2. Visto da vicino


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Il ROG Gladius II è un progetto che nasce sulla base di forme "classiche", per giocatori destrorsi, riconoscibili e già sviluppate anni fa su alcuni mouse che hanno fatto la storia del settore, come l'Intellimouse, con il tempo diventate uno standard in virtù di un'ergonomia non ulteriormente migliorabile.


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La scocca fa uso di una plastica nera molto liscia a contatto con la mano e, ovviamente, non rifinita sul resto delle superfici non visibili e non impugnabili, mentre avvistiamo l'uso di inserti in gomma sui lati del mouse, una soluzione ormai inflazionata.


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Nettamente diverso rispetto al passato, il lato destro fa uso di un pulsante extra che potremmo denominare "sniper button", in quanto pensato originariamente per consentire una rapidissima riduzione della sensibilità in gioco attraverso l'uso di un livello di DPI inferiore.

Coerentemente con i giudizi espressi in passato, non amiamo particolarmente aggiunte non necessarie in un mouse pensato per una vasta utenza, come il GLADIUS II appunto, in quanto spesso potenzialmente deleterie.

In ogni caso su questo aspetto lasceremo parlare il mouse nella prova sul campo.


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Il frontale mostra un profilo accentuato dei pulsanti principali, decisamente utile per mantenere in posizione le dita e sentire il comportamento degli stessi in maniera più precisa.


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Motivi stile maya anche per il grip laterale, molto esteso e pratico per le dita a riposo, e per la rotellina di scorrimento, di dimensioni generose e caratterizzata, peraltro, da un'ottima qualità meccanica (assenza di gioco, grip tattile, click).


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Il sensore  ottico, un PixArt PMW 3360 da 12000 DPI, trova spazio al centro di una base pulita e senza caratteristiche particolari che, quindi, adotta una disposizione standard per i pad in teflon situati ai quattro angoli.


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Da qui abbiamo accesso inoltre al sistema "rapido" di smontaggio del mouse, una caratteristica distintiva del GLADIUS come anche dello SPATHA e dei SICA, STRIX e IMPACT, che ci consente di accedere agli interni.

Al contrario del primo GLADIUS, la sua evoluzione prevede le viti principali posizionate sotto appositi gommini e non costringendosi alla rimozione dei pad in teflon, azione che li danneggia irreparabilmente e ci obbliga a sostituirli.

Nel complesso il sistema è solido, notabile fra le altre cose l'alloggiamento in metallo e non in plastica per le quattro viti, ma consigliamo di svolgere tali operazioni solo se strettamente necessario e facendo molta attenzione in fase di riassemblaggio: un montaggio impreciso può compromettere la funzionalità dei pulsanti principali.


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Dopo aver rimosso i tappi in gomma e le viti, abbiamo la possibilità di sostituire gli switch principali dei pulsanti destro e sinistro, ovvero quelli soggetti ad usura, facilmente estraibili perché installati su socket e non saldati come su tutti gli altri mouse.

Quelli installati appartengono alla serie D2FC-F-K (50M) e sono prodottoti Kailh, un'azienda la cui reputazione non è al livello della giapponese Omron, ma in costante crescita e piuttosto impegnata a farsi un nome spendibile nel settore.


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In alto un close up sul sensore, un PMW 3360DM, versione commercializzata del PMW 3366 sviluppato da PixArt-Logitech.


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Contrariamente a molti mouse del medesimo segmento, il ROG GLADIUS II opta per un sistema modulare di cablaggio, solidissimo e funzionale, grazie ad una leggera inclinazione che solleva il cavo leggermente rispetto al piano.


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Essenzialmente pensato per favorire l'uso in mobilità del mouse, che comunque non usa una tecnologia wireless, il sistema si basa su un bundle di due cavi, uno corto ed in gomma per l'uso con notebook (e in postazioni dove il case è sulla scrivania) ed uno lungo classico con rivestimento cordato da 2 metri di lunghezza.

Entrambi sono placcati in oro per la massima resistenza all'ossidazione.


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Una volta acceso, saltano all'occhio subito le zone con illuminazione RGB la cui qualità, sia in termini di diffusione che di luminosità, è in linea con le nostre aspettative.