3. Firmware - TRIM - Overprovisioning - SanDisk Dashboard
Firmware
La schermata in alto ci mostra la versione del firmware, identificato dalla sigla X21000RL, con cui il SanDisk Extreme PRO 480GB è giunto in redazione.
Il firmware supporta nativamente il comando TRIM, S.M.A.R.T., NCQ, APM e DevSleep.
Purtroppo manca il supporto alle tecnologie di crittografia dei dati presente, invece, nella maggior parte dei prodotti di pari livello della concorrenza.
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Utilizzando il software SanDisk SSD Dashboard fornito in dotazione abbiamo verificato l'eventuale presenza di un firmware aggiornato, ma il software ci ha notificato che la versione installata era la più recente disponibile.
TRIM
Come abbiamo più volte sottolineato, gli SSD equipaggiati con controller di ultima generazione hanno una gestione molto efficiente del comando TRIM implementato da Microsoft a partire da Windows 7.
La conseguenza logica è un recupero delle prestazioni talmente veloce, che risulta impossibile notare cali degni di nota tra una sessione di lavoro e la successiva.
Per potersi rendere conto di quanto sia efficiente, basta effettuare una serie di test in sequenza e confrontare i risultati con quelli ottenuti disabilitando il TRIM tramite il comando:
fsutil behavior set disabledeletenotify 1
Il recupero delle prestazioni sulle unità più recenti è altresì agevolato da Garbage Collection sempre più efficienti, che permettono di utilizzare gli SSD anche su sistemi operativi che non supportano il comando Trim, senza dover per forza ricorrere a frequenti operazioni di Secure Erase per porre rimedio ai decadimenti prestazionali.
Tuttavia, nel caso si abbia la necessità di riportare l'unità allo stato originale per installare un nuovo sistema operativo o ripristinare le prestazioni originarie, si può utilizzare l'apposita sezione del SanDisk SSD Dashboard, oppure uno dei tanti metodi di Secure Erase* illustrati nelle precedenti recensioni.
Il software SanDisk SSD Dashboard mette a disposizione, nella sezione Strumenti, la funzionalità di Secure Erase ma, come potete osservare dall'immagine soprastante, nel nostro specifico caso non è stato possibile "sanitarizzare" il drive direttamente dal software, in quanto tale operazione è bloccata dal sistema operativo in uso.
In questi casi, il software permette di creare un CD/DVD/pendrive USB di boot contenente i file necessari per effettuare tale procedura senza accedere al sistema operativo.
Per i nostri test, in tutta sincerità , abbiamo preferito adottare l'ormai collaudato Parted Magic, un software piuttosto semplice, il cui utilizzo è descritto in una guida molto dettagliata all'interno di una nostra precedente recensione.
A causa delle protezioni presenti nei BIOS di molte schede madri di recente produzione, è utile precisare che, al momento della finalizzazione del Secure Erase, il drive potrebbe a priori già trovarsi in uno stato di blocco (blocked) o di congelamento delle attività a basso livello (frozen), che ne impediranno qualsiasi operazione, compresa quella della procedura in oggetto.
In questo caso, occorrerà staccare il cavo di alimentazione SATA per qualche secondo, riconnetterlo, quindi riavviare la procedura di Secure Erase e procedere alla cancellazione.
*NextHardware.com sconsiglia agli utenti non avanzati di utilizzare software di Secure Erase su questi supporti, poichè un comando errato potrebbe renderli inutilizzabili.
Overprovisioning e capacità formattata
L'unità , come abbiamo constatato nella pagina precedente, utilizza 8 chip NAND da 64GB per un totale di 512GB, mentre la capacità rilevata dal sistema operativo risulta essere pari a 480GB.
Questo ci fa capire che il produttore per questa unità utilizza i 32GB di spazio mancanti per l'overprovisioning, la gestione della ridondanza dei dati e per la sostituzione delle celle che si possono deteriorare nell'arco della sua vita.
La differenza, poi, fra i 480GB pubblicizzati ed i 447GiB effettivamente disponibili a disco formattato, dipende esclusivamente dalla diversa metodologia di misurazione della capacità dei dischi da parte del sistema operativo rispetto a quella utilizzata dai produttori.
SanDisk SSD Dashboard
Il software fornito da SanDisk, oltre a permettere di effettuare l'upgrade del firmware e la procedura di Secure Erase descritta nei precedenti paragrafi, offre altre interessanti funzionalità per la gestione dell'unità di cui andremo a darvi una sintetica panoramica.
Nella sezione denominata "Stato" abbiamo accesso ad una serie di informazioni inerenti il nostro SSD, come la versione del firmware, lo stato di salute, la temperatura e l'interfaccia di collegamento utilizzata.
Nella tab successiva, "Prestazioni", ci vengono mostrate, per mezzo di un grafico, le prestazioni in tempo reale del drive espresse in MB/s oppure in IOPS e, qualora stessimo utilizzando un sistema operativo privo del comando TRIM, ci viene offerta la possibilità di lanciarlo tramite un semplice clic.
Nella sezione "Strumenti", oltre alle funzionalità già viste in precedenza, è possibile avviare un test di diagnostica in modalità rapida o estesa ed ottenere una tabella di riepilogo delle eventuali anomalie.
Sempre nella sezione "Strumenti" possiamo consultare tutti i dettagli inerenti il nostro SSD, ivi compresa una tabella riportante il supporto o meno a varie funzionalità ..
Nell'ultima sezione, dedicata all'assistenza, ci vengono forniti gli strumenti necessari per inoltrare una richiesta di aiuto in caso di eventuali problemi.
