8. Test Endurance Copy Test
Introduzione
Dopo aver analizzato il drive in prova, simulandone il riempimento e torturandolo con diverse sessioni di test ad accesso casuale, lo stato delle celle NAND è nelle peggiori condizioni possibili, e sono esattamente queste le condizioni in cui potrebbe essere il nostro SSD dopo un periodo di intenso lavoro.
Il tipo di test che andremo ad effettuare sfrutta le caratteristiche del Nexthardware SSD Test che abbiamo descritto precedentemente.
La prova si divide in due fasi:
1. Used: l'unità è stata già utilizzata e riempita interamente durante i test precedenti, vengono disabilitate le funzioni di TRIM e lanciata copia del pattern da 1GB fino a totale riempimento di tutto lo spazio disponibile; a test concluso, annotiamo il tempo necessario a portare a termine l'intera operazione.
2. New: l'unità viene accuratamente svuotata e riportato allo stato originale con l'ausilio di un software di Secure Erase; a questo punto, quando le condizioni delle celle NAND sono al massimo delle potenzialità , ripetiamo la copia del nostro pattern fino a totale riempimento del supporto, annotando, anche in questa occasione, il tempo di esecuzione.
A test concluso viene divisa l'intera capacità del drive per il tempo impiegato, ricavando così la velocità di scrittura per secondo.
Risultati
Copy Test Brand New |
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Copy Test Used |
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Sintesi
Il risultato del Nexthrdware Copy Test ci appare perfettamente in linea con quanto restituito nei test sino ad ora effettuati.
La maggiore, seppur di poco, velocità mostrata a disco usurato non fa altro che confermare l'inclinazione del Corsair Force LX 256GB nel mantenere un livello estremamente costante delle performance.
Grafico Comparativo
A dispetto dell'impronta economica dell'unità in prova, non possiamo che ritenerci più che soddisfatti del quarto posto ottenuto in classifica che gli ha consentito di lasciarsi dietro alcuni prodotti analoghi sicuramente più ambiziosi in termini di prestazioni.
Per completezza d'informazione, vi riportiamo di seguito uno screen shot relativo ad un singolo episodio verificatosi proprio durante il Nexthardware Copy Test.
Il sensore di temperatura integrato nel Silicon Motion SM2246EN ci ha puntualmente avvertiti di un innalzamento anomalo della temperatura.
Come già accennato in precedenza, riteniamo che la causa principale sia proprio la mancanza del pad termoconduttivo adibito allo smaltimento del calore prodotto principalmente dal controller, dal momento che nel punto più caldo dello chassis abbiamo misurato una temperatura di appena 41°C.
Vogliamo comunque precisare che questo particolare evento si è verificato a causa dell'elevato carico di lavoro applicato al controller per mezzo di questo specifico test e che in tutti gli altri test e nelle normali condizioni di lavoro le temperature si sono mantenute nella norma.
E' bene tuttavia ricordare che, dalle specifiche rilasciate da Corsair, questo dispositivo può operare sino ad una temperatura di ben 70 °C.