2. Visto da vicino - Parte prima
Il Razer DeathAdder V3 Pro sfoggia un design pesantemente rivisto in molteplici punti, ma senza snaturarne troppo l'iconica forma dei precedenti modelli.
Si tratta sempre di un mouse per destrorsi, ma numerose sono state le modifiche apportate alla struttura come l'allungamento di quest'ultima (di 1mm) e l'ispessimento della zona dorsale (di circa 1,3mm).
Il produttore californiano ha inoltre deciso di limare gli angoli superiori, da sempre sporgenti, a favore di una forma più affusolata e di abbandonare la scocca superiore "unibody" dividendo, in questo modo, la porzione dei pulsanti principali per agevolarne la pressione in ogni punto.
Come accaduto per il Viper V2 Pro, su questo modello è assente l'illuminazione LED RGB, per garantirne un buon grado di autonomia e ridurne al minimo il peso.
In corrispondenza della rotellina trova posto un LED di stato che segnalerà l'effettiva accensione del mouse e indicherà lo stato della ricarica quando collegato con il cavo.
Anche le dimensioni, come anticipato, hanno subito variazioni, parliamo di 128x68x44mm rispetto ai 127x70x42,7mm del modello precedente (DeathAdder V2 Pro).
Il peso, che ricordiamo essere di appena 64 grammi, è stato ottenuto grazie all'alleggerimento delle plastiche e alla rimozione delle parti ritenute "superflue".
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I profili laterali evidenziano ulteriormente l'incremento della curva del dorso per favorire la presa Palm.
Nettamente visibile anche la nuova rotellina di scroll, decisamente più grande di quelle viste sui precedenti modelli.
Oltre al lavoro di alleggerimento svolto sulle plastiche, Razer è stata "costretta" ad abbandonare il rivestimento gommato laterale per il medesimo motivo.
Sulla base di contatto troviamo il tasto per l'accensione (pressione prolungata) e la variazione dei DPI (pressione singola).
La base non prevede LED e non dispone dei contatti elettrici per la ricarica sulla Razer Mouse Dock, non compatibile con questo modello.
Anche i pad in PTFE sono stati ridotti al minimo sia per quanto concerne spessore che dimensioni.
Il sensore è il nuovo Focus Pro 30K, dotato di una risoluzione massima di ben 30.000 DPI oltre che, ovviamente, di una regolazione di precisione con step pari ad una singola unità.
Gli interruttori utilizzati per i pulsanti principali del DeathAdder V3 Pro sono i Razer Optical Switch di terza generazione, ulteriormente migliorati per raggiungere una durata di 90 milioni di click, il 25% in più della precedente generazione.
Gli switch tradizionali inviano segnali elettrici attraverso un contatto metallico creando un effetto rimbalzo residuale che fa partire segnali multipli e, per far sì che sia registrato solo un unico click, viene utilizzato un ritardo nel debounce che causa, però, tempi di risposta più lenti.
Ma con gli switch ottici di Razer non è necessario alcun tipo di contatto per inviare il segnale ...
Utilizzando un raggio a infrarossi che passa attraverso un otturatore per far scattare un segnale elettrico sul computer, gli switch rispondono istantaneamente ad ogni tipo di pressione delle dita, facendo in modo che qualsiasi azione sia eseguita secondo le intenzioni del giocatore.
L'assenza di un contatto fisico per l'attuazione garantisce inoltre un ciclo di vita più lungo che, per la terza generazione, si aggira sui 90 milioni di click.