La corazzata per il Wi-Fi libero prova ad accelerare i tempi. La scorsa settimana, nonostante le intenzioni di mettere mano all'articolo 7 del decreto Pisanu fossero bi-partisan, il Consiglio dei Ministri non ha affrontato l'argomento. Per chi non lo sà, il decreto impone, ai pochissimi servizi pubblici (negozi, alberghi e addirittura comuni) che vogliono offrire connessione senza fili a chi ne fa domanda, l'identificazione tramite documento d'identità o passaporto per usufruire del servizio.

A causa di questa legge in Italia lo sviluppo dell'hot spot Wi-Fi pubblico è minore rispetto alla "media" Europea del 70%, rendendo nullo un servizio che potrebbe far crescere il paese in molti settori.

Mercoledì 10 novembre, Luca Barbareschi porterà l'argomento in "Commissione Trasporti e Telecomunicazioni".

Nel mese in corso si è delineata la possibilità di giungere ad un compromesso fra un'azione radicale e un alleggerimento del decreto.

La mancata presa in considerazione della questione da parte del Consiglio dei Ministri, la scorsa settimana, fa sì che ci sia il rischio concreto che il problema continui a essere ignorato fino ad un temuto ed ennesimo via libera del Milleproroghe che traghetterebbe il decreto al 2011.