3. Visto da vicino - Parte seconda


Endgame Gear XM2we 3. Visto da vicino - Parte seconda 1 


Spostandoci sul fondo notiamo un piacevole rinnovamento a livello di mouse feet, che passano dalla struttura a quattro appoggi ad una soluzione doppia che si sviluppa per l'intera larghezza del mouse.

Sempre qui troviamo lo switch per la modalità wireless ed un tasto che alterna i valori di DPI predefiniti o impostati tramite software.

Rimane invariato l'intaglio del sensore PAW3370, ex top di gamma di casa PixArt, già presente sul modello XM1r rilasciato nel 2021.

Sebbene questo non sia l'attuale punta di diamante, ruolo ricoperto dal PAW3395, le differenze applicative concrete tra i due modelli rientrano nella sfera del trascurabile (o addirittura dell'impercettibile), comportando però importanti tagli al cartellino del prezzo.


Endgame Gear XM2we 3. Visto da vicino - Parte seconda 2 


Rimossi i pad in PTFE, scopriamo le quattro viti a stella che ci separano dall'anima dell'Endgame Gear XM2we.


Endgame Gear XM2we 3. Visto da vicino - Parte seconda 3  Endgame Gear XM2we 3. Visto da vicino - Parte seconda 4 


Una volta estratta la cover, è  sufficiente un primo sguardo per ritrovare la fenomenale qualità costruttiva che, fin dal primo modello, ha colpito tutti gli appassionati di mouse ultraleggeri.

L'utilizzo degli spazi e dei materiali è massimizzato al singolo grammo, raggiungendo un bilanciamento perfetto tra peso e relativa distribuzione, senza intaccare la solidità strutturale che si mantiene impeccabile.


Endgame Gear XM2we 3. Visto da vicino - Parte seconda 5 


Rimuovendo la batteria ed estraendo il PCB possiamo mettere a nudo il sensore PixArt PAW3370 e il microcontrollore CompX CX52850, tra i più utilizzati dai mouse gaming all'interno della stessa fascia di prezzo.

Il sensore offre una risoluzione massima di 19.000 DPI, una velocità di tracciamento che raggiunge i 400 IPS e un'accelerazione di 50G, mentre l'unità di controllo garantisce lettura, elaborazione e invio dei dati di movimento all'interno della soglia teorica del millisecondo, con una latenza di click complessiva che si attesta sui 4ms circa.

Per quanto concerne gli switch principali, l'azienda opta per un aggiornamento degli switch principali con il modello ottico Kailh GO con un rating da 80 milioni di attuazioni, mentre ritroviamo i Kailh GM 2.0 per pulsanti laterali e rotellina.

Rispetto alle classiche soluzioni meccaniche, questi switch ottici garantiscono un perfetto livello di consistenza nel tempo, non dovendo giocare con le opzioni di debounce dopo mesi di utilizzo intensivo.

Il lato "negativo" della medaglia è l'assenza del ritardo di risveglio post inattività, che avrà un impatto minimo sulla durata della batteria.

Vogliamo infine evidenziare l'ordine del PCB e la pulizia delle saldature, caratteristiche non scontate a riprova del livello di cura e attenzione posta dall'azienda verso i più minimi dettagli.