Inside Look:
Dopo aver rimosso le 4 viti che assicurano il fondo del SSD alla struttura , abbiamo accesso al pcb. Quest'ultimo è fissato tramite un pad termico alla parte superiore. Il pad ha un'altezza 3,5mm e permette di dissipare il calore prodotto da tutti gli elementi del PCB in modo molto efficiente. |
Il PCB di colore blu mette in evidenza le otto celle Nand Flash MLC da 16 Gbyte, disposte a “elle” rispetto al controller. A differenza dei dischi di prima generazione, il nuovo ssd Kingston necessita della metà delle celle, semplificandone la costruzione con la riduzione del numero totale degli elementi installati. |
La soluzione tecnica adottata da Kingston, per la gestione di questa unità, si basa su un controller single-chip prodotto Toshiba: il modello in questione è siglato TU6G1XBG. Il processore si occupa di tutta la logica di funzionamento del disco mediante un sistema di interleaving multi canale per le funzioni di de-multiplexing e multiplexing verso le celle di memoria. L'interfaccia di collegamento si basa sul protocollo di trasmissione Sata 2.6 (3.0Gbps) con una velocità di lettura e scrittura massima dichiarata di 230MBps e 180MBps. |
Il controller è accoppiato ad una grande cache Micron Low Power DDR SDRAM 9LA17-D9HS a 166Mhz CL3 della capacità di 128 Mbyte. I chip NAND 3Bit Multi Level Cell di seconda generazione sono prodotti sempre da Toshiba con tecnologia 43nm e una densità pari a 16GByte per chip. |
Grazie alle soluzioni tecniche adottate, Kingston dichiara un MTBF ”Mean time between failures” o tempo medio prima di un guasto di 1,0 milioni di ore, raggiungendo e superando in alcuni casi la stessa vita utile di un tradizionale disco fisso con testina magnetica.