Per gli amanti dell'Organo da Chiesa..

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  1. #1
    nibble L'avatar di magnetor
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    Predefinito Per gli amanti dell'Organo da Chiesa..

    A poco più di 25 anni dalla scomparsa di questo grande organista e direttore d’orchestra, mi piace ricordarlo con questo coinvolgente racconto di Federico Borsari, tratto da uno dei suoi siti web.

    «Parlare di Karl Richter è per chi scrive tornare indietro nel tempo di tanti anni e ripescare ricordi musicali ed organistici che sempre rimarranno indelebili nella memoria.
    Ho avuto modo di ascoltare dal vivo un concerto di Karl Richter sull’organo Serassi di Serravalle Scrivia (uno dei migliori e più grandi strumenti realizzati da questa storica ditta) nel Settembre dell’ormai arcaico anno 1971. Avevo allora sedici anni, l’organo era la mia passione già da diverso tempo e le incisioni discografiche di Richter erano per me l’assoluto dell’interpretazione bachiana organistica. Richter arrivava a Serravalle preceduto dalla sua grandissima fama di sommo vate della musica del Kantor di Lipsia e da una ben meno lusinghiera fama di bevitore accanito di buon vino, cosa che faceva affermare ai suoi detrattori locali che le sue performances organistiche “live” ben diverse sarebbero state rispetto a quelle di cui faceva sfoggio in sala di incisione. Ma ben poco mi importava di questa del tutto secondaria nomèa e così, insieme ad un amico, fummo con ben notevole anticipo sul luogo del misfatto. Il concerto era fissato per le quattro del pomeriggio e alle due e mezza i posti a sedere erano già tutti occupati; un’ora dopo c’era chi si doveva accontentare di sedersi per terra o a cavalcioni delle balaustrate degli altari mentre i soliti ritardatari dovettero rimanere fuori.
    Le quattro erano suonate da pochi minuti quando Karl Richter, in completo blu notte, giacca, cravatta e panciotto, si affacciava dalla balconata dell’organo per ricevere il primo, fragoroso applauso. E via ad incominciare. In programma tutto Bach e tutto a memoria: Passacaglia, Preludi e Fughe, Corali, Variazioni, e chi più ne ha più ne metta. Dopo il primo brano Richter si toglie la giacca, dopo il secondo scompare il panciotto, dopo il terzo è la cravatta a volare via mentre dal quinto brano il Nostro suona in maniche rimboccate di camicia. In chiesa silenzio di tomba, tutti ipnotizzati, tutti col naso volto all’insù verso quella che, indubitabilmente, è solo ed esclusivamente MUSICA, la musica del grande Johann Sebastian Bach che rivive sotto le dita di questo Grande Organista e che si rovescia su di noi, annullando ogni nostra reazione critica ed ogni tentativo di ribellione… Siamo tutti affascinati e rapiti dal modo di interpretare di quello che è, e si conferma, uno dei più grandi interpreti di tutti i tempi.
    Non è previsto intervallo e lui, lassù, macina un brano dopo l’altro, senza stancarsi, senza tentennare, senza un benché minimo segno di debolezza. Dopo ogni brano viene giù la chiesa dagli applausi e lui, infaticabilmente, si risiede alla consolle e ce ne propone un altro. Ormai il programma di sala è terminato; si parte con i bis, che poi bis non sono perché Richter propone altri brani di Bach. Uno, due, tre, quattro… non li contiamo più, e lui continua imperterrito a suonare e a ricevere applausi ed ovazioni senza fine. Ragazzi, forse non lo avete capito, ma Bach è proprio qui tra di noi!
    Finalmente si spengono le note dell’ultima Fuga e, dopo un’ovazione da stadio, Karl Richter si ritira. Ancora abbacinati da tutto questo ben di Dio, ritroviamo l’intelletto per guardare l’orologio… sono quasi le sette di sera!.. Richter ha suonato per quasi tre ore senza fermarsi mai… Dopo non aver creduto alle nostre orecchie, quasi non crediamo ai nostri occhi.
    Questo è stato, per me, Karl Richter.
    Karl Richter nasce a Plauen il 15 ottobre 1926. All’età di dodici anni inizia a frequentare la Kreuzschule di Dresda, dove inizia lo studio dell’organo. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, lo troviamo allievo di Straube e Ramin presso il Kirchenmusikalisches Institut di Lipsia. Terminati gli studi assume l’incarico di organista presso la Thomaskirche di Lipsia, degno successore del grande Johann Sebastian Bach. Si trasferisce poi a Monaco, dove insegna, a partire dal 1951, presso la Staatliche Hochschule für Musik. Nella stessa città è organista presso la chiesa di San Marco e diventa direttore del Münchner Bach Chor, un ensenble corale che sotto la sua direzione assumerà un’importanza a livello internazionale per le perfette ed ineguagliabili interpretazioni delle Cantate bachiane, che proporrà anche in incisioni discografiche che ancora oggi rimangono punti fermi nell’interpretazione dell’opera di Bach.
    Attivissimo come organista, Konzertmeister e Kapellmeister, Karl Richter diventa ben presto, assieme ad Helmut Walcha, uno dei più grandi interpreti bachiani di tutti i tempi ed intraprende con enorme successo la carriera concertistica internazionale, che lo porta ad esibirsi in ogni parte del Mondo per proporre forse una delle migliori interpretazioni bachiane che si siano mai potute ascoltare. Incide moltissimi dischi sia come organista e clavicembalista, sia come direttore dell’Orchestra Bach di Monaco (un’altra formazione che sotto la sua direzione assurgerà a fama internazionale) e del già citato Münchner Bach Chor.
    Karl Richter muore a Monaco il 15 Febbraio 1981, a soli cinquantacinque anni, dopo essere stato, senza alcun dubbio, uno dei più grandi organisti del secolo scorso e, sicuramente, uno dei più grandi interpreti bachiani di tutti i tempi. La sua figura musicale campeggia e giganteggia nel panorama musicale internazionale e la sua attività e la sua opera nel campo della riproposizione e valorizzazione del repertorio bachiano hanno aperto la strada a quella che, attualmente, è la nuova filologia storico musicale secondo la quale la figura e l’opera del Kantor di Lipsia hanno assunto ed assumono sempre più un’importanza ed una vitalità che ogni giorno si accresce di nuove, importanti scoperte.»

    Per chi, come il sottoscritto, non ha mai potuto vederlo e sentirlo suonare dal vivo, queste belle testimonianze, insieme all’ascolto dei suoi dischi, rappresentano l’unica via per sognare.

  2. #2
    exbibyte L'avatar di wasky
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    Qualcuno sa perchè la Chiesa utilizzava un Organo per le funzioni ?

    C'è una citazione nell'uso delle note basse nel libro di Heinlein "Sesta Colonna"

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  3. #3
    nibble L'avatar di magnetor
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    Originariamente inviato da wasky
    Qualcuno sa perchè la Chiesa utilizzava un Organo per le funzioni ?

    C'è una citazione nell'uso delle note basse nel libro di Heinlein "Sesta Colonna"
    Allora Robè per ciò che concerne l'utilizzo dell'organo in chiesa per le funzioni religiose sappi che quegli studiosi che affermano come l’organo non sia che uno strumento come gli altri, nato del 300 a.C., commettono un grave sbaglio storico.
    Quello strumento di cui parlano loro, non è l’organo che oggi si trova nelle nostre chiese, ma l’”hydraulòs”,il “flauto idraulico”, un’interessantissima macchina sonora, costituita da una piccola scatola di legno con su innestate le canne lignee di una siringa (una specie di flauto) e all’interno un sistema di gorgogliamento dell’acqua che permetteva alle canne di suonare.
    Era lo strumento usato negli odeion e negli anfiteatri, nelle pompe imperiali, nei trionfi dei generali, nella cultura pagana prima greca (l’inventore infatti è un greco, Ctesibio di Alessandria d’Egitto) poi romana.
    Ora, chi vuol vedere la continuità tra questo strumento e l’organo occidentale, commette un grave sbaglio esegetico ed ermeneutico. Si deve sapere che i padri della Chiesa Latina (gli apologeti, Sant’Ambrogio, Sant’Agostino), estinsero definitivamente dal culto l’uso di qualsiasi strumento, proprio perché ritenuto di origine profana, cioè non nato per servire la Divina Liturgia.
    Fu così che alcuni strumenti, di natura cerimoniale pubblica, addirittura sparirono nel continente europeo e l’idraulico subì la stessa sorte. Nell’VIII secolo, un giovane sacerdote, Giorgio da Venezia, venne chiamato per delle consulenze musicali presso la corte carolingia. Questo presbitero aveva compiuto la sua formazione religiosa presso Santa Sophia a Costantinopoli.
    La corte bizantina usava ancora l’idraulico per i fasti imperiali e don Giorgio aveva potuto studiarne il funzionamento e la costruzione. Ora, proprio a don Giorgio e ai monaci suoi allievi venne in mente un’idea straordinaria: perché non costruire uno strumento dedicato interamente a Dio, alla Liturgia e all’innalzamento delle anime?
    Don Giorgio pensò di prendere spunto dall’idraulico, ma di fatto e volutamente inventò uno strumento nuovo: lo “pneumatikòs”, cioè il “soffio del vento” (pneuma = vento). Perché eliminare addirittura il sistema idraulico? Perché il vento è uno degli elementi con cui si manifesta la Terza Persona della Santissima Trinità, lo Spirito Santo, il giorno di Pentecoste. In pratica, don Giorgio e i suoi allievi volevano un strumento che fosse sul serio “divinamente ispirato”. Il nome “organo” poi, è un ulteriore conferma della assoluta destinazione liturgica dello strumento. E’ assodato con ricchezza documentaria che il nuovo strumento ebbe i suoi primi impieghi nella sacra liturgia prima per raddoppiare e accompagnare le voci del coro gregoriano polifonico, che si chiamava appunto “organum”;
    poi addirittura per sostituire le voci nel caso in cui il coro fosse assente. Si comprenderà facilmente, allora, come i parlanti occidentali, ancora assai legati alla lingua latina (almeno nelle sfere culturali medio – elevate) adottarono per lo strumento la denominazione della sfera vocale: era il reggitore e il sostituto del coro, e quindi, anche nel nome, fu ad esso col tempo assimilato.
    Siamo arrivati al dunque. Il nuovo strumento infatti, assimila dal coro il nome, la tecnica polifonica corale e l’agogica (ovvero un ritmo libero, svincolato da rigide classificazioni metronomiche, quale è quello gregoriano): per tutti lo pneumatikòs è ora l’”organo”.
    Qualche musicista sciagurato ha detto che l’organo è finito disgraziatamente ad accompagnare le funzioni. E’ sbagliato! L’organo occidentale è stato pensato e voluto per accompagnare le funzioni ed oltre il 90% della letteratura organistica mondiale è musica liturgica.
    C’è un altro elemento da considerare. Se tu suoni un organo di una sala da concerto, di un teatro, di un conservatorio, allora veramente uno ci si può divertire quanto vuole.
    Ma Roberto sappi che se suoni un organo costruito in una chiesa, la cosa cambia radicalmente. Quello strumento è stato costruito per il bene delle anime e la lode di Dio, è stato benedetto con un’apposita preghiera, con l’aspersione dell’acqua santa e con l’incensazione. E’ divenuto quindi un sacramentale efficace per la salvezza, la conversione, la preghiera unanime del Popolo Santo di Dio. E come tale va visto l’organo liturgico. Non è affatto uno strumento come tutti gli altri, e l’organista non è affatto un musicista come tutti gli altri.
    Il suo strumento ha un compito e una grazia specifiche, e pertanto l’organista non è un semplice esecutore, ma un ministrante della Divina Liturgia.
    L’organo costruito in chiesa e benedetto per essa è lo strumento sacro per eccellenza. Non è un’etichetta, ma una sostanziale oggettiva realtà.
    Del resto così si esprimeva il Concilio Ecumenico Vaticano II nella Costituzione sulla musica sacra Sacrosanctum Concilium al numero 120: ” Nella chiesa latina si abbia in grande onore l’ organo a canne, come strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere mirabile splendore alle cerimonie della chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle realtà supreme” .
    Anche Benedetto XVI apprezza questo strumento come “il re degli strumenti musicali”. In un pronunciamento del 13 Settembre 2006 a Regensburg in Germania il Sommo Pontefice ha detto infatti: “L’organo, da sempre e con buona ragione, viene qualificato come il re degli strumenti musicali, perché riprende tutti i suoni della creazione e dà risonanza alla pienezza dei sentimenti umani”.

    Un saluto Luigi.

    P.S Sappiate che le frequenze subsoniche comprese in un range 1Hz-20Hz con una estensione (ottave) 4 non sono udibili dall'orecchio umano e sono di solito generate per esempio dai terremoti ma la percezione fisica di dette frequenze la si avverte solo dai grossi organi a canne delle chiese, se vi capiterà almeno una volta nella vita fateci una capatina anche per pura e semplice curiosità chiudete gli occhi ed ascoltate un organo a canne e vi renderete conto una volta per tutte che alla fine i nostri rimarranno per sempre dei subbetti...
    Ultima modifica di magnetor : 17-04-2011 a 13:07

  4. #4
    Nexthardware Staff L'avatar di CrAzY MoDdEr
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    magnetor che cultura!!!! complimenti, fa sempre piacere un po di storia.


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  5. #5
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    veramente grazie, a nome di tutti gli amanti della Musica, per aver avuto modo di introdurre questo argomento

    A questo proposito, per i romani o comunque per tutti coloro che volessero e che si troveranno nei pressi di via Nazionale, in pieno centro di Roma, il consiglio che mi sento di dare è quello di visitare la chiesa anglicana di San Paolo dentro le Mura, per due motivazioni: la prima è che fa bella mostra di sé uno stupendo esemplare di organo a canne, la seconda è che di tanto in tanto viene utilizzato per favorire dei concerti di musica recente, di per sé non realizzabili altrove, per lo più organizzati dal maestro Marco Lo Muscio, che ho avuto il piacere di ascoltare in passato.

    Qui a Palermo ho la fortuna di poter ascoltare il suono stupendo dell'organo del Duomo di Monreale, ma purtroppo è disponibile pressochè esclusivamente durante le funzioni religiose, con tutti gli annessi e connessi del caso.


    L'ascolto via youtube non dà la giusta dimensione della possenza dei bassi che quell'organo a canne può restituire, ma ne rende solo in parte l'idea; questo che voglio ugualmente parteciparvi è un esempio della resa dell'organo di San Paolo dentro le Mura, con il maestro Lo Muscio che ci dona una sua interpretazione della meravigliosa Gymnopedie N° 1 di Erik Satie:


  6. #6
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    ..ogni volta che ne vedo uno.....vorrei immediatamente sentirlo suonare :-)

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