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Con l'avvento in primavera delle nuove CPU Ivy Bridge di Intel e le APU Trinity di AMD, in grado di gestire le DDR3 a frequenze anche di 3000MHz, si comincia a guardare al futuro delle memorie per far sì che con l'uscita delle prossime generazioni di processori, le stesse non rischino di diventare un collo di bottiglia per le future piattaforme.
Bisogna anche ricordare che il ciclo di vita delle DDR3 è stato ben più longevo rispetto alle precedenti DDR1 e DDR2 che si sono avvicendate dopo solo quattro anni.
Le DDR3, infatti, sono state immesse sul mercato circa cinque anni fa con l'introduzione del chipset Bearlake ad opera di Intel e, a quanto sembra, dovrebbero tenere botta per almeno altri due anni, in primo luogo perchè le attuali CPU, comprese quelle in uscita, sono ancora legate a questo tipo di architettura e, in secondo luogo, perchè grazie al miglioramento del processo produttivo dei chip, che hanno permesso il raggiungimento di frequenze di esercizio sempre più alte nonchè l'abbassamento delle latenze, l'attuale banda passante restituita è ancora sufficiente, considerato anche che piattaforme come X79 sono in grado di gestire le memorie in modalità quad channel.
Ad ogni modo, le nuove DDR4 sono all'orizzonte, pronte per essere montate sulle piattaforme che arriveranno sul mercato nei prossimi due anni.
Le certificazioni iniziali da parte di JEDEC saranno DDR4-2667 e DDR4-3200 per arrivare, dopo poco più di un anno, a DDR4-4000 e DDR4-4200 con un Cas Latency pari a 15 o anche inferiore.
Ovviamente cambierà la densità dei chip, che subirà un netto incremento, e la tensioni di alimentazioni che saranno di partenza pari a 1.2V per poi migrare verso lo standard DDR4L ad 1.05V.
Come successo per le prime DDR3 immesse sul mercato, nonostante la grande ampiezza di banda teorica, le latenze iniziali delle DDR4 potrebbero essere troppo alte per competere, in termini velocistici, con le versioni più performanti della precedente generazione di RAM, gap che sarà sicuramente colmato in brevissimo tempo.
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