La Juve naufraga ad Atene, attenuanti ce ne sarebbero pure (un gran portiere in serata di grazia), ma la Juve che gioca in 10 oltre un tempo con un Pirlo rivoltante come mai visto in casacca bianconera (e forse mai visto così male in nessuna squadra) non può pensare di uscire indenne, per quanto i greci non fossero trascendentali.
Siamo alle solite, si parte per non perdere, si finisce a dover inseguire. La Juve è poca cosa in Europa, può sperare ancora di passare (le carte e i match casalinghi possono ancora cambiare le sorti), ma il futuro è più nero della mezzanotte, a prescindere dal valore delle migliori big degli altri paesi. Ci vuole una rivoluzione nella mentalità, e quella può darla un allenatore capace, non c'è riuscito Conte, non sembra ci possa riuscire Allegri (che, secondo me, in Europa è sicuramente meglio di Conte). Un calcio dove soldi ne girano meno di un tempo, le società sono in difficoltà, progetti a lunga scadenza che si scontrano con esigenze di borsa che, nel breve periodo, impongono scelte che posso portare facilmente molto più del male che del bene.
Non vorrei essere apocalittico, ma se questa ossatura della Juve non riesce, entro un paio di anni, a centrare almeno una semifinale di Champions League, ho l'impressione che ci vorranno almeno 10 anni per poter sperare di vedere qualche italiana nell'elite europea, e come elite intendo, chiaramente, una squadra che si gioca una semifinale alla pari con qualunque avversaria.