questo articolo fa un po pensare.......
Ho paura, ma non posso tacere.
Ho paura, ma non tanto da sabato 21 luglio, quando anch'io con molti altri del mio sindacato (CISL) e altra gente pacifica intorno a me ho dovuto fuggire sotto la pioggia dei lacrimogeni, perché rispetto a tantissimi altri dimostranti altrettanto pacifici mi è andata bene.
Ho paura invece dal giorno dopo, da quando ho cominciato a rendermi conto che, in questa Italia del 2001 e in nome della legge e dell'ordine, posso da un momento all'altro, senza aver fatto niente più che manifestare il mio pensiero, venire trattato come un violento, essere insultato, picchiato, percosso fino ad avere le ossa rotte, privato dei documenti, arrestato e detenuto in isolamento senza poter chiamare un avvocato, trattenuto chissà dove per giorni senza che nessuno sappia dove sono (a tutt'oggi sono centinaia i "desaparecidos" di cui non solo famiglie italiane ma parecchi consolati stranieri stanno chiedendo notizie).
Questa paura mi sta penetrando dentro molto più del gas respirato sabato, mano a mano non tanto che vedo dispiegarsi la mistificazione sui fatti, ma che non sento alzarsi la protesta civile da parte di tutti (e in particolare del mio sindacato) in nome di fondamentali diritti costituzionali che sono stati calpestati a Genova. Per la mia età posso solo ricordare quello che altri più anziani m'hanno raccontato, che in altri tempi qualcosa di tremendamente funesto ha cominciato a materializzarsi così, in fatti simili e nella confusione creata intorno, nell'inavvertenza della massa per i limiti di convivenza democratica che via via venivano oltrepassati.
Questa paura diventa asfissiante, quando constato che sulla capacità di ragionare e sullo sforzo di cercare comunque e dovunque la verità prevale l'istinto di difesa e di corpo: attenzione, "il sonno della ragione genera mostri". Mi riferisco all'articolo "Siulp: le nostre cronache del G8" in "Conquiste del Lavoro" 25/07/01, pag. 1.
Voglio chiarirlo bene: non ho mai chiamato assassini le forze dell'ordine e in più occasioni ho parlato e agito per far smettere questo coro, anche se capivo che era l'espressione della rabbia profonda della gente intorno a me per ciò che aveva subito o vedeva subire. Ho un profondo senso di stima e di riconoscenza per coloro che scelgono questo lavoro e lo compiono con spirito di giustizia e di legalità e mi inchino al tributo di sangue da loro pagato in tante occasioni per la difesa della nostra democrazia.
Ma come è stato chiesto al Genoa Social Forum di fare pulizia delle mele marce che si nasconderebbero al suo interno, così anche i rappresentanti sindacali delle forze dell'ordine dovrebbero essere meno sicuri e recisi nell'affermare che "Polizia e Carabinieri sono stati vittime della violenza e non l'hanno sicuramente provocata" e cominciare a chiedersi chi siano e dove si nascondano e quali intenzioni abbiano le mele marce anche al loro interno.
Solo chiudendo gli occhi e rinunciando a cercare la verità si può continuare a ripetere, di fronte a migliaia di testimonianze unanimi di persone di ogni età e condizione sociale (compresi medici, avvocati, giornalisti e parlamentari), che tutto da parte delle forze dell'ordine è stato nella migliore misura possibile, pur considerato l'inferno di quei giorni, che non c'è stata alcuna violenza o lesione di diritti costituzionali operata in maniera gratuita, anzi, volutamente intesa a provocare una spirale di violenza, da parte di chi doveva invece impedirlo.
Questo dubbio sulle mele marce devono porselo anche coloro cui la società consegna la tutela delle regole del vivere civile e in particolare coloro che fanno sindacato al loro interno; devono provare a rispondere, senza cedere all'istinto di difesa o di corpo ma solo dopo attento e scrupoloso accertamento dei fatti, a domande come quelle poste da Giuseppe D'Avanzo, "Le risposte che mancano" in "La Repubblica" 25/07/01 pag. 1 (perché a segnalazioni precise nei giorni precedenti i disordini da parte di amministratori pubblici, corredate di denuncia, sulla presenza di folti gruppi di Black Block in luoghi precisi, nello specifico il maxicomplesso della Provincia a Quarto, non ha fatto seguito alcun intervento di polizia? perché in almeno una caserma della Celere, guarda caso proprio quella che ha eseguito l'intervento alle scuole Diaz e Pascoli, si è verificato il pestaggio sistematico dei pestati? chi ha preso l'iniziativa o dato gli ordini?).
Altrimenti proprio loro, invece di tutelare i propri colleghi, spianeranno la strada a chi, agendo nell'ombra, vuole esattamente che altri tutori dell'ordine (meglio se giovani e inesperti) si trovino nella disperata e tragica situazione di uccidere o essere uccisi.
Sento che la mia paura passerà solo se tutte le parti che proclamano di volere una convivenza pacifica, basata sui diritti costituzionali (a cominciare dal mio sindacato) smetteranno di lanciarsi accuse o peggio insulti reciproci (come si permette P.P. Baretta sullo stesso numero di "CdL", al di là di altre valutazioni discutibili, di arrivare a ironizzare sulla qualità della voce, definita "stridula", del rappresentante del Social Forum?) e cominceranno innanzitutto a chiedere il pieno ripristino della democrazia nel nostro Paese con tutte le sue regole (cessino i pestaggi, tornino i "desaparecidos") e poi a cercare insieme la verità, da qualunque parte stia, sui terribili giorni di Genova.
..........cosa ne dite?