3. Prova sul campo


Abbiamo utilizzato l'ultimo Dream Machines per tutti i giorni di test che si sono resi necessari in combinazione con il DM PAD L fornito dalla casa, così da provarlo a fondo e trovarne tutti i pregi, ma anche eventuali difetti.

Fortunatamente, inquadrare il mouse dal punto di vista ergonomico non è stato particolarmente difficile in ogni caso, complice una forma abbastanza semplice.

Nonostante una presa di tipo fingertip non si sia rivelata scomodissima, possiamo affermare che il DM1 Pro S sia nato per prese palm e claw, ovviamente solo da giocatori destri dato il layout dei pulsanti.


Dream Machines DM1 Pro S 3. Prova sul campo 1 


L'ottimo grip ottenibile sulla superficie del mouse, anche se non supportato da elementi laterali in gomma testurizzata, si sposa bene con il peso da "vero competitivo" pari a 85 grammi per offrirci maneggevolezza e poco sforzo, specialmente per le prese più rigide oltre la palm standard.

Prendere la mano con il sensore (un ottico PixArt PMW 3360) su Battlefield 1 è stato abbastanza semplice poiché da noi già utilizzato in occasione di recenti recensioni, ed il nostro unico rammarico è stato il fatto di non poter provare a fondo la massima risoluzione perché ben oltre i naturali limiti umani.

Dream Machines, con il suo firmware e l'elettronica appositamente studiata, promette infatti ben 7m/s di velocità di funzionamento perfetto, ovvero 275 IPS, quando anche i 4,5m/s sono veramente difficili da raggiungere anche su una superficie XL.

Per i non addetti ai lavori, questo si traduce nella possibilità di eseguire i più veloci flick (come anche girarsi rapidamente di 180° in gioco) senza incorrere in problemi di tracciamento, testimoniando l'elevata efficacia del binomio sensore/elettronica.

Accanto a questo Dream Machines ha lavorato per ottenere una LOD dichiarata di 1,8 millimetri ed abbiamo rilevato come il sensore smetta di tracciare già oltre lo spessore di un solo CD sul pad proprietario.

L'unico dettaglio che potrebbe attirare lamentele è l'assenza di DPI regolabili finemente, ma crediamo che ciò risulti un problema di pochissimo conto superabile dai ben 6 livelli messi a disposizione.


Dream Machines DM1 Pro S 3. Prova sul campo 2 


A livello meccanico possiamo aggiungere qualcosa riguardo al comportamento dei vari switch, che ricordiamo essere Omron certificati da una durata di 20 milioni di click.

Il comportamento di entrambi i pulsanti è bilanciato e l'uso di una scocca unica fornisce un'ampia area da usare per la pressione ottimale degli stessi.

A lato la corsa è molto immediata e la forza necessaria abbastanza notevole, il che dovrebbe eliminare il rischio di pressioni accidentali specie con la presa di tipo palm.


DM PAD L

Ci ritagliamo ora un piccolo spazio per parlare del mousepad gentilmente offertoci dall'azienda polacca, una soluzione in tessuto fine completamente nera, una finitura ideale per i sensori ottici.


Dream Machines DM1 Pro S 3. Prova sul campo 3 


Il DM PAD L appare ruvido al tatto, più di uno standard Steelseries QcK, rispetto al quale può dimostrare una migliore resistenza grazie ai bordi cuciti e rinforzati che, oltre a ridurne i rischi di sfilacciamento, possono anche evitare qualche arrossamento al polso rispetto a non rinforzati.

La superficie, dunque, favorisce un pelo più la scorrevolezza che il controllo, sempre restando nei soliti canoni di un tessuto, restituendo, comunque, un attrito consistente e, conseguentemente, un controllo marcato.

Dream Machines offrirà il DM PAD L a 29 Zloty (7 Euro).