In un mercato che si sta sempre più spostando verso soluzioni mobile, dove i tablet e gli smartphone la fanno da padrone, la competizione tra AMD ed Intel non si combatte più solo sotto il profilo delle pure prestazioni computazionali ma, soprattutto, sulle funzionalità e le caratteristiche aggiuntive che le rispettive CPU possono fornire agli utenti che sono ancora legati ai tradizionali PC Desktop.

Oggi la maggior parte delle CPU in commercio, ad eccezione di pochi modelli dedicati ai sistemi server di fascia alta, integrano al loro interno una moderna GPU completa di una unità dedicata all'accelerazione video in alta definizione e con supporto alle più recenti librerie DirectX e OpenCL.

L'acquisizione di ATI da parte di AMD è stato il primo passo verso la convergenza tra le CPU e le GPU, portando ad ingenti investimenti nell'ambito delle Accelerated Processing Unit (APU) e spingendo la concorrente Intel a percorrere una strada analoga.


AMD


Tre sono le generazioni di APU che si sono susseguite dal 2011 ad oggi, "Llano" (socket FM1), "Trinity" (socket FM2) e, infine, "Richland" (socket FM2).

Con il lancio delle APU codename "Richland", AMD aggiorna la propria offerta per socket FM2 con frequenze operative maggiori sia per il comparto CPU, che per quello GPU, introducendo, inoltre, il supporto ufficiale alle memorie DDR3 a 2133MHz per la versione A10-6800K.

L'attuale offerta di APU AMD si declina in svariati modelli, equipaggiati con due o quattro core x86-64bit e con una GPU Radeon caratterizzata da un numero variabile di Stream Processors.

Nel corso di questa recensione confronteremo le prestazioni delle nuove APU A10-6800K e A10-6700 con le omologhe della passata generazione, codename "Trinity", A10-5800K e A10-5700.

Buona lettura!