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Il mio ONE: L'ALIMENTAZIONE LINEARE (SECONDA PARTE)
La filosofia con cui è stato da me pensato e realizzato l’alimentatore, per riassumere, è quindi la seguente:
- Circuitazione molto semplice ma realizzata , per le tensioni “nobili” ( pico, CPU e scheda audio),con componenti di qualità eccellente.
- Un alimentatore dedicato per ciascuna funzione specifica quindi 6 funzioni: Pico-CPU-Xonar 12V- Xonar 5V- alimentazione servizi 12 V- alimentazione servizi 5 V.
- Uso di trafo singoli per l’alimentazione di ciascuna sezione per tre sezioni:
alimentazione “nobile” /servizi 12 V /servizi5 V
- Massima cura delle masse ( il PC è in generale sensibilissimo e mal sopporta masse flottanti o mal fatte, bravo Sindaco a farlo notare)
La scelta di utilizzare il case di un vecchio alimentatore ATX (9) nasce dalla mia proverbiale pigrizia, che ho pagato con una fatica realizzativa maggiore. In realtà non c’è nessuna necessità di usarlo, ma così vi ritrovate già pronti vaschetta IEC, interruttore generale e alloggiamento ventola, se decidete di usarla, senza necessità di costruire una paratia a misura da forare per chiudere l’alloggiamento ATX del vostro case.
L a realizzazione degli alimentatori è avvenuta su millefori cablata con cavo solid core d’antenna televisiva spellato, utilizzando cavo elettrico isolato nei passaggii a rischio di corto circuito.
I Nobili BELLESON: (1)
La componentistica utilizzata è stata la seguente:
- Mundorf M-Lytic 4700 mF
- VISHAY-RODERSTEIN MKP-1837 Metalized Polypropylene Film Capacitor 0,1 mF
- Belleson Superpower high current
- ELNA Cerafine 100 mF
Ovviamente è questa una mia scelta, che nasce da vecchie fisse audiofile mai sopite e probabilmente del tutto ingiustificate ma tant’è.
Potrete quindi usare qualsiasi componente vogliate salvo i Belleson che, effettivamente, fanno una differenza sonicamente udibile rispetto ai normali 78xx che sono, comunque, superiori a qualunque swtching.
C’è da aggiungere che non utilizzando il case ATX avrete maggiore libertà di sistemazione dei componenti sulla scheda, senza fare salti mortali per sistemarli tutti in poco spazio.
Qualche parola sui dissipatori, invece . Io ho optato fin dall’inizio per una scelta eretica, ovvero l’uso della ventola. Questi alimentatori , anche se producono correnti non elevate, scaldano discretamente, arrivando anche a 70-75 °C e oltre. Le alternative sono, quindi, o grandi e pesanti dissipatori, con i problemi connessi allo smaltimento del calore dal case e alla vita dei componenti, oppure da dissipatori più piccoli ma ventilati. Trovo che la seconda soluzione sia da preferirsi ed è quella che ho adottato.
Gli alimentatori “sporchi”ad alta corrente(3)
Sono realizzati con gli stessi componenti ma non “ di pregio”. L’unica cosa che varia è la necessità di resistenze che, in quelli sono in uso ora, sono singole da 0,22R 5W per ogni regolatore, mentre quello che ricostruirò a breve avrà 4 resistenze in parallelo da 1R 2W per ciascun regolatore come da schema e, probabilmente, un condensatore da 10.000 mF al posto di quello da 4700 attuale. Serviranno poi 3 7812S ( da 2 A ciascuno) e tre 7805 normali. Nel mio caso andranno ad alimentare: 1 SSD, 1 HDD esterno, 4 porte USB di cui una utilizzata per il trasmettitore wireless della tastiera/mouse, due ventole da 12 cm e 1 da 8 cm, tutte a bassa velocità.
I TRAFO (4)
Ho trovato questi e questi ho usato. Poiché il tutto funziona alla perfezione credo che le potenze siano più che sufficienti.
a) 230-15V 50VA con doppio secondario parallelato : alimenta la 12V dei servizi
b) 230-9V 150VA con zero centrale alimenta il 5 V dei servizi utilizzando due soli diodi a valle dei quali i due positivi si uniscono, così da sfruttare entrambe le semionde. E’ sovrabbondante per le necessità. In realtà avrebbe dovuto alimentare anche il 5V nobile della Xonar ma diventavano altri due cavi in ingresso nell’ATX
c) 230-15V doppio secondario 80VA. Un secondario per la pico, l’altro per i restanti tre nobili
LE MASSE
L’uso del case ATX vi fornisce una solida vite con dado già montata cui collegherete un cavo che partirà dal polo negativo di ciascun condensatore di livellamento ( quelli da 4700 per intenderci) di ciascun alimentatore. In questo caso sono 6 per cui ci saranno 6 cavi che andranno a formare una massa a stella, cui si connetterà anche la massa della presa IEC. Una volta che il case ATX in alluminio viene avvitato saldamente al vostro case del PC la massa diventerà comune. Se non usate il case ATX allora servirà una bella vite M6 da avvitare saldamente alla base del case del PC, cui far confluire tutte le masse degli alimentatori e quella della presa di corrente. Non è un caso se i dadi che fermano i capicorda dei cavi al bullone hanno rondelle ondulate: il serraggio deve essere strettissimo e non deve mollare!
