5. Prestazioni e Response Time


Qualche piccola specifica tecnica prima di analizzare in dettaglio quello che ha da offrire questo monitor lato prestazionale.

Il ROG Swift PG259QNR integra un modulo G-SYNC dedicato alla gestione del nuovissimo sistema NVIDIA Reflex e del refresh rate variabile (VRR).

Il pannello passa da 1 a 360Hz sotto DisplayPort garantendo massima fluidità in ogni circostanza e, a migliorare ulteriormente l'esperienza utente, il modulo G-SYNC gestisce una funzionalità chiamata "Variable Overdrive" che regola response time e contiene l'overshoot in base alla frequenza d'immagine.

Da specifiche il monitor supporta la visualizzazione di contenuti HDR, ma si tratta di un'integrazione del tutto basilare, inserita più per ragioni di marketing che di concreto utilizzo.

Il monitor, inoltre, opera sempre entro l'area sRGB e non dispone di Local Dimming.

E, sempre in ambito marketing, ci togliamo l'ultimo sassolino dalla scarpa nominando i 10-bit di profondità colore ottenuti con la classica configurazione 8-bit+FRC, anche se nessun connettore in dotazione offre abbastanza banda per poterne usufruire a 360Hz.

Non vogliamo soffermarci oltre su questo punto, sia perché pochi titoli offrono il supporto ai 10-bit, secondariamente perché siamo leggermente al di fuori del target a cui punta questo prodotto.

Se il vostro interesse primario è avere la massima resa cromatica, il mercato di oggi offre numerose soluzioni QHD o 4K che risulteranno sicuramente più adatte a questo scopo.


Cenni introduttivi e metodologia di test

I test a seguire sono volti alla misurazione dei tempi di risposta del monitor, principale indicatore prestazionale in situazione di gioco.

Per introdurre brevemente l'argomento, il response time è essenzialmente il tempo impiegato da un pixel (o un insieme di pixel) per passare da uno stato ad un altro o, più banalmente, da un colore ad un altro.

Un monitor con response time basso offre un'esperienza visivamente più fluida e meno disturbata da effetti quali ghosting, motion blur e molti altri.

Concretamente, minore è il response time, migliore sarà la visibilità degli oggetti in movimento.

È inoltre importante discernere i due parametri MPRT (Moving Picture Response Time) e GtG (o G2G, Grey-to-Grey).

Il primo è il tempo di permanenza di un pixel in un dato stato, il secondo è invece il tempo impiegato da un pixel per raggiungere il suddetto stato.

Il parametro "reale", o comunque più significativo, è il GtG, rappresentando il reale tempo che decorre tra segnale digitale ed emissione della luce.

Per ragioni legate al marketing, quasi tutti i monitor gaming recenti riportano la dicitura "1ms Response Time", ma per molti di essi si fa riferimento ai valori MPRT ottenuti tramite backlight strobing, mentre il reale tempo di risposta GtG si attesta tra i 4ms e gli 8ms.

Anche il PG259QNR promette tempi di risposta di 1ms che, ricordiamo, montando un pannello IPS sarebbero decisamente notevoli.

Andiamo quindi a verificare come si comporta il monitor all'oscilloscopio.


ASUS ROG Swift PG259QNR 5. Prestazioni e Response Time 1  ASUS ROG Swift PG259QNR 5. Prestazioni e Response Time 2 


Per eseguire i test di response time abbiamo utilizzato un fotosensore custom appositamente realizzato per poter visualizzare tramite oscilloscopio la curva di salita (o discesa) del pixel con una sensibilità di 20ns (nanosecondi), così da ottenere una precisione di lettura ben al di sopra della soglia significativa di 0.01ms.


Test sul response time

Nelle tabelle a seguire potete vedere il tempo di risposta a 360Hz nelle tre impostazioni di Overdrive disponibili: Off, Normal ed Extreme.

Nella tabella di destra invece è indicato l'overshoot (o undershoot) percentuale.


Overdrive OFF

ASUS ROG Swift PG259QNR 5. Prestazioni e Response Time 3 


Overdrive Normal

ASUS ROG Swift PG259QNR 5. Prestazioni e Response Time 4 


Overdrive Extreme

ASUS ROG Swift PG259QNR 5. Prestazioni e Response Time 5 


Come da aspettativa, l'attivazione dell'overdrive (Normal) migliora notevolmente il response time del pannello che, nativamente, si attesta su un più che accettabile 5.5ms GtG medio.

Il passaggio da Normal a Extreme è invece meno marcato, saltando da una media di 2.4ms a soli 2.2ms.

L'impostazione Normal è senza dubbio la migliore, unendo response time eccellenti ad un overshoot nettamente contenuto e difficilmente osservabile.

Pienamente raggiunto anche il valore goal di 1ms nei punti di picco minimo.

La media di 2.4ms rende questo monitor uno dei più veloci IPS presenti sul mercato e assottiglia ancora di più la differenza con la tecnologia TN.

Il profilo Extreme non offre un incremento abbastanza significativo da giustificare l'introduzione di un overshoot così marcato, che si manifesta tramite aloni chiari che inseguono gli oggetti in rapido movimento, fenomeno più comunemente chiamato "inverse ghosting".

Per completezza citiamo la presenza di una funzione di strobing che prende il nome di ULMB.

L'applicazione teorica è quella di migliorare la motion clarity andando letteralmente a "tagliare" il blur di movimento.

Questa funzionalità è però attivabile solamente a 144Hz e 240Hz, disabilitando il G-SYNC.

Riteniamo, pertanto, che sia un totale controsenso sacrificare le due principali peculiarità di questo monitor per fare uso di uno stratagemma che può solo andare a peggiorare l'esperienza ottenuta con il refresh nativo di 360Hz e il G-SYNC attivo (o FreeSync nel caso di utilizzo in abbinamento ad una scheda AMD).


Motion clarity

Procediamo con i test di routine con il praticissimo tool TestUfo di BlurBusters, ormai standard di mercato per visualizzare eventuali artefatti o altre caratteristiche che possono impattare sulla motion clarity.

Per eseguire questi test abbiamo utilizzato una fotocamera montata su una rotaia orizzontale impostata su una velocità di scatto adeguata per la lettura dei 360Hz.


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Le fotografie conformi ai risultati ottenuti dai test all'oscilloscopio ci forniscono un'ulteriore conferma riguardo alle impostazioni di overdrive Normal, che forniscono un perfetto bilanciamento tra qualità d'immagine e basse latenze.

Il risultato è palese, con ghosting praticamente inesistente ed una chiarezza d'immagine quasi assoluta, il tutto senza utilizzo di tecniche di Strobing.

Per spendere due parole sulle altre modalità, possiamo brevemente dire che la disattivazione dell'overdrive porta risultati comunque discreti anche se non del tutto adeguati a garantire un'esperienza gaming di alto livello, mentre il profilo Extreme offre un gradino prestazionale ancora superiore al costo, però, di un pronunciato effetto di inverse ghosting che si manifesta con una scia chiara che insegue l'oggetto in movimento.