, etc...) e qualificano invece quelle aziende private che nel proprio work-flow inseriscono controlli sulla percezione del colore (progettazione di siti per le amministrazioni, manualistica, giornali, magazine e quant'altro).

Uno strumento, per essere potente, deve soprattutto essere efficace e produttivo: in questo modo chi ha la fortuna di dotarsene aumenta di fatto il proprio standard qualitativo di lavoro ed offre all'esterno un servizio maggiormente qualificato rispetto alla concorrenza.


Il software UniColor Pro

Lo strumento al quale ci riferiamo è rappresentato dal software EIZO UniColor Pro , in dotazione al FlexScan S2411W, il quale consente di cambiare on-the-fly i parametri di visualizzazione del colore simulando i profili per protanopia e deuteranopia agendo sulla Color Look-Up Table interna al monitor, in tempo reale anche durante la riproduzione di un filmato.

La sensibilità dimostrata da EIZO nel considerare il delicato aspetto del daltonismo e la bontà dell'implementazione all'interno dell'S2411W, confermano la grande serietà del produttore; per parte nostra, ci auguriamo che anche altri seguano lo stesso esempio.

A quest'ultimo augurio aggiungiamo un po' di vis polemica tirando in ballo il tema della sicurezza sulle strade, tanto discussa in questi ultimi tempi, facendo notare come un “banale” semaforo utilizzi colori “fuori portata” per una persona su dieci (se maschio) e non venga affatto considerato un sistema di segnalazione integrato alternativo.



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Per poter sfruttare tutte le possibilità offerte dal software UniColor Pro , è necessario collegare lo schermo al computer tramite la porta USB situata sul retro del pannello: una volta riconosciuto il monitor, viene attivata l'icona del programma, in esecuzione automatica.


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Per accedere al pannello di controllo, è sufficiente cliccare due volte sull'icona nella barra principale di Windows: è possibile definire delle short-cut da tastiera per richiamare le tre modalità (normale, protanopia, deuteranopia); viene inoltre visualizzato un pannello flottante, sempre in primo piano, dal quale è possibile cambiarle direttamente.


Per capire meglio la differenza tra una normale percezione dei colori e uno stato alterato da daltonismo, abbiamo preparato, utilizzando nostro materiale, alcuni esempi che speriamo possano servire a sensibilizzare soprattutto coloro i quali lavorano nello stimolante mondo della grafica e del web-design.


Le immagini animate sottostanti passano attraverso tre stati: normale , protanopia , deuteranopia ; la simulazione delle gamme cromatiche è eseguita da UniColor Pro e dall'S2411W, in tempo reale.

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