IL CABLAGGIO
Un alimentatore singolo per sezione si paga in termini di numero di cavi. Confesso che non avevo ben realizzato la portata del problema. Insomma c’è da tenere presente che mi sono trovato davanti a tutto questo che girava dentro il case:
- 6 cavi (2per tre trafo)>mammuth> 2 cavi alla presa IEC
- 4 coppie di cavi dai trafo agli alimentatori. La sezione “nobile” viene alimentata con un secondario singolo per il pico e un altro che alimenta gli altri 3 moduli (P4-entrambe le tensioni per la Xonar)
- 4 coppie di cavi in uscita + 2 coppie di cavi per i molex, dove ho utilizzato quelli originali del vecchio alimentatore dismesso
- 6 cavi singoli per le masse
Siamo arrivati a 22 tra cavi singoli e cavi twistati che formano un groviglio niente male.
Ho promesso a me stesso che non appena mi passa la nausea da realizzazione proverò a rimetterci le mani per cercare di razionalizzare un po’ meglio ma toccare una cosa che funziona perfettamente per “migliorarla” mi ricorda le tante occasioni dove mi sono dovuto ripetere “ il meglio è nemico del bene” per i casini che ho combinato cercando di migliorare i particolari!
Una difficoltà consiste nello stabilire la lunghezza dei cavi, che deve essere sufficiente per permettere il montaggio e lo smontaggio dei componenti ma senza far diventare il tutto una matassa di cavo per farci giocare il gatto! Insomma, sarà che non sono esattamente un artigiano provetto ma il montaggio e soprattutto cablaggio è stata la maggiore difficoltà che ho incontrato nella realizzazione. Come cavo ho usato banalissimo cavo da elettricista da 1,5 mmq, twistato con il trapano per i tratti di CC. Credo che convenga, se non ci sono problemi, twistare anche queli AC, ma solo per un maggior ordine all’interno del case, il quale comunque giustifica finalmente la sua grande dimensione. Credo che , a meno che non siate il mago Houdini, con piccoli case l’alimentazione lineare interna ve la possiate tranquillamente scordare.(2-5-6-7)
Il case Zalman mi ha anche permesso di fissare i tre Trafo senza fare alcun foro aggiuntivo ma sfruttando tre discrete aperture sul fondo dove, con l’aiuto di una rondella, ho potuto fissare la vite di ciascun trafo senza fare fori aggiuntivi.
Il cavo del P4, come potete vedere dalle foto, è mostruoso (8): 4 coppie di cavi da 4 mmq che partono da una multifori dove ricevono la corrente dell’alimentatore attraverso ben 6 Silmic da 1000 mF ciascuno. Questo era il cavo costruito in precedenza e che ho mantenuto, in considerazione della necessità di filtrate le porcherie che possono arrivare di ritorno dalla CPU. Rimando al sito di cics su AudioAsylum e al thread che hfavandepas lanciò a suo tempo sulle dimensioni dei cavi. In reatà non avevo alcuna voglia di rifare il cablaggio del P4. Funziona e va bene così!
E’ inutile che dica che prima di far partire il tutto sii devono verificare le tensioni in uscita, vero?
Questi sono degli alimentatori non regolabili in uscita e le tensioni che ho verificato sono le seguenti:
5 V nobili: 4,99
5V servizi 5,07
12V (tutti) 12, 1
Siamo nel’ordine dell’1%, non un risultato eccezionale ma accettabile e che rientra nella specifica ATX. C’è chi dice che con tensioni più basse il sistema cMP2 suoni meglio ( 4,9-11,8) ma con i Peaktech provai a suo tempo senza sentire differenze, quindi mi contento anche così.
Ma tutta ‘sta fatica serve a qualcosa?
Ebbene bisogna dire proprio: Si!
La differenza è sostanziale ma già mi sono reso conto di quanto sia difficile descrivere il cMP2 a chi non lo conosce, descrivere ora gli effetti della sua alimentazione lineare corre il rischio di farmi apparire un invasato, per cui vi riporto le parole che un amico, grande ascoltatore di concerti ed esperto di hifi, mi ha mormorato ieri pomeriggio andando via da casa mia dopo un piccolo assaggio del sistema:
“ …non credevo…….è l’esperienza più vicina ad un ascolto dal vivo che ho fatto finora”
Magari basta per far venire la voglia di provare…………
Alla terza parte la descrizione dell’HW del mio sistema, il mio scarraf-ONE