Gran Galà dell'alta fedeltà allo Sheraton Hotel Roma 27-28 febbraio

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  1. #15
    tebibyte L'avatar di UnixMan
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    Predefinito Ssopt

    Originariamente inviato da audiodan
    Menzione particolare: l'amplificatore di potenza portato da Capecci Audio, basato su un progetto originale del nostro Paolone/Unixman detto SOPP ( una Sopp Opera, insomma! :-) ) del quale vi parlerà lui, visto che è una cosa che amplifica in corrente un SRPP di 6922 con transistori che però non modificano il segnale originale. Questa cosa suona bene. c'è poco da dire. Chissà perchè mi ha fatto venire in mente il "Miracolo della 300B", quello con cui con una sola 300B si ottengono 150W in uscita............. E' in corso la beatificazione del costruttore, i cui segreti sono considerati Misteri della Fede...
    dunque, cominciamo dal nome... che non è "sopp" ma "SSOPT", che sta per "Solid State OutPut Transformer", cioè "trasformatore di uscita a stato solido", ed è il nomignolo che ho dato ad un particolare uso di un circuito che, sia ben chiaro, non ho inventato io. Si tratta di un circuito semplicissimo, che è niente altro che una delle innumerevoli applicazioni della teoria del NFB. Sebbene sia sicuramente inusuale e poco noto, se ne trova traccia tra l'altro (per scopi diversi) anche in una vecchia "Application Note" della Burr-Brown. Credo invece di poter dire di essere stato il primo a proporlo (e realizzarlo) in questo contesto.

    Di cosa si tratta? di un circuito che "assiste" un amplificatore di piccola o piccolissima potenza (a valvole o a stato solido che sia), consentendogli di pilotare agevolmente e con potenze considerevoli anche carichi "pesanti" quali possono essere dei diffusori. Il circuito fornisce la maggior parte dell'energia necessaria a svolgere tale compito ma, a differenza di ciò che accade con le solite soluzioni "convenzionali", non è lui "ad avere il controllo". Al contrario, il controllo (del carico, cioè dei diffusori) resta esclusivamente nelle mani del piccolo amplificatore "pilota".

    In sostanza, funziona né più né meno come il "servosterzo" di un autoveicolo: il servomeccanismo riduce lo sforzo necessario a sterzare le ruote, ma è sempre il conducente che ha "il polso" della situazione, essendo in grado di comandare il movimento dello sterzo e di percepirne le reazioni attraverso il servomeccanismo. Con l'SSOPT accade esattamente la stessa cosa: questo si limita a seguire fedelmente "i movimenti" dell'amplificatore "pilota" e le relative reazioni del carico, che vengono "trasmesse" fedelmente all'indietro al pilota stesso; questo in effetti "vede" un carico "uguale" al carico reale, ma con impedenza "moltiplicata" per un fattore costante.

    Il nome deriva non solo dal fatto che questo circuito può sostituire il trasformatore di uscita in un ampli valvolare, ma anche dal fatto che in effetti si comporta proprio in modo simile ad un trasformatore... con l'unica "piccola" differenza che, mentre un trasformatore è un componente passivo che ovviamente non può che trasferire in uscita una potenza (idealmente) uguale (nella realtà sempre minore) a quella fornita in ingresso, quindi se viene utilizzato per moltiplicare la corrente in uscita rispetto a quella in ingresso si ottiene anche una divisione per un pari fattore della tensione in uscita rispetto a quella di ingresso, l'SSOPT è invece un circuito attivo che moltiplica la corrente di uscita rispetto a quella di ingresso mantenendo la tensione pressoché inalterata (c'è una solo una lievissima attenuazione), e quindi moltiplica per un pari fattore anche la potenza.

    Uno dei tanti vantaggi di questo circuito è che il loop di NFB che lo controlla e ne permette il funzionamento non interagisce in alcun modo con il carico, ma si limita a "seguirlo". Di conseguenza, tra le altre cose, il loop di NFB non "sente" le rotazioni di fase del carico: le uniche rotazioni di fase di cui risente sono quelle "interne" all'amplificatore che realizza il SSOPT. Queste sono ovviamente note a priori, tipicamente di poco conto e facilmente gestibili. Ne consegue che lo stesso loop di NFB lavora in condizioni praticamente ideali, consentendo di ottenere prestazioni praticamente "perfette" quanto quelle teoriche (cosa che non accade invece con gli schemi convenzionali, laddove invece è proprio il loop di NFB che controlla il carico, risentendo di tutte le sue imprevedibili rotazioni di fase, con tutto ciò che ne consegue).

    La storia completa (che ha inizio nell'ormai lontano 2008), con tutti i dettagli, la potete leggere nel lungo topic originale sul forum di Audiofaidate (nel primo post ho aggiunto una sorta di indice che permette di saltare direttamente alle parti salienti).

    In quest'altro topic più recente potete trovare invece un riassunto ed una semplice spiegazione del suo principio di funzionamento. Sempre in questo topic svelavo inoltre i "misteri della fede" relativi al famoso prodotto a cui si riferiva Daniele...

    Tornando alla specfica realizzazione di Remigio Capecci presentata a Roma, i dettagli ovviamente non sono noti ma, a grandi linee, come detto da Daniele si tratta di un amplificatore costituito da un "amplificatore pilota" a tubi (per quanto ci è dato sapere, un SRPP di ECC88) seguito da un "SSOPT" implementato utilizzando un OpAmp di potenza (simile al mio prototipo ed alle sue diverse repliche, realizzate utilizzando chip National LM3875 o LM3886):



    Immagini allegate Immagini allegate
    Ultima modifica di UnixMan : 29-02-2016 a 00:30
    Ciao, Paolo.

    «Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»

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