player1:thin client+voyage - player2:futros450+Debian > Usb Transport: I2soverUSB + DAC (6x1704+I/V a tubi) - Attenuatore passivo Lightspeed
Ampli finale: OTL 6C33 - MyRef Fremen Ed. - Diff.: Diapason Adamantes II - Guida LMS+Squeezelite - B
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Ampli finale: OTL 6C33 - MyRef Fremen Ed. - Diff.: Diapason Adamantes II - Guida LMS+Squeezelite - B
Niente, ma prima di "scoprire" il mondo del DIY le uniche possibilità erano PRO o HOME (quest'ultima limitata in genere ai 2 canali)
L'alternativa ad un DAC pro quale l'HAPI potrebbe essere:
USB Audio - Rigisystems
e 2 chip 8 canali
AK4458VN | Product | AKM - Asahi Kasei Microdevices
o 8 a 2 canali
AK4490EQ | Product | AKM - Asahi Kasei Microdevices
Volendo un dac NOS
PCM1704 R2R Isolated nonoversampling NOS Audio DAC with FIFO reclock - DIYINHK
Federico è passato da un DAC USB di alto livello (8k di costo) all'Hapi che costa la metà. La natura PRO dell'Hapi è la sua estrema linearità e chiarezza, non sbava mai nella configurazione che usiamo Federico e io. Bisogna ascoltarlo nella nostra configurazione per farsi un'idea, altrimenti stiamo a parlare del sesso degli angeli
Comunque con la mia macchina funziona tutto, upsampling fino a DSD128. Non riesco a farlo con DSD256.
Per la descrizione del protocollo c'è diversa documentazione sul relativo sito.
Questioni da risolvere non ce ne sono, nel senso che se c'è modo di implementare il channel mixer a livello di driver e/o firmware ben venga, ci permetterà di fare pcm-dsd, viceversa già senza upsampling a DSD il risultato è il migliore che abbia mai sentito.
Il costo del nadac lo trovo fuori misura, quello dell'hapi in linea con il valore e l'innovazione dell'oggetto.
Ciao, Marco.
"Any intelligent fool can make things bigger, more complex, and more violent. It takes a touch of genius -- and a lot of courage -- to move in the opposite direction."
— E. F. Schumacher (mis-attributed to A. Einstein)
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Autore della patch R2 per Squeezelite e del plugin C-3PO. note libere
Logitech media Server 7.9 > miniPc + squeezelite-R2 / SB+ > "Lu Scalmentu" NOS R2R DAC by TubeOne/ AudioResearch DAC 1-20 >
Klimo Merlino Gold TPS > DIS Interconnect > Kent Gold > Reference > Monitor Audio Studio 20 SE
Premesso che da sempre sono un fautore convinto del collegameno Ethernet uso audio, mi pare che in questi giorni stiamo assistendo all'ennesima ubriacatura audiofila e non solo qui.
Contestavo a suo tempo chi definiva i player di rete come 'mid fi', chi vedeva la rete come 'il diavolo': solo "USB" aveva i numeri per poter accedere all'empireo dell'Hi End.
In ambiente pro ne hanno sempre riso: come ci collegate il mixer con il palco con USB che arriva massimo a a 3m? Hanno dovuto fare i conti con i problemi, principalmente la latenza (fondamentale in fase di registrazione/produzione, meno in ascolto) da cui i protocolli di cui stiamo parlando.
A noi serve tutto ciò? Non per i motivi per cui sono stati inventati, di certo, però possiamo trarne giovamento, dato che - grazie a Paolo (Unixman) per avermelo spegato così chiaramete - mediante AES67 l'apparecchio viene 'visto' come se fosse connesso mediante una connessione punto punto (stile USB), il che richiede una significativa riduzione delle capacità di elaborazione dei processori on board, che risultano quindi analoghi all'XMOS, per intenderci, dato che non devono eseguire nessun sistema operativo, con le conseguenti - potenziali - migliori performance in merito ai disturbi generati nell'immediata prossimità del dac.
Quindi i vantaggi dell'infrastruttura di rete senza le complicazioni. Sembrebbe di si, ma vedo già profilarsi all'orizzonte i cavi all'ossido di tungsteno anodizzato con twistatura eseguita a mano da vergini battriane ad inviluppo destrorso, gli switch ricavati dal pieno di platino amagnetico (i truccioli vengono forniti a corredo, su richiesta, altrimenti donati ad OMG attive nella salvaguardia delle biodiversità nei paesi penalizzati dal digital divide) ed i relativi gruppi elettrogeni su base Lombardini 3000 Diesel.
Quella che nasce come una semplificazione per risultare in una astrazione o almeno in una maggiore indipendenza dall'infrastruttura 'fisica' sottostante, rischia di diventare un nuovo pantano abitato da voracissimi pesci predatori, pronti ad avvalorare qualsiasi panzana possa consentire la vendita di un nuovo apparecchio, di cui domani, passata la moda, non sentiremo più parlare (non parlo dell'HAPI, ma dello switch Bvlgari).
Ciao, Marco.
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