4. Il futuro dello storage su SSD
Avevamo anticipato come alcuni dei prodotti esposti, sebbene non direttamente collegati al nuovo Samsung 840 EVO, avrebbero avuto un ruolo importante nella conferenza.
E' proprio in riferimento alle nuove tecnologie che alcuni di quei prodotti rivestono e rivestiranno ruoli fondamentali nell'evoluzione dei prodotti SSD.
Ripartendo, quindi, da dove si era fermato il collega, Keun Soojo ha fatto una esaustiva presentazione della tecnologia che ci aspetta nel futuro, partendo da alcuni concetti base che sono di estrema semplicità , ma di altrettanta importanza nel panorama dello storage.
Nel corso degli ultimi trenta anni c'è stata una grande disparità in termini di performance tra l'evoluzione delle CPU e dei tradizionali Hard Disk.
Questa differenza è stata stimata in un aumento di performance per i processori di circa 20000 volte, mentre solo di 12 volte per quanto riguarda i dischi meccanici.
Questo perchè i supporti basati su piatti e testine soffrono di alcune limitazioni determinate dalla meccanica, che devono categoricamente sottostare alle leggi della fisica.
Non a caso, in termini di capacità , gli Hard Disk hanno avuto un aumento di spazio memorizzabile di gran lunga più significativo rispetto alla velocità di rotazione ma, soprattutto, al tempo di accesso.Â
Con l'avvento degli SSD, il caratteristico "collo di bottiglia" di tutti i computer ha visto un repentino cambiamento, tanto da rendere chiaro agli utenti come un'unità allo stato solido fosse l'upgrade in grado di cambiare radicalmente l'esperienza di utilizzo, restituendo subito una chiara idea, senza bisogno di benchmark o valutazioni troppo tecniche, dell'incremento di performance.
Ma la tecnologia legata ai tradizionali dischi meccanici non è il solo ed unico collo di bottiglia: dopo qualche mese rispetto alla reale possibilità da parte degli utenti di dotare la propria macchina di un SSD, è sorto subito un ulteriore problema che ha reso la gestione del reparto di storage molto più complicata.
Un Solid State Drive è un supporto che viene interfacciato tramite connessioni SATA, o in alcuni casi PATA, sfruttando un protocollo nato per gestire Hard Disk.
Abbiamo già visto in passato, con le problematiche legate al Trim, quanto fosse difficile avere il giusto supporto per una unità di memorizzazione che introduceva concetti e funzioni ben diverse da quanto visto fino a quel momento.
Potremmo aggiungere come si vociferasse in passato che anche i filesystem e i sistemi operativi non fossero adeguati alla gestione di un SSD.
Appare evidente che, per quanto si sia lavorato molto per sfruttare le potenzialità degli SSD, allo stato attuale, per poter fare un vero passo in avanti e di conseguenza fruire veramente delle evoluzioni future, è necessario affrontare una serie di cambiamenti che vanno oltre i confini legati all'interfaccia comunemente utilizzata.
E' già noto ai più informati che è prevista una nuova interfaccia, definita Sata Express, la quale trasformerà i comuni canali PCI-Express in un reale canale di interfacciamento con i supporti di memorizzazione.
Questa soluzione, sebbene si appoggi ancora al protocollo ATA/AHCI, permette di lavorare finalmente senza inserire un ulteriore nodo tra il Bus della CPU e gli SSD, raggiungendo velocità di trasferimento che possono superare le limitazioni imposte dall'interfaccia SATA e, allo stesso tempo, di ridurre drasticamente le latenze.
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Come si evince dalle immagini, un ulteriore vantaggio legato all'utilizzo dei canali PCI-Express (naturalmente a patto che la disponibilità in termini di canali sia adeguatamente dimensionata rispetto alle soluzioni attuali), è il vantaggio che si ha semplicemente aumentando il numero di canali coinvolti in una singola connessione, rendendo di fatto illimitata la banda a disposizione.
Ultima, ma non per importanza, l'eliminazione del controller SATA e l'utilizzo del bus PCI-Express aumentano drasticamente l'efficienza della connessione andando ad influire positivamente anche sui consumi.