Originariamente inviato da
UnixMan
Non sono d'accordo. Semplificare va bene, ma farlo "
Apple-style" - togliendo opzioni e limitando la funzionalità -
assolutamente NO.
Per quanto possa sembrare superfluo, agli utenti avanzati quella scelta offre la possibilità di gestire diversamente alcuni formati (ad es. con il meccanismo nativo di LMS, via custom-convert.conf). Senza per questo introdurre particolari complicazioni per gli inesperti. Per cui è sacrosanto che ci sia.
Tutt'al più quello che forse non è troppo chiaro (e che volendo si potrebbe tentare di gestire meglio, ma di certo non limitando la funzionalità) è il significato delle opzioni "Abilita ricerca (cue sheet)/Abilita 'stdIn'".
questo è un punto critico... è qui che (forse) c'è da ripensare un po' tutto.
Il fatto è che C3PO è nato seguendo la stessa logica "inversa" di LMS. Che per certi versi non è particolarmente intuitiva né flessibile per ottenere determinati obbiettivi (alquanto diversi da quelli per cui è nato LMS).
LMS ragiona "all'indietro" (dal dispositivo di uscita verso la sorgente), mentre tipicamente l'utente ragiona "in avanti", dal file di partenza al dispositivo di uscita, cioè sulla base delle caratteristiche del materiale di partenza e di cosa vuole ottenere.
Sotto certi punti di vista quindi andrebbe (almeno in parte) ribaltato un po' tutto: fermo restando il meccanismo delle "capacità" del player, anziché utilizzarle per gestire le cose in modo automatico, queste andrebbero utilizzate solo per porre dei limiti alle scelte "dirette" dell'utente.
IMHO mischiare DSD e PCM crea confusione. Molto meglio separare completamente le due cose, facendo delle "sezioni" di configurazione separate e dedicate per ogni caso diverso. Per "sezioni" intendo qualsiasi cosa permetta di raggruppare e separare visivamente e logicamente le varie cose. A seconda delle possibilità e comodità di implementazione al limite anche nulla (solo un qualche separatore/titolo), fino a voci completamente separate nel menù del player.
A mio avviso (se si vuole rivedere l'interfaccia), per prima cosa è importante delineare una suddivisione logica dei vari gruppi di opzioni, e quindi decidere se/quali possono essere raggruppate e quali invece devono essere separate (ed eventualmente duplicate per "casi" diversi). Un primo abbozzo (per grandi linee), per cominciare:
- impostazione caratteristiche e limiti fisici del player;
- scelta dei formati supportati (ingresso);
- scelta del formato di uscita(*) in funzione del formato di ingresso (o fissa);
- configurazione elaborazioni PCM->PCM;
- configurazione elaborazioni PCM->DSD;
- configurazione elaborazioni DSD->PCM;
- configurazione elaborazioni DSD->DSD;
- configurazione "effetti" comuni (balance, loudness, filtri, eq., ecc);
(*) include la scelta dei s/r desiderati (non necessariamente uguali ai limiti max) in caso di upsampling (idem per downsampling?), le eventuali esclusioni ("bit perfect pass-through") per stream di ingresso con determinate caratteristiche, ecc.
Nonono... non scherziamo! Sono tutte cose comode ed utilissime!
via!?

stai scherzando?!

sono alcuni dei "tweak" fondamentali per agire sulla “qualità” del suono!
Gli standard DSD prevedono un filtraggio di ordine superiore al 7°... ma non per caso c'è la possibilità di scegliere. Se vuoi, con quel menù puoi anche mettere solo un singolo primo ordine. Anche questa è una impostazione fondamentale per agire sulla qualità del suono (nel caso di conversione DSD->PCM o upsampling DSD->DSD), per cui all'utente va data la possibilità di fare ciò che meglio crede.
Simone, vediamo di capirci: tu cosa vuoi ottenere? Un player "audiophile" che ti consente di ottimizzare il suono come vuoi tu o l'ennesima app "preconfezionata" che suona come suona, prendere o lasciare?
A me la seconda ipotesi non piace e non interessa neanche un po'...