5. Prova sul campo


Abbiamo testato a lungo la nostra CORSAIR K95 RGB Platinum ed arrivati al punto di trarre le nostre conclusioni non ci sono sorprese, il che è un fatto decisamente positivo ...

Scendendo in profondità sull'aspetto prestazionale, la nuova ammiraglia è, come abbiamo visto, una tastiera meccanica nella più classica delle definizioni, qualcosa di molto familiare per tutti i giocatori di classe enthusiast i quali, molto probabilmente, vantano già esperienze in questo mercato.

La K95 RGB Platinum in test è attrezzata con gli CHERRY MX RGB Brown, degli switch meccanici abbastanza silenziosi e dotati di quel feedback tattile che può piacere a molti, principalmente in scrittura ma anche nell'uso generale e, perché no, persino in gioco, dove la rapida attuazione frutto di una corsa di soli 2mm è paragonabile a quella di un lineare Red o Black.

In alternativa è disponibile la variante con gli MX Speed, un'evoluzione degli MX Red e probabili successori di questi ultimi in ogni tastiera da gioco per FPS, di cui abbiamo parlato in occasione del lancio esclusivo sulla K70 RAPIDFIRE.


CORSAIR K95 RGB Platinum 5. Prova sul campo 1 


Lasciata la scelta della variante alle preferenze personali, come è giusto che sia, le capacità di gestione delle pressioni da parte dell'elettronica sono un punto fermo in questa tastiera, con la presenza di un antighosting totale con modalità N-key Rollover o NKRO.

Questo significa che la K95 RGB Platinum è realmente capace di tradurre ogni pressione di un qualsiasi gruppo di tasti in un preciso input al sistema, assicurando un controllo affidabile ed istantaneo nelle mani del giocatore.

Si tratta di un fattore di primaria importanza, sia per utenti navigati che casual gamer, essenziale negli FPS come in ogni altro Action, anche single player, per la migliore esperienza di gioco.


CORSAIR K95 RGB Platinum 5. Prova sul campo 2


La K95 RGB Platinum è anche capace di adattarsi alle necessità specifiche di certe tipologie di giochi con l'ausilio di due set extra di tasti da montare secondo necessità, il primo per FPS come l'ultimo Ghost Recon Wildlands ed il secondo per MOBA come l'intramontabile League of Legends.

I due set sono pensati e progettati con forme diverse per assecondare la differente posizione delle dita nelle due "discipline" e, sebbene siano decisamente d'impiccio per la scrittura veloce, gioca un ruolo fondamentale il fatto di riconoscerli al tatto quando un gioco richiede l'uso di molti tasti extra, come appunto l'ultimo shooter targato Tom Clancy's.

Molti avrebbero preferito più semplicemente una texture particolare lasciando l'impronta dei tasti cilindrica, tanto da migliorare l'esperienza in gioco senza compromettere il resto, tuttavia siamo di fronte ad una scelta compiuta e su questo c'è poco da discutere.

Per quanto riguarda i tasti "G", a lato, l'uso di forme e texture particolari è oggettivamente positivo: riconoscere i nuovi tasti è istintivo e semplice poiché vengono ridotti, se non eliminati, gli errori di digitazione ed il loro numero è più che sufficiente per tutte le Macro che realmente servono in considerazione delle elevate capacità del software CUE 2.0 e dei profili disponibili.