Originariamente inviato da UnixMan
Ehm, Marco... il "Cos-phi" in questo caso c'entra più o meno come i cavoli a merenda.
Certamente sbaglio, ma ricordo che, nel caso di converisone AC/DC phi = 0 => cos phi = 1 * rapporto efficacia V = rq 2 * rapporto efficacia I = 1 = 1.41.... (vado a memoria, ma mi pare sia così). Dove i rapporti di efficacia sono costanti dati dalle rispettive forme d'onda, phi in questo caso 'ideale' è a 0 perche sono perfettamente in fase, essendo la I in continua, quindi insensibile a reattanza ed induttanza del carico.

Mi sono dimenticato anche di questo? Ormai rimame solo la legge di ohm...e poi e poi! D'altrocanto se dopo ti iscrivi a Filosofia, è questo che succede! Per curiosità, dimmi dove ricordo male.

Originariamente inviato da UnixMan

Un raddrizzatore con filtro ad ingresso capacitivo produce (a vuoto) una tensione DC pari al valore di picco della tensione alternata in ingresso meno la caduta di tensione sui diodi (che, nel caso di un raddrizzatore ad onda intera realizzato con un ponte di diodi al silicio, vale all'incirca 2*0.7V=1.4V).

Per le tensioni alternate di solito si indica il valore RMS (detto anche "valore efficacie"). Per una tensione sinusoidale, il rapporto tra il valore della tensione di picco e quella RMS è pari alla radice quadrata di 2, cioè per l'appunto 1.41 (e spicci).

Ecco quindi che una tensione sinusoidale di 15Vac(rms) corrisponde ad una tensione picco-picco pari a 2*1.41*15Vrms=42.3Vpp, ovvero 21.15Vp (tensione di picco); tolta la caduta sul raddrizzatore ecco che, in uscita (con carichi non troppo elevati rispetto alla capacità di filtro) ci ritroviamo con circa 18 .. 19 Vdc.
Tutto torna, ma il mio dubbio deriva da quanto scrivono loro, non parlano di tensione continua ai capi del regolatore, ma di tensione alternata di uscita del secondario del trasformtore, se capisco bene il francese.