6. Prova sul campo
Conclusi i test in laboratorio, è tempo di spostarsi sul campo di gioco per "toccare con mano" punti di forza e debolezze del pannello montato sul ROG Swift PG32UQ.
Di seguito le specifiche tecniche della piattaforma di test utilizzata per l'analisi di questo nuovo monitor.
Componenti | Piattaforma di test |
Processore | AMD Ryzen 7 5800X |
Scheda Madre | ASUS ROG Crosshair VIII Dark Hero |
Scheda Video | ASUS ROG STRIX GeForce RTX 3080 Ti OC |
RAM | CORSAIR Dominator Platinum RGB 3600MHz 32GB |
SSD | CORSAIR MP600 PRO 1TB |
HDD | Seagate Barracuda 4TB 7200 RPM |
Alimentatore | CORSAIR HX1000i |
S.O. | Windows 11 Pro 64 bit 21H2 |
Driver installati | NVIDIA GeForce 497.09 WHQL |
Per la prova sul campo abbiamo scelto Kena: Bridge of Spirits, un titolo recentissimo caratterizzato da scene ricche di dettagli e panorami mozzafiato.
Nonostante lo stile grafico semplice, il gioco riesce a creare ambienti spettacolari quando giocato in 4K a dettagli massimi.
Come da aspettativa, le potenzialità cromatiche del pannello sono illimitate; grazie all'ampia copertura della gamma DCI-P3 è possibile personalizzare l'esperienza visiva a proprio piacimento aumentando saturazione e contrasto o rimanendo su tonalità più naturali, il tutto mantenendo sempre colorazioni accurate e prive di ogni tipo di sbavatura.
Il PG32UQ, nello specifico, si comporta in maniera egregia sia in ambienti "sgargianti" che in scenari più cupi dove la riproduzione in scala di grigio gioca un ruolo chiave.
Rimanendo all'interno dello spettro gaming SDR, la proposta ROG offre una delle migliori esperienze all'interno del parco titoli di avventura single player, considerando comunque che, se spinto al massimo, il picco di luminosità sostenuta da noi registrata si attesta sui 412 lumen.
Seppur questo prodotto non miri in maniera specifica al pubblico HDR, è doveroso spendere due parole a riguardo, vista la certificazione VESA HDR600.
Se da un lato, dunque, il picco di luminosità in tale modalità si attesti sui 605 cd/m², le 16 "dimming zone" risultano del tutto insufficienti, generando aberrazioni cromatiche e disparità sgradite all'interno della cornice, motivo per cui ne sconsigliamo l'utilizzo.
Ci spostiamo, ora, in ambito eSport per sondare i confini di utilizzo del ROG Swift PG32UQ ritornando su League of Legends.
Come già scritto nella recensione dell'AORUS FI32, nonostante sia molto semplice ottenere un framerate elevato all'interno del titolo in questione, la reale criticità tecnica riguarda le latenze che, per un occhio allenato, possono fare la differenza tra vittoria e sconfitta.
Non è una sorpresa scoprire che i primi quattro livelli di Overdrive risultino dunque inadeguati e per tale motivo, li saltiamo e passiamo direttamente ai due livelli più promettenti.
Partendo proprio dall'Overdrive Livello 4, l'esperienza di gioco risulta nel complesso piacevole, nonostante sia lontana dalla fluidità offerta da altri pannelli.
Nello specifico giocano un ruolo d'impatto le transizioni troppo lente per rientrare all'interno della finestra teorica dei 7ms, che si concretizzano in fenomeni di motion clarity lievemente inferiore; non sono presenti, comunque, aberrazioni cromatiche, corona o inverse ghosting.
In ogni caso, dopo qualche partita l'occhio si abitua e si riesce a giocare in tutta tranquillità .
Scenario differente per l'ultimo livello di Overdrive, come anticipato dal Test UFO, dove la distorsione d'immagine è tale da rendere del tutto inutilizzabile il monitor.
Sfortunatamente non siamo stati in grado di provare la modalità overclock a 155Hz, in quanto non sembri funzionare correttamente sul nostro sample ma, in ogni caso, non ne compromette in alcun modo l'utilizzo regolare.
Concludendo la parte dedicata all'esperienza di gioco, ci spostiamo in ambito produttività dove il ROG PG32UQ trova la perfetta combinazione tra risoluzione, densità di pixel e color grading, risultando in una delle migliori proposte gaming per utilizzo professionale.
All'interno del contesto di mercato e considerato il prezzo di 999€, le prestazioni offerte post calibrazione sono tutto sommato comparabili con la controparte ProArt entry level, disponibile a qualche centinaio di euro in più.
Nello specifico, abbiamo fatto un utilizzo a 360 gradi del monitor su una scrivania con profondità di 75cm, mantenendo una distanza dallo schermo di circa 50cm senza alcuna difficoltà .
L'occhio non ha problemi a raggiungere gli angoli del monitor, che risultano sempre uniformemente evidenziati grazie alla tipologia di retroilluminazione scelta.
Citiamo, in conclusione, che per la combinazione di densità di pixel e refresh il monitor inevitabilmente scalderà abbastanza anche se, fortunatamente, non integra un sistema di dissipazione attivo con la rumorosità che ne consegue.
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In alto potete osservare una galleria di fotografie reali del monitor, realizzate con alcuni scenari particolarmente rilevanti dove è possibile notare la nitidezza dei dettagli, la profondità dei colori ed il bilanciamento tra chiaro e scuro.