Neanche Terminator salva il CeBIT!
Arnold Schwarzennegger ha inaugurato la fiera di Hannover a capo di una delegazione di aziende californiane; ma sorriso smagliante e ottimismo hollywoodiano non sono stati sufficienti a mascherare un’edizione da dimenticare. I numeri ufficiali parlano chiaro: calo di presenze tra espositori e visitatori attorno al 20% rispetto al 2008, padiglioni chiusi e spazi espositivi riempiti con fiori e panchine.
Il CeBIT nato nel 1995 come la fiera del settore più importante d’Europa vantava 750.000 visitatori e oltre 6100 espositori all’anno fino ai primi anni del nuovo millennio. Negli ultimi anni le presenze tra i capannoni del centro fieristico si erano già contratte, ma quest’anno l’uragano della recessione globale ha visto il numero degli espositori ridursi drasticamente a 4300 e quello dei visitatori a 400.000.
Previsioni per il futuro? Difficili da fare. Alcuni analisti annunciano visioni catastrofiche che vedrebbero il CeBIT percorrere una parabola discendente come lo SMAU di Milano, altri pervasi da un più sano ottimismo pensano che passata la crisi non si potrà che ricrescere nei numeri. Quello che un po’ tutti gli addetti ai lavori pensano e non vogliono dire è che i tempi sono cambiati e non si comunica più come dieci o vent’anni fa. La tecnologia oggi ci permette di veicolare le novità attraverso internet 365 giorni l’anno e farle recapitare comodamente nel nostro PC senza bisogno di impegnare ingenti capitali per ritrovarsi una volta l’anno sotto un capannone nel freddo nord della Germania.
Hanno collaborato alla stesura di questo articolo: Andrea Dell'Amico (foto e testi), Gennaro Caracciolo (foto e testi), Federico Palma (conclusioni).