Netta accelerazione della roadpmap, con la nuova architettura pronta a sbarcare sul mercato fra meno di un anno.
Che qualcosa bollisse in pentola era chiaro, dato che NVIDIA non aveva alcuna necessità, allo stato attuale, considerato il già notevole vantaggio, di polverizzare "prestazionalmente" la controparte AMD con il lancio anticipato di TITAN X, in grado di assicurare 60 FPS in 4K.
Chi inizialmente, come anche noi del resto, pensava che Pascal in versione "prosumer" sarebbe uscito equipaggiato con le velocissime HBM2 si è dovuto quindi ricredere, ma cosa c'è a monte di questo pesante colpo di acceleratore nell'uscita dei nuovi modelli ?
Probabilmente NVIDIA è più efficiente di quanto si pensi a tenere riservati i suoi piani, servendosi ad arte di qualche gola profonda per depistare la stampa specializzata e così, mentre tutti si aspettavano il FAT chip di Pascal per il Q1 2017, ecco arrivare sul mercato TITAN X con 3584 CUDA Cores e 12GB di "normali" GDDR5X.
Come fanno giustamente notare i ragazzi di WCCFtech, TITAN X si basa su un die più piccolo di quanto potrebbe essere realizzato utilizzando un processo produttivo a 16nm e con un numero di CUDA Cores ancora lontano dal limite previsto, e quindi ?
Secondo Fudzilla la spiegazione risiede nel fatto che NVIDIA non passerà al nodo a 10nm finché non sarà riuscita a sfruttare completamente quello a 16nm, pianificando anche per Volta un'uscita anticipata (GTC 2017) ricalcando un po' il "vecchio" Tick-Tock di Intel.
L'architettura Volta di NVIDIA prevederà sì le HBM2, almeno per la fascia media e alta, ma continuerà ad essere realizzata a 16nm con un'attenzione particolare, questa volta, ad una impeccabile implementazione della tecnologia Asynchronous Compute, uno dei punti di forza della concorrente AMD.
I chip successori di Pascal basati su Volta, immaginiamo GV100, GV102, GV104, GV106 e GV107, ma potrebbe trattarsi benissimo anche di Pascal 2.0, arriveranno sugli scaffali ad un anno esatto da ora indipendentemente da cosa riuscirà a fare AMD con Vega che, anche nel caso in cui si riprendesse lo scettro delle prestazioni, potrebbe restare al vertice per meno di tre mesi.
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