2. Vista da vicino - Parte prima


MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 1 


Una volta rimosso dalla scatola e dalla busta antistatica, il Core della MOUNTAIN Everest Max si presenta come una tipica tastiera TKL, con i bordi leggermente estesi, in particolare quello superiore atto ad ospitare il logo e, successivamente, il Media Dock.

Le dimensioni sono di 365x155x40mm (LxPxA), per un peso complessivo di circa 880g; in linea con le tastiere del medesimo formato, ma stupefacente se si considerano la robusta plastica impiegata per la scocca principale ed il doppio frame in alluminio spazzolato usato per il rivestimento, che conferiscono rigidità, robustezza ed eleganza.


MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 2 


I keycaps forniti in dotazione sono di tipo single-shot in ABS e si presentano con un font facilmente leggibile di dimensioni generose.

Nonostante ciò, sullo store ufficiale, è possibile acquistare keycaps sostitutivi di vari colori, anche di tipo double-shot in PBT.

Inoltre, considerando la bottom row standard e l'utilizzo di switch diffusi su larga scala, sarà facile trovare componenti sostitutivi anche da rivenditori terzi, riuscendo senza troppi sforzi a personalizzare la tastiera in base alle proprie preferenze.


MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 3  MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 4 


Sebbene la Everest Max sia interamente gestita mediante il software proprietario Base Camp, sono state programmate una moltitudine di hotkeys.

Fn + 1/2/3/4/5 permette di selezionare uno dei cinque profili sulla memoria on-board, mentre la pressione combinata di Fn con le frecce direzionali può essere utilizzata per modificare effetto e intensità luminosa.

Anche i comandi multimediali, quali Play/Pause, Volume +, Volume -, Mute, Next e Previous, sono stati mappati tramite la pressione del tasto Fn, in questo caso combinata con quella dei sei tasti collocati sopra le frecce direzionali.

Unica assenza, che riteniamo giusto segnalare, è quella di un'ulteriore indicazione sui keycaps dei tasti adibiti alle funzioni aggiuntive, utile per accedere a queste senza necessità di memorizzarle.


MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 5 


Una volta rimossi i keycaps, operazione estremamente rapida e semplice, avremo accesso al cuore pulsante della nostra Everest Max: i celebri CHERRY MX RGB, nella versione SILENT Red, che presentano dunque un housing in plastica trasparente per massimizzare la diffrazione della luce proveniente dal LED saldato direttamente sul PCB della tastiera.

Questi interruttori sono dotati della tecnologia Hyperglide che, tramite una maggiore superficie di scorrimento, li rende più "fluidi", riduce le oscillazioni e ne aumenta la longevità fino a 100 milioni di click.

Inoltre, per andare oltre le aspettative del pubblico al quale il prodotto è destinato, la tastiera contiene modifiche di alto livello direttamente dalla fabbrica.

È stata riposta infatti una certa attenzione sugli stabilizzatori che, pur essendo di tipo plate-mounted, di casa CHERRY nello specifico, sono stati messi a punto per "suonare" al meglio.

Al fine di ridurre il cosidetto "rattling", sono stati lubrificati con del Krytox GPL 205 G0, uno dei lubrificanti più apprezzati tra gli appassionati di tastiere meccaniche custom e, relativamente alla barra spaziatrice, è stato effettuato il "clipping" degli stem, ovvero il taglio manuale dei piedini in modo da renderne la base uniforme.

Sempre per cercare di ottenere un suono più pieno e piacevole, l'azienda tedesca è andata ad aggiungere inoltre uno strato di schiuma di smorzamento tra PCB e case, un accorgimento tanto banale quanto efficace per offrire un'esperienza di utilizzo ancora migliore.


MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 6 


Gli switch CHERRY MX SILENT Red sono molto simili alla variante standard, in quanto condividono con essa la caratteristica lineare, la forza operativa di 45cN e la possibilità di eseguire una nuova pressione senza dover necessariamente riportare il tasto al punto di partenza.

Il punto di attivazione a 1,9mm e la corsa totale di 3,7mm sono leggermente inferiori rispetto agli CHERRY MX Red classici.


MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 7 


Una delle peculiarità di questi switch è il sistema di smorzamento brevettato, in pratica lo stem è dotato di elementi in gomma, più precisamente si tratta di PTE (Thermo Plastic Elastomer), che vanno a ridurre sensibilmente il rumore generato dal contatto tra lo stem stesso e l'housing, rendendo così la tastiera adatta anche agli ambienti nei quali è richiesta una maggiore silenziosità.


MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 8  MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 9 


Seguendo la filosofia dello user-centered-design, gli switch sono sostituibili a caldo e ciò permette di rimuoverli e reinstallarli sul PCB senza ricorrere al saldatore, rendendo dunque la personalizzazione della tastiera davvero alla portata di tutti.

Sostituire gli interruttori di serie per lubrificarli o, più semplicemente, per andarne a provare altri, diventa infatti un gioco da ragazzi grazie all'apposito estrattore fornito in dotazione.


MOUNTAIN Everest Max 2. Vista da vicino - Parte prima 10 


Come si può notare chiaramente dalla foto in alto, ciascun socket è pensato per ospitare switch meccanici a 3 pin, quindi qualora volessimo utilizzare dei 5 pin saremo costretti a tagliare i due pin in plastica in eccesso.

La presenza, poi, del LED di tipo SMD saldato sulla parte alta, indica che si tratta di un PCB di tipo north-facing, pensato quindi per esaltare la retroilluminazione delle legende ma che, nel caso in cui si utilizzassero keycaps CHERRY profile, porta ad avere con la maggior parte degli switch delle interferenze tra la parte superiore del'housing ed i keycaps stessi.

Sempre in tema di personalizzazione, segnaliamo che MOUNTAIN mette a disposizione anche solo la versione Core Barebone (al prezzo di 129,99€), alla quale ognuno può aggiungere gli switch ed i keycaps che preferisce.