2. Visto da vicino

 

L’apertura della cover di un SSD ne fa decadere immediatamente la garanzia; vi sconsigliamo quindi di procedere in tal senso anche perché all’interno non vi è alcun componente manutenibile da parte dell’utente.

 

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Rimosse le quattro viti che bloccano il coperchio posteriore si accede direttamente al PCB dell’SSD.

A differenza della maggior parte dei prodotti concorrenti, la rimozione del circuito stampato dalla sua sede non richiede l’uso di alcun attrezzo poichè sono le stesse viti della cover a bloccarlo in posizione su apposite boccole.

Il design della parte frontale del PCB è estremamente pulito: sulla sinistra è visibile il controller SandForce SF-2281VB1, mentre sulla destra sono presenti otto dei sedici moduli NAND di produzione Intel, installati nell’SSD-F1.

La parte posteriore è decisamente più affollata di componenti data anche la presenza della sezione di alimentazione dell’unità.

 

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Il controller SandForce SF-2281VB1 è tra i più evoluti in commercio ed include numerose tecnologie atte a migliorare le prestazioni, l’affidabilità e la sicurezza dei dati.

Il processore integrato elabora tutte le informazioni prima che queste vengano scritte sulle memorie NAND, cercando di comprimerle al fine di ridurre la quantità di dati da memorizzare fisicamente nell’SSD.

Questa caratteristica garantisce prestazioni estremamente elevate nei dati che possono essere compressi ma, come vedremo nei test, impatta sulla velocità di gestione dei dati incomprimibili.

Sotto il profilo dell’affidabilità, SandForce ha integrato sia il supporto al comando TRIM che il Garbage Collector, strumenti che consentono di ripristinare la velocità di scrittura dell’unità anche dopo un utilizzo intenso.

Queste tecnologie sono necessarie al fine di mantenere costanti nel tempo le prestazioni, basti pensare che ogni volta che andiamo a scrivere una informazione su una cella NAND, questa deve essere preventivamente azzerata per ospitare i nuovi dati; ovviamente, quando l’unità è nuova tutte le celle sono vuote e possono essere scritte alla massima velocità ma, man mano che il disco si riempie, queste non sono più disponibili e a meno che non vengano cancellate preventivamente.

Gli IC utilizzati da Zalman sono di produzione Intel, modello 29F64G08AAME1, in grado di operare in modalità sincrona così da garantire performance migliori, in particolare in presenza di dati incomprimibili, rispetto alle NAND asincrone che equipaggiano molti drive concorrenti.

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