5. Prova sul campo


ASUS ROG Chakram 5. Prova sul campo 1 


È giunto quindi il momento di testare il ROG Chakram al fine di valutarne la qualità, l'ergonomia e l'efficacia in gioco.


ASUS ROG Chakram 5. Prova sul campo 2 


Considerate le generosi dimensioni, il Chakram risulta adatto per quei giocatori destrorsi che prediligono prese di tipo Palm o Fingertip.

Il design semplice, che differisce molto dall'altro top di gamma ROG, lo Spatha, offre una comoda base d'appoggio per il palmo e per il pollice, mentre la plastica utilizzata, di ottima qualità, non fa sudare la mano e, soprattutto, sembra essere molto resistente all'usura.

Gli switch OMRON D2FC-F principali, con forza di attuazione di soli 0.74n e contatti in lega di argento, sono indicati per coloro che sono alla ricerca di un buon compromesso tra velocità e controllo e che preferiscono mandare a segno tutti i proiettili del caricatore anziché sprecarne con raffiche incontrollate.

Gli switch aggiuntivi, ovvero degli OMRON 2DF-01, sono dotati di contatti in lega d'oro e compensano un pistoncino leggermente più alto con una forza d'attuazione raddoppiata, di 1.47n, risultando, all'atto pratico, leggermente più duri dei precedenti.

I due pulsanti laterali di sinistra, morbidi alla pressione, ma con netto feedback sia tattile che sonoro, sono facilmente raggiungibili, mentre la rotella offre una buona scorrevolezza e la sua pressione, per l'attivazione del pulsante centrale, è ben calibrata.

Il joystick è pensato soprattutto per coloro che hanno mani particolarmente grandi e gode di un'ottima reattività, risultando inoltre facilmente gestibile anche per svariate ore senza provocare indolenzimento al pollice.

La tecnologia wireless ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, tant'è che, anche a diversi metri di distanza, è impossibile notare cali di prestazione o sostanziali differenze nel tracciamento rispetto all'utilizzo cablato, tuttavia la durata della batteria ci riporta con i piedi per terra e ci ricorda che la strada da compiere è ancora lunga.

Un'autonomia di circa 79 ore in modalità WiFi e 101 ore in Bluetooth con LED rigorosamente spenti non fa gridare certamente al miracolo, ma è in linea con quanto attualmente offre il mercato e, per fortuna, la ricarica tramite cavo è molto rapida e permette di arrivare a circa 12 ore di gioco in soli 15 minuti.


ASUS ROG Chakram 5. Prova sul campo 3 


Ottime le prestazioni con il tappetino Baltheus Qi se collegato ad un alimentatore da 5V e 2A; è bastato riporre il mouse sulla base di ricarica per poco meno di 90 minuti per passare da zero al 100% di carica.

Per i test in ambito videoludico abbiamo optato per due titoli che potessero mettere alla prova tutte le funzionalità del Chakram, ovvero uno sparatutto frenetico come DOOM Eternal, dove la pressione del tasto giusto al momento giusto può fare la differenza, ed un simulatore "arcade" e frentico come Ace Combat 7.


ASUS ROG Chakram 5. Prova sul campo 4


Nel primo caso abbiamo impostato il joystick in modalità digitale, il che ci ha permesso di aver a portata di dito anche le funzioni avanzate come il cambio della modalità di fuoco, le armi a spalla, la motosega e la Lama del Crogiolo.


ASUS ROG Chakram 5. Prova sul campo 5


Nel secondo caso, la modalità analogica ha reso totalmente diversa l'esperienza di volo, consentendo di pilotare il nostro caccia con una precisione avvicinabile a quella che potrebbe offrire un joystick dedicato, solitamente difficile da reperire e molto costoso.

Per quanto concerne la produttività, invece, abbiamo utilizzato il mouse con la suite Adobe, andando ad impostare funzioni che potessero facilitare la gestione della "time line" in Premiere e After Effects o che facilitassero l'editing delle immagini in Photoshop.

In questo caso, la necessità di dover alzare il mouse per poter effettuare il cambio del profilo per i DPI si sarebbe rivelata decisamente scomoda ma, per fortuna, il software ASUS Armoury II ci ha permesso di impostare tale funzione direttamente sul joystick.