Corsair Dominator Platinum DDR4 3400MHz LE Orange

9. Overclock

 

In questa serie di prove ci siamo limitati ad un leggero overclock del sistema, determinando la massima frequenza stabile per la CPU compatibilmente con il sistema di raffreddamento utilizzato, lo strap di quest'ultima ed il divisore di memoria più appropriato, impostando una tensione di esercizio massima per il VDRAM pari a 1,50V.

Come di consueto, abbiamo impostato in modalità "Auto" il valore del VCCSA visto che tale parametro risulta abbastanza ininfluente nei test con raffreddamenti convenzionali come quello da noi utilizzato.

Prima di passare al test vero e proprio in overclock sulle nostre Corsair Dominator Platinum DDR4 3400MHz Limited Edition Orange , abbiamo precedentemente provato ogni configurazione possibile per trovare la combinazione migliore tra la frequenza operativa delle memorie e quella della CPU, in relazione alla piattaforma in uso.

Corsair Dominator Platinum DDR4 3400MHz C16 su GIGABYTE X99-SOC Champion

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Impostando i timings secondo il profilo XMP "Extreme", nonostante l'ulteriore incremento delle tensioni rispetto a quelle utilizzate nei precedenti test di "Analisi degli ICs", non siamo riusciti ad andare oltre i 3483MHz precedentemente rilevati.

Un overclock inferiore al 2% potrebbe apparire come un risultato abbastanza deludente, ma in effetti non lo è considerando il fatto che, allo stato attuale delle cose, i kit di memoria in grado di raggiungere i 3400MHz nominali delle Dominator Platinum con raffreddamento a liquido sono veramente pochi.

Se a questo aggiungiamo anche che il nostro test prevede di spremere al massimo tutti i componenti del sottosistema composto da CPU e memorie spingendo il nostro 5930K fino a 4300MHz, il risultato ottenuto, anche in considerazione della stabilità di funzionamento e delle temperature accettabili, riteniamo che sia più che soddisfacente.

Ricordiamo inoltre ai lettori che il controller delle memorie integrato nelle CPU Haswell-E tende a perdere parte della sua efficienza in modo proporzionale all'overclock applicato sulle stesse e alla temperatura raggiunta.

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Dopo aver testato le memorie con i timings di targa, abbiamo effettuato ulteriori prove mirate alla ricerca di frequenze più elevate con valori del CAS maggiori rispetto a 16, ma con esito negativo.

Vanificata la possibilità di spremere ulteriormente il kit di memorie sul fronte delle frequenze, abbiamo verificato la possibilità di ottenere prestazioni più elevate tirando un pò i timings rispetto a quelli di targa, ottenendo risultati abbastanza interessanti.

Il nostro kit è stato in grado di raggiungere la ragguardevole frequenza di 3447MHz a CAS 16 utilizzando un TRCd +0, ovvero a 16-16-16-35-1T.

Tale risultato è frutto di un'attenta progettazione del kit di memorie, che sfruttano degli ICs selezionati in maniera tale da garantire timings particolarmente aggressivi in virtù di una buona tolleranza all'overvolt e di un sistema di dissipazione particolarmente performante.

 

Overclock CPU Cache

Sugli ormai datati processori Intel Bloomfield e Lynnfield si indicava con il termine "Uncore" quella parte della CPU non compresa nei core e nelle cache L1 e L2 ad essi associate: più specificatamente parliamo della memoria cache L3, il controller QPI/DMI e l'IMC.

In pratica, andando ad agire sul parametro "Uncore Frequency", con l'ausilio di opportuni moltiplicatori presenti all'interno del BIOS, si cercava di innalzare leggermente le prestazioni del sistema a patto che questo rimanesse poi stabile.

I nuovi processori Haswell-E, pur avendo un'architettura diversa, prevedono ancora al loro interno l'IMC e la memoria cache ad esso correlata, dandoci la possibilità di variare la frequenza della stessa tramite una voce presente sul BIOS che, nel caso specifico della GIGABYTE da noi utilizzata, mantiene inalterata la vecchia nomenclatura di "Uncore" in luogo del più corretto termine CPU Cache.

Come per le nostre precedenti recensioni sulle memorie DDR4, siamo andati a verificare l'andamento delle prestazioni del nostro sistema al variare di tale parametro.

Pertanto abbiamo effettuato dei test di memory bandwidth tramite AIDA64 impostando i valori di seguito riportati e variando esclusivamente la frequenza CPU Cache da un minimo di 3066MHz ad un massimo di 4216MHz, nello specifico:

• CPU Frequency 4080MHz
• CPU Strap 125 MHz
• RAM Frequency 3400MHz
• Timings 16-18-18-36 1T

Come abbiamo avuto modo di constatare sulle precedenti recensioni, nella nuova piattaforma Intel, la frequenza della CPU Cache riveste un ruolo di primaria importanza ai fini delle prestazioni, in particolare nella produzione della larghezza di banda delle memorie, ed il grafico soprastante non lascia adito a dubbi in tal senso.

Confrontando i dati ottenuti con quelli del grafico precedente possiamo notare che l'incremento di bandwidth ottenuto con l'aumento della frequenza di tale parametro è notevolmente superiore a quello ottenuto agendo solo sulla frequenza delle memorie.

Quanto appena detto, però, non toglie il fatto che poter utilizzare un kit di memorie ad altissime prestazioni permetta di avere un impatto ancora più devastante rispetto all'aumento della sola frequenza della CPU cache sulle prestazioni globali del sottosistema.

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Dopo aver constatato che piccoli incrementi della frequenza della CPU Cache sono in grado di produrre notevoli miglioramenti nella larghezza di banda, andremo ora a verificare in che misura aumenta la velocità di elaborazione del nostro sistema in un contesto reale, che si avvicini quanto più possibile alle operazioni che svolgiamo quotidianamente sul PC.

A tale scopo un test di codifica video come HandBrake, effettuato con le modalità descritte in precedenza, ci può sicuramente fornire un quadro più chiaro sui reali vantaggi ottenuti applicando un overclock alla CPU Cache. 

Come potete osservare, il tempo di elaborazione necessario alla conversione del film diminuisce di cinque secondi netti, passando da 3060MHz a 3449MHz, mentre negli step successivi il guadagno si attesta sui tre secondi.

Il vantaggio ottenuto, se visto sotto l'ottica di un utilizzo quotidiano del PC risulta talmente trascurabile rispetto al tempo totale di elaborazione, da non giustificare il rischio a cui si sottopone la CPU con l'overvolt applicato.

Diverso è invece il discorso per chi fa dell'overclock una professione, dove anche i centesimi di secondo nel completamento di un benchmark possono fare una grande differenza!