[QUOTE=SM63;959465] Sia chiaro che io non voglio confutare quello che riporti come esperienza provata, ma semplicemnete capirlo ed inquadrarlo, perchè a mio avviso si corre il rischio di saltare troppo rapidamente alle conclusioni.
Per agganciare lo stesso clock nel caso di conversione DA/AD occorre che almeno uno dei dac consenta l'utilizzo di un master clock. Se i due clock sono indipendenti, stai misurando la somma algebrica dei due drift.
Come ti ho già scritto, nelle prove che feci tempo fa con SPDIF (per verificare la questione FLAC/WAV, nell'occasione) la differenza nel dominio digitale, in terminidi bit è risulatta nulla, come ci si aspettava. Il file acquisito è sempre risultato identico a se stesso. Inserendo la conversione AD/DA SENZA aggangiare i clock, il peso dei drift si faceva sentire Potevi ascoltare chiaramente la 'musica' dal file di differenza. Anche AudioDiffMaker ha una funzione di riallineamento, attivando la quale le differenze si assotigliavano molto, ma non spariscono mai, dato che i fattori ambientali - principalmente la temperatura - influiscono sulla precisione e costanza del clock. Due conversioni successive non danno MAI lo stesso risultato sonico ed - ovviamente - la riconversione in digitale non produce mai esattamente lo stesso file di origine. Può risultare 'sconvolgente' perr i sostenitori dei bit che sono bit, ma di fatto è così.
Cosa diversa è sostenere che tali differenze sono udibili. Se hai semplicemente un clock che invece di fornire esattamente 48.000 Hz, vibra a 48.005 o 47.995, l'esecuzione sarà leggermente più veloce o lenta, esattamente come avviene conun giradischi che vada leggermente più forte o più piano di 33 gpm. Fintanto che la velocità è costante all'interno di una esecuzione è irrilevante, se invece varia hai un fenomeo 'tipo' il wow and flutter, che diventa ben udibile.
Nel primo caso la 'corezzione' è 'semplice' (a condizione di avere un riferimento) nel secondo meno.
Ora, tutto questo però non prende atto in riproduzione (anche se teoricamente sarebbe possibile prevedere una funzione di feedback, come avviene in certi DSP, al prezzo di aumentare la latenza) e quindi è completamente al di fuori delle possibilità di controllo del player software.
Se lo stesso hw, nelle stesse condizioni ambientali produce differenze più sensibili tra una riproduzione e l'altra usando SOLO player software diversi ma verificati 'bit perfect' in digitale, allora è evidente che le variazioni si originano nel (nei) dac e con ogni probabilità nel (nei) clock per via assolutamente indiretta.
Se questa differenza è solo o preminentemente dovuta al drift del (dei) clock ed è costante nel breve periodo è ininfluente all'ascolto ed eliminabile mediante un semplice algoritmo matematico, altrimenti si 'fissa' nel contenuto in bit del segnale riacquisito, originando una differenza di contenuto vera e prorpia.
Spero che su questo ci sia accordo.
Più allarmante è la differenza in puro ambito digitale originata dalla modifica dei parametri di ALSA.