Originariamente inviato da
audiodan
Giona, il problema resta sempre lo stesso: l'apparecchio DAC come è commercializzato oggi ( e da sempre) opera un upsampling interno in PCM, mentre in DSD fa anche peggio, infatti solo il padreterno sa a cosa venga sottoposto il povero file prima di essere sputato fuori dalla sezione analogica!
Per cui ogni riferimento qualitativo al lavoro di HQplayer, ma anche di Jriver o di qualunque altro player si voglia testare, lo si può fare in PCM con un NOS DAC e in DSD con il no-DAC, ovvero eliminando nel primo caso ogni ulteriore sovracampionamento del segnale digitale, mentre nel secondo eliminando proprio ogni possibilità di manipolazione del segnale, il quale passa solo in una resistenza in serie con un condensatore in parallelo. Sono queste due le soluzioni migliori al mondo? Ovviamente no, ciascuna delle due paga una serie di conseguenze, visto che il mondo reale non ha ancora sfornato un oggetto perfetto, ma nell'ambito della riproduzione musicale entarmbe, a mio avviso, offrono le performances più "pulite", a patto che siano implementate al massimo livello possibile ( alimentazioni in primis!).
Con DAC commerciali, escludendo il Lampizator (l' ho ascoltato a lungo a Monaco nel sistema messo su da Eurodriver e Geoffrey e confesso che non mi ha fatto impazzire ma ha letteralmente cancellato l'Antelope Audio con costosissimo superfemtoturboatomicoclock esterno ), il quale somiglia ad un no-dac, si può fare la fiera del "mo' prendo sto' segnale e vedi cosa gli fo",. e questo a prescindere dal prezzo. Se si vuole capire la performance del (dei)PC e del player utilizzato, insomma, l'unica soluzione è affidarsi a dispositivi che non manipolino il segnale una volta che questo ha lasciato il cavo USB o quello che volete voi, altrimenti il giudizio sarà dato sull'insieme degli effetti dei molti dispositivi che formano una sorgente digitale PCbased, con grande difficoltà nel capire quali siano i campi d'intervento per puntare a miglioramenti. Poi, con certi DAC si possono ottenere buoni risultati lo stesso, oppure pessimi, ma sfido chiunque a fare un'analisi sulle cause dei buoni, o cattivi, risultati: essi sono casuali e come tali non trasmissibili e non replicabili, in genere.