Negli ultimi 18 mesi abbiamo assistito ad un evolversi del mercato SSD decisamente frenetico, fin da subito però si sono creati diversi dibattiti legati alle reali prestazioni di questi supporti.

Il primo motivo di discussione è nato in seguito alla possibile adozione di chip NAND Flash SLC o MLC, in seguito nonostante sia stata più volte riconosciuta la superiorità dei chip NAND SLC, la quasi totalità dei produttori ha concentrato le proprie risorse nel settore NAND MLC. Come potete immaginare la scelta è stata necessaria per contenere i costi dei supporti e per aumentarne la capacità.


Escludendo quindi tutta la serie di costosi (seppur validissimi) SLC, ci concentriamo oggi sulle piacevoli e spiacevoli alternative che ci ha riservato il mercato.


Cercando di seguire un ordine il più possibile cronologico, andiamo ad elencare quali sono stati i vari “Flop” che hanno caratterizzato i primi mesi di vita di questa nuova tecnologia:


  • Il primo controller che ha equipaggiato la maggior parte delle unità SSD di fascia Consumer è stato nella quasi totalità dei prodotti il Jmicron JMF602 . E' stato il primo controller a promettere numeri veramente interessanti (170mb/s read 135mb/s write) suscitando negli utenti l'interesse ad un possibile passaggio alla tecnologia SSD. Purtroppo è trascorso poco tempo prima che in rete circolassero i primi test degli utenti che mostravano come questo prodotto fosse in grado di buone prestazioni nei benchmark sequenziali e pessimi risultati nei test random, soprattutto in scrittura.

    I successivi aggiornamenti firmware e la revision B del controller non è servita purtroppo a risolvere il problema.

    Da ultimo gli SSD equipaggiati con questo controller sono gli unici che hanno evidenziato alte temperature di esercizio.

  • Successivamente Intel ha immesso sul mercato una serie di prodotti basati su un controller proprietario e NAND Flash MLC, queste ultime costruite in collaborazione con Micron.

    Il prodotto è stato battezzato come X25-M ed andava ad affiancare il modello X25-E (quest'ultimo dotato di nand SLC).

    L'SSD si e' posto da subito come soluzione vincente soprattutto per l'elevato numero di IOPS che era in grado di elaborare, merito questo del controller dotato di 10 canali e di 32mb di cache.

    Ma anche in questo caso, non sono tardate molto le lamentele da parte degli utenti che evidenziavano un vistoso degrado prestazionale dopo aver misurato il numero di IOPS su pattern di piccole dimensioni. Il supporto infatti, oltre a non garantire velocità straordinarie in scrittura (si parla di 80mb/s), peggiorava ulteriormente le prestazioni se riempito o se stressato con benchmark come Iometer. In confronto a supporti basati su controller Jmicron rimaneva comunque la migliore scelta, ma l'elevata differenza di costo e il comportamento non perfettamente lineare ha frenato sicuramente la corsa al suo acquisto.

    Successivamente Intel ha rilasciato un aggiornamento firmware che ha risolto in maniera quasi completa, sia i problemi legati al riempimento del SSD che quelli inerenti allo stress da random test.

  • A far vacillare il primo posto largamente riconosciuto ad Intel subentrò Indilinx, Brand praticamente sconosciuto che ha fatto parlare di se molto bene grazie ad OCZ. Quest'ultima dopo molteplici e al contempo inutili tentativi di spingere prodotti basati su controller JMF602B ha lanciato la linea Vertex, cuore di quest'ultimo SSD è stato proprio il controller Indilinx Barefoot .

    Attualmente questo sistema ha indubbiamente il miglior rapporto prezzo/qualità ma anche Indilinx, in prima battuta, ha proposto un prodotto con alcuni difetti.

    Le prime versioni di SSD basate su questo controller mostravano scarse prestazioni sia in scrittura sequenziale che in scrittura casuale, questo “imprevisto” come di consueto scatenò le lamentele degli utenti che, aspettandosi i valori dichiarati e non riusciendo ad ottenerli, hanno spinto il produttore a lavorare sul firmware fino a raggiungere dei livelli prestazionali veramente eccellenti.

    Da notare anche che con le ultime versioni di firmware uscite, oltre ad aver raggiunto ottime prestazioni, è possibile sfruttare alcune funzioni avanzate come il “Trim” che permettono di recuperare le prestazioni iniziali del SSD senza bisogno di cancellarlo completamente.

  • Ad una settimana dal nostro primo approccio con l'ultimo controller SSD presente sul mercato il Samsung S3C29RBB01 ci troviamo, come nelle altre occasioni, di fronte ad un prodotto di recente fabbricazione e descritto come un controller rivoluzionario che non mantiene le premesse.

    Se testato, andando a verificare i punti deboli precedentemente descritti, che hanno caratterizzato in quasi la totalità delle “nuove uscite”, riscontriamo purtroppo dei comportamenti tutt'altro che positivi.


Nelle prossime pagine un' analisi prestazionale approfondita, chiarirà i risultati non perfettamente allineati dei test sui supporti basati su controller Samsung.