Dicevamo relativamente alla eccellente costruzione in metallo del 75/1.8 Zuiko che oltre ad essere molto solida è anche perfettamente bilanciata grazie ad un peso di circa 300 grammi ben distribuito in soli 69 millimetri di lunghezza: in pratica, il piccolo tele entra comodamente nel palmo di una mano.
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Attaccato al corpo macchina della Olympus OM-D E-M5, dotato di battery grip HLD-6 aggiuntivo, il 75mm restituisce un feeling di perfetto equilibrio tra le masse, con il polso della mano destra che non si trova mai a dover giocare per compensare i minimi spostamenti.
Dopo averlo utilizzato sulla E-M5 con questa configurazione, ci sentiamo di raccomandarla come quella ideale e più confortevole: smontando l'impugnatura verticale infatti l'inerzia del corpo macchina non è più tale da contrastare efficacemente la massa del 75mm.
Il tocco sull'anello di messa a fuoco, nel caso in cui si utilizzi la macchina in modalità MF oppure S-AF+MF, è preciso; la zigrinatura inoltre lo rende facilmente individuabile al tatto; non si sente la necessità di un rivestimento in gomma.
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Accoppiato poi ad una mirrorless molto più piccola e leggera come la nuova E-PM2, il baricentro si sposta completamente in avanti rendendo necessaria la classica impugnatura reflex a due mani.
Durante l'utilizzo sul campo, il 75mm non ha mai mancato, neppure a TA* (F1.8), di centrare, velocemente, il soggetto: in condizioni di luce comprese tra l'ideale e l'accettabile, il suo comportamento è stato esemplare, tanto a lunga che media e breve distanza.
Quando invece la luce si abbassa al punto di avere un'illuminazione equiparabile a quella di una abat-jour in una stanza, allora viene fuori qualche incertezza in più nel mettere a fuoco ma questo riguarda più che altro i tempi per farlo, non la precisione di aggancio.
Ciò che stupisce sempre, ad ogni scatto, è la quantità di dettaglio che questo obiettivo è in grado di spremere dall'imager CMOS da 16Mpixel della Olympus OM-D E-M5: in una parola, impressionante.
Essere o non essere. Per parlare della stabilizzazione, non c'è niente di meglio che ricorrere a Shakespeare e per un buon motivo: Olympus ha deciso di affidarsi al sistema in-body (e quello della E-M5 a 5 assi è mostruosamente efficace) però il problema sorge quando il 75mm, 150mm equiv., lo si usa ad es. su una Panasonic GH2 o futura GH3, camere nelle quali questo sistema non è presente.
Nei fatti, la versatilità d'uso del 75/1.8 può cambiare sensibilmente poiché, sin quando si opera con tempi di scatto accettabilmente rapidi, non si presentano particolari problemi che emergono però quando le "luci si abbassano": per sfruttare pienamente questa ottica, un corpo Olympus è una scelta raccomandabile.
(*), Tutta Apertura.