Le piramidi di Cheope e Micerino: HQ+NAA + tutto quello che c'è (o quasi!)

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  1. #51
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da audiodan
    Allora: siamo maledettamente OT ma il nervo è evidentemente scoperto e di riffe o di raffe si ricade sempre sul discorso misure/percezione.
    Ora, pur nella sua consueta ruvidezza, tubone fa un'affermazione condivisibile, almeno per me: la misura non ha una correlazione diretta con quanto percepito dal non invariante sistema orecchio-cervello.
    Non invariante rispetto a cosa? Se diciamo