2. Visto da vicino
Rispetto ai suoi predecessori, il RevoDrive 350 ha sicuramente un appeal diverso grazie alla presenza del dissipatore che, ricoprendo interamente il lato anteriore del PCB, gli conferisce un look decisamente più accattivante.
Anche la staffa di fissaggio contribuisce a migliorarne il design grazie alla presenza di un considerevole numero di fori atti ad incrementare l'areazione della componentistica.
Il dissipatore è interamente realizzato in alluminio pressofuso con finitura satinata ed è dotato di alcune alette poste in corrispondenza di quello che, presumibilmente, è il componente più caldo dell'unità .
Molto bello l'inserto in alluminio lucidato a specchio, sul quale sono incisi il logo, il nome del prodotto e le varie certificazioni.
A differenza di quella superiore, la parte inferiore della scheda è totalmente priva di protezione e mette in bella vista il PCB di colore verde e tutta la componentistica prevista su questo lato.
Il layout è abbastanza ordinato e prevede i sedici chip di NAND Flash e i quattro controller SandForce concentrati nella parte superiore del PCB con una disposizione che, stranamente per OCZ, rispetta una certa simmetria.
Sulla parte inferiore del PCB, oltre alla componentistica secondaria rigorosamente di tipo SMD miniaturizzata, troviamo anche tre etichette riportanti una serie di codici a barre, il serial number, part. number e la revisione del CPLD.
Per coloro che amano curiosare sulla componentistica utilizzata, la buona notizia è che il dissipatore si può rimuovere con una certa facilità visto che è bloccato tramite quattro viti e non prevede alcun sigillo di garanzia.
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La rimozione del dissipatore mette a nudo il lato superiore del PCB dove troviamo gli ulteriori sedici chip di NAND Flash Toshiba distribuiti nella parte alta, la sezione di alimentazione in prossimità del pettine PCIe ed il controller RAID in basso a destra.
Quest'ultimo, come potete osservare, si interfaccia al dissipatore tramite un pad termico che contribuisce a smaltire in maniera più efficace il calore prodotto.
La presenza di ben cinque controller (quattro SandForce SF2282V1 ed un OCZ ICT-0262) richiede una sezione di alimentazione piuttosto robusta che, in questo caso, è gestita da un regolatore di tensione programmabile Lattice ispPAC-POWR1220AT8 e prevede tre convertitori DC-DC Enpirion EN6300.