La posizione di AMD sul fenomeno mining 1 


A seguito della decisione presa da NVIDIA riguardo l'intenzione di fare uscire una linea di prodotti dedicati al gaming tagliando drasticamente, al contempo, la potenza di calcolo specifica sulle proprie schede video Ampere, operazione che nei fatti si è dimostrata disastrosa, anche AMD è intervenuta sull'argomento e per bocca di Nish Neelalojanan, suo product manager, ha affermato "che non metteranno freni ad alcun carico di lavoro, mining compreso".

Non sarà AMD, quindi, a decidere cosa possono o non possono fare i propri clienti con il loro hardware.

Nish ha poi continuato sottolineando come "la gamma di prodotti RDNA2 siano stati specificamente orientati e ottimizzati per i carichi di lavoro di gioco".

Ci sono alcune "scelte architetturali" su RDNA2 che riducono automaticamente le prestazioni quando si tratta di mining come Infinity Cache, ad esempio, che offre un tangibile boost a scapito della larghezza di banda della memoria complessiva (un aspetto di fondamentale importanza per il mining).

Questo è il motivo per cui la top di gamma Radeon RX 6900 XT offre più o meno le stesse prestazioni per il mining di Ethereum di 54 MH/s della RX 5700 XT basato su architettura RDNA di precedente generazione.

Ne consegue, ovviamente, una maggiore attenzione dei miner verso i prodotti di casa NVIDIA che  con la sua GeForce RTX 3090 è in grado di sfoderare un hashrate di ben 120 MH/s.

Ciò detto, non è un mistero che AMD stia lavorando su una linea di prodotti specifici basati su tecnologie precedenti in grado di soddisfare la domanda di mining, come da noi già riportato in questa news.