2. Headset
Qualunque sia il prodotto in esame, la serie STRIX si distingue per alcuni dettagli estetici che ricordano da vicino gli strigidi, una famiglia di uccelli nota semplicemente come gufi o allocchi.
Lasciate da parte però l'idea che i gufi siano tristi ed innocenti, perché niente è più lontano dalla verità in quanto gli strigidi sono rapaci formidabili e cacciatori notturni molto efficienti.
Vogliamo sperare che proprio le STRIX 7.1 siano lo strumento in grado di offrirci quella padronanza del campo di battaglia che per noi poveri umani, sprovvisti degli affinati sensi di un rapace notturno, potrebbe fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta.
Ma veniamo al dunque ...
La struttura delle STRIX 7.1 non è nulla di originale, ma ciò è un bene: una periferica di fascia alta dovrebbe mettere in campo solo soluzioni collaudate e funzionali!
Il materiale utilizzato sul 90% delle cuffie è semplice plastica, ma la solidità ci è parsa ottima al tatto in ogni suo punto, segno di una progettazione ben studiata.
Si tratta di una classica cuffia con banda sospesa, dove il peso si distribuisce per la maggior parte proprio sull'elemento elastico ed in misura minore viene bilanciato dall'attrito generato dai padiglioni.
Tale soluzione consente alle STRIX di autoregolarsi per adattarsi alla testa di qualsiasi utilizzatore grazie a meccanismi elastici nascosti nella struttura, che si assestano in posizione di "equilibrio" quando il peso della cuffia bilancia il ritorno di forza.
Il principale inconveniente di questo sistema sta nel rumore di frizione che tali meccanismi producono in assestamento e che possono trasmettersi per tutta la struttura della cuffia, interferendo nell'ascolto come rumori indesiderati dall'esterno
L'arco in materiale rigido, invece, ha la funzione di applicare fra i padiglioni la forza di bloccaggio (clamping force) necessaria all'adesione degli stessi.
La banda elastica è di ottima fattura e, parallelamente, positivo è il nostro giudizio circa la densità dell'imbottitura e la scelta di quattro pad sporgenti studiati appositamente per distribuire equamente la pressione.
Il materiale utilizzato è la pelle artificiale con cuciture di rinforzo a vista, per una durata e resistenza che devono obbligatoriamente essere elevate data la criticità del componente.
Lo stesso rivestimento è impiegato anche per l'imbottitura dei soffici padiglioni da 130mm di diametro medio.
Sfortunatamente è stato impossibile rimuove le imbottiture per accedere alla camera del padiglione e curiosarci dentro, in quanto gli stessi paiono agganciati all'interno proprio per evitarne la sostituzione.
Peccato, in tal modo avremmo potuto mostrarvi in foto il motivo per cui le STRIX 7.1 sono delle cuffie multicanale reale e non emulato: ogni padiglione integra infatti cinque altoparlanti in neodimio per riprodurre fedelmente ognuno degli 8 canali previsti dallo standard "7.1".
Ce ne faremo una ragione, ma perché non consentire una facile riparazione delle cuffie all'utente in caso di usura?
Lo schema che abbiamo mutuato da ASUS dissipa ogni dubbio: gli altoparlanti sono disposti in modo da riprodurre l'effetto di un multicanale discreto, con i suoni provenienti dal canale frontale che sono predominanti rispetto agli altri grazie alla maggiore dimensione e potenza del corrispondente driver.
Con il collegamento del microfono, un pezzo tra l'altro incredibilmente flessibile, le STRIX 7.1 sono "quasi" pronte per essere messe alla prova.
Ma prima di fare ciò dovremo mettere in funzione la stazione audio USB ...