3. Visto da vicino - Parte seconda


Dalle foto del corpo principale avrete notato l'assenza di un pannello di Input/output in esposizione nella parte posteriore: questo perché ASUS ha magistralmente nascosto l'intera sezione dietro ad una cover magnetica che segue perfettamente le linee del display, ricavando in due punti differenti due fori di uscita con le rispettive guide per una migliore gestione dei cavi.


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Una volta "scoperta" la sezione, troviamo una vasta fornitura di porte composta da:

  • 1x DisplayPort 1.4;
  • 2x HDMI 2.1;
  • 2x HDMI 2.0;
  • 1x USB-B;
  • 2x USB 3.0;
  • 1x S/PDIF.


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Una terza porta USB 3.0 è collocata lungo il bordo inferiore, insieme ad un uscita jack da 3,5mm.


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Sulla destra del retro del monitor è ricavato l'ingresso IEC C14 di alimentazione.


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Infine, nella parte alta, immediatamente sopra alle feritoie per la dissipazione del calore, ASUS ha collocato una piccola filettatura fotografica da ¼ di pollice ed una presa USB ulteriore, utile per collegare webcam o altri dispositivi di streaming.


Funzionalità software dedicate al controllo della tecnologia OLED

Come anticipato nella sezione introduttiva, al fine di garantire un'esperienza desktop priva di compromessi, ASUS ha dovuto lavorare intensamente sull'implementazione e ottimizzazione di alcune funzionalità dedicate che possiamo trovare all'interno dell'OSD.

Tra le principali criticità della tecnologia spiccano il fenomeno di burn-in, la leggibilità del testo ed il sistema ABL (Auto Brightness Limiter) che riduce sensibilmente la luminosità massima in base alla dimensione della schermata di colore chiaro presente a schermo.


Protezione da burn-in

Il sistema di protezione anti burn-in si compone di 4 funzionalità:

  • Screen Saver, altrimenti chiamato ASBL (Automatic Static Brightness Limiter). Abilitando questa opzione il display riconoscerà automaticamente immagini o finestre statiche a schermo, abbassando temporaneamente la luminosità per poi riportarla al valore originario non appena l'elemento statico verrà mosso. Uno degli scenari più comuni in cui possiamo vedere all'opera questo sistema è durante la stesura di testi. Qui, dopo alcuni minuti il sistema si attiva per poi disabilitarsi rapidamente non appena muoveremo o chiuderemo la finestra.

    Durante i nostri test non abbiamo notato anomalie a livello di funzionamento, intervenendo solo quando necessario. È comunque utile e non scontata la possibilità di disabilitare totalmente la funzione che, su molti televisori OLED inclusi LG C1 e C2, è invece sempre attiva.

  • Pixel Cleaning, questa procedura avvia un software interno di pulizia dei pixel che dovrebbe migliorarne la longevità. Può essere lanciata manualmente oppure, passate 8 ore di attività dall'ultimo Pixel Cleaning, partirà automaticamente al primo spegnimento del display.
    La procedura ha una durata all'incirca di 5 minuti durante il quale lo schermo sarà apparentemente spento.

    Allo scoccare delle 8 ore saremo avvisati da una piccola finestra in basso a destra, che si ripeterà ogni 4 ore fino all'avvio del Pixel Cleaning. Soluzione fastidiosa ma necessaria di cui apprezziamo la scelta di posizionamento in quanto poco invadente durante giochi online.

  • Screen Move, più comunemente chiamato Pixel Shift. Tecnica adottata da anni nel settore che sposta leggermente l'intera schermata ad intervalli regolari. ASUS implementa 4 diversi livelli di movimento, ciascuno più intenso ed efficace.

    Durante le fasi di gioco o di consumo di contenuti è praticamente impossibile da notare, mentre per applicazioni office di rado potremo notare lo spostamento, comunque visivamente lieve anche in modalità "Strong". Anche in questo caso è possibile disabilitare del tutto la funzione o, possibilmente, abbassarla al minimo.

  • Adjust Logo Brightness: questo sistema rileva automaticamente loghi o altri elementi statici come l'interfaccia di gioco, regolandone lievemente la luminosità. Guardando molto attentamente possiamo notare un leggero intervento su icone desktop e, ad esempio, sull'interfaccia utente fissa di League of Legends. La regolazione rimane comunque talmente lieve da essere impercettibile durante l'utilizzo regolare.


Text clarity

A differenza dei display LCD a cui siamo abituati, gli attuali pannelli OLED utilizzano un layout di subpixel che differisce dal classico approccio RGB sul quale tutte le applicazioni sono calibrate.

Al fine di ottenere nitidezza e perfetta leggibilità del testo, il sistema operativo e la maggior parte dei software applicano al testo una sorta di "anti-aliasing" chiamato Sub-pixel Text Rendering che, per ragioni di standardizzazione del mercato, dà per scontato che il display sia di tipo RGB.

Come inizialmente per i pannelli BGR poi supportati con il tool di Windows "Modifica Testo ClearType", anche le tecnologie LG OLED e Samsung QD-OLED soffrono momentaneamente di questa mancanza lato ottimizzazione software.


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Nel caso specifico del ROG Swift OLED PG42UQ, la struttura di subpixel è di tipo RGBW.

Trattandosi di una soluzione lineare simile all'approccio classico RGB, il fenomeno di "color fringing" è decisamente più contenuto rispetto alla struttura triangolare adottata dai pannelli Samsung.

Nonostante ciò, la situazione comparativa mostrata dal marketing aziendale non rispecchia propriamente la realtà, in quanto la leggibilità risulta buona, ma non del tutto perfetta.

Questo problema può essere totalmente risolto tramite l'utilizzo di software di terze parti.


Uniform Brightness

Uno dei più discussi difetti che affligge la tecnologia OLED è l'Auto Brightness Limiter, fenomeno causato dai limiti fisici del monitor stesso che deve rientrare nei parametri di consumo massimi.

Mostrare una schermata totalmente bianca alla massima luminosità causerebbe un picco di carico sia a muro, che su tutta la componentistica.

Concretamente, rimanendo in tema utilizzo desktop, possiamo notare un rapido crollo di luminosità al crescere dell'APL (Average Picture Level), ovvero della percentuale di schermo occupata da un elemento di colore chiaro.


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Al fine di migliorare questa caratteristica innata e purtroppo indesiderata del pannello, il ROG PG42UQ dispone di una modalità chiamata "Uniform Brightness" che, una volta attivata da OSD, limiterà il livello massimo di luminosità riducendo, al contempo il divario tra diversi APL e migliorando notevolmente il picco minimo al 100%.

A riguardo, qualora il vostro esemplare arrivi con firmware V028, consigliamo vivamente l'aggiornamento alla versione V031 (scaricabile a questo link) che migliora notevolmente sia l'ABL che la modalità Uniform Brightness, raggiungendo un picco di luminosità sostenuto ad APL 100% di circa 195nits contro gli approssimativi 120 della versione precedente.

Vi lasciamo, a seguire, una galleria che mostra l'OSD e tutte le funzionalità disponibili per questo modello.


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Presente, infine, la possibilità di regolare le principali impostazioni del monitor comodamente da desktop tramite il software ASUS DisplayWidget.


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Tramite quest'ultimo avremo pieno controllo di tutti i profili GameVisual, delle funzioni GamePlus, di una ricca selezione di layout PiP/PbP e delle impostazioni di sistema.