Guida alla rilevazione della risposta all'impulso ed alla implementazione del DRC

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  1. #1

    Predefinito Guida alla rilevazione della risposta all'impulso ed alla implementazione del DRC

    E' una guida semplice sulla falsa riga della "Rush Guide".

    Il software Cool Edit può essere sostituito con Audacity.

    A breve alcune semplici spiegazioni sul principio di funzionamento del DRC.

    Guida alla RRI ed implementazione DRC 1.0.rar

    Saluti

  2. #2
    exbibyte L'avatar di wasky
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    Grazie Francesco

    In a Audio Computer Transport, Parameters like RAM settings, RAM quality and motherboard traffic all make a perceptible difference. The purity with which data is streamed to the DAC is critical. Cics

  3. #3
    Nexthardware Staff L'avatar di CrAzY MoDdEr
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    ottimo lavoro grazie mille


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  4. #4
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    Ciucchino, grazie.
    In effetti mi avevi già aiutato in proposito nel forum di AR, ma io avevo preferito andare avanti con REW.
    Prima o poi riproverò.
    Ciao,
    Marco LP

  5. #5

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    Grazie a voi

    Seguendo pari passo la guida non vi dovrebbero essere particolari difficoltà nell’ottenere una corretta rilevazione della risposta all’impulso nel punto d’ascolto e, grazie al DRC, un filtro da applicare tramite convolutore al segnale da riprodurre al fine di limitare parte delle distorsioni lineari indotte dall’impianto e dal sistema impianto + ambiente.

    Vorrei tentare di dare una semplice spiegazione dei principi di funzionamento.

    In primis bisogna però capire il perché utilizzare una correzione digitale attiva e se, in base alle nostre esigenze/convinzioni, ha senso farlo.

    L’uso del DRC può aiutare l’utilizzatore nell’ottenere una riproduzione della traccia in maniera più *accurata*. Sottolineo accurata perché è importante capire che l’accuratezza della riproduzione può non essere il risultato a cui tutti prefiggono. Pare una contraddizione ma in realtà è verissimo.

    In realtà praticamente nessuno sa con precisione “cosa” è registrato nel supporto perché praticamente nessuno era presente al momento dell’esecuzione e al momento del missaggio. Nessuno può paragonare il nostro sistema uditivo a qualsiasi tecnica di ripresa microfonica e di susseguente elaborazione.

    Audio Musings by Sean Olive: Audio's Circle of Confusion

    A questo punto che si fa?

    Lungi da me nell’indicare la “strada” evidenzio una possibile (fra le tante) scelte che una persona può prendere.

    Indipendentemente dal risultato posso scegliere di tentare di riprodurre la traccia approssimando più possibile lo standard di monitoraggio maggiormente utilizzato nel tentativo di avere, almeno in parte, la sensazione all’ascolto di colui/coloro che hanno definitivamente deciso come “trasformare” l’evento in una registrazione.

    Fra gli standard più usati nel setup di una control room vi è il layout LEDE (live end dead end) ed il RFZ (reflection free zone). Lo scopo di entrambe è creare la possibilità di una riproduzione priva di prime riflessioni, più possibilmente esente da risonanze modali ed altre caratteristiche che non sto ora a citare, al fine di poter concentrare l’ascolto sulla traccia limitando l’apporto dell’ambiente.

    Il DRC può attivamente aiutare l’utilizzatore ad avvicinarsi alla suddetta condizione d’ascolto.

    Naturalmente si può sindacare che un conto è l’ascolto domestico ed un conto è l’ascolto in fase di missaggio. Che non ha senso tentare di ricreare le condizioni di una control room. Che l’ascolto dev’essere piacevole e non troppo analitico. Che è meglio ottenere la sensazione di “avere l’evento in casa” piuttosto che “essere parzialmente proiettati nell’evento stesso” ecc..

    Ripeto: non sta a me dire qual è la soluzione “giusta” anche perché un “giusto” o “sbagliato” a mio avviso non esiste.

    Di certo non ho mai trovato nessuno che gradisca ascoltare una traccia penalizzata da spiacevoli risonanze modali che “allungano” determinate frequenze in bassa compromettendo l’intelligibilità di tale gamma, nessuno che ama sentire un determinato strumento che “si sposta” a destra e sinistra rispetto l’ipotetica posizione in cui dovrebbe essere riprodotto via di riflessioni e asimmetrie dell’ambiente.

    Sicuramente il DRC può limitare tali “effetti”.

    Dopo questa necessaria precisazione vorrei molto semplicemente spiegare come il DRC può fare quanto detto.

    In parole “poverissime”:

    I diffusori emettono energia acustica in maniera spesso poco “focalizzata” ovvero le onde sonore riprodotte hanno spesso molteplici direzioni. Tipicamente, un “normale” diffusore home, emette omnidirezionalmente in bassa per poi accentuare la direzionalità al crescere della frequenza.

    Ovvio pensare che, al segnale diretto che parte dal diffusore e raggiunge le nostre orecchie, si possano sommare innumerevoli segnali riflessi che “rimbalzano” su elementi più o meno riflettenti (pareti mobili ecc..) e vengono perciò più io meno ritardati/attenuati.

    Per prima cosa perciò si deve misurare tale “fenomeno”.

    Con il processo rilevazione della risposta all’impulso nel punto di ascolto noi generiamo un segnale “test” che verrà riprodotto dal nostro sistema. Contemporaneamente un microfono registrerà il risultato.

    In tale maniera abbiamo la possibilità di confrontare sia il segnale originale (da noi creato e che conosciamo bene) e sia il segnale riprodotto caratterizzato dall’apporto dei suddetti “segnali riflessi”.

    Con la “differenza” fra il segnale “test” (in realtà sarebbe convoluzione con l’inverso del segnale test ovvero deconvoluzione ma tralasciamo) ed il segnale registrato si ottiene la risposta all’impulso che descrive in maniera inequivocabile le caratteristiche del sistema.

    Dentro la suddetta perciò abbiamo tutte gli “effetti” che l’interazione ambiente/diffusore apporta.
    La risposta all’impulso viene elaborata dal DRC che ne analizza una piccola porzione e crea un filtro inverso che applicato (tramite convoluzione) al segnale originale limita le suddette interazioni.

    C’è da precisare che il tutto funziona per un solo ed unico punto ovvero il punto di ascolto che sarà anche il punto in cui viene posizionato il microfono per la misura.

    Le distorsioni che possono essere attenuate dal DRC sono distorsioni lineari ovvero di fase/ampiezza.

    Le distorsioni non lineari tipo la distorsione armonica non vengono considerate.

    Sperando di essere stato abbastanza chiaro e di non aver fatto errori ripeto: questa è una spiegazione a grandi linee..

  6. #6
    exbibyte L'avatar di wasky
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  7. #7
    i'm back L'avatar di madman
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    Ieri ho provato ad usare DRC per la prima volta, seguendo la tua guida. Ho fatto le misure con REW, invece che con cooledit/audition, ho salvato l'impulso e sono partito dal punto relativo al normal44.1, ottenendo però un errore (forse relativo alla lunghezza dell'impulso) e non riuscendo a completare l'operazione.

    E' necessario fare le misure con cooledit o devo far attenzione a qualche parametro particolare?

    Tnx e complimenti x la guida.

  8. #8

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    In che formato salva l'impulso REW?

  9. #9
    i'm back L'avatar di madman
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    mono, wav, 32bit, normalizzato.

  10. #10

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    Per il DRC solo dati in formato grezzo

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