Avatar di James Cameron è stato il capostipite di una nuova generazione di film girati completamente in 3 dimensioni, con l’utilizzo di sofisticate telecamere 3D e con un largo uso di tecniche di post processing; film che ha conquistato, nel bene e nel male, un posto nella storia della cinematografia e lanciando sul mercato la “rivoluzione” del  3D.

I primi esperimenti di “visione” delle terza dimensione risalgono a molti anni fa e anche se la tecnologia ha fatto notevoli passi avanti, il principio di funzionamento resta il medesimo: proiettare due immagini diverse, una per occhio, e mostrarle selettivamente all’utilizzatore.

La visione binoculare è una caratteristica dell’apparato visivo dell’essere umano che può “catturare” due immagini in contemporanea da due posizioni differenti, una successiva elaborazione da parte del cervello, fornisce il senso di profondità. Se provate a fissare un oggetto davanti a voi chiudendo un occhio, potrete notare che questo sembra schiacciato sullo sfondo e che la sensazione di profondità è notevolmente ridotta; ovviamente la nostra abitudine di vedere il mondo in “3D” ci garantirà comunque una certa sensazione di spazialità, anche se l’informazione sulla profondità non esiste più.

Non tutta la popolazione mondiale è in grado di vedere immagini 3D, si stima che circa il 3% delle persone non sia in grado elaborare correttamente la profondità, per loro il mondo non cambierà con l’avvento del 3D nei salotti, ma per tutti gli altri si sta aprendo un nuovo mondo legato alla qualità di fruizione dell’intrattenimento domestico.

In questo articolo analizzeremo la proposta NVIDIA 3D Vision, composta di occhiali 3D attivi, monitor LCD 3D da 120 Hz e scheda video NVIDIA GeForce. Per le nostre prove utilizzeremo un monitor ASUS VG236, venduto con in bundle un kit NVIDIA 3D Vision, e tre delle più recenti schede video NVIDIA Geforce GTX 460, 470 e 480.

Buona lettura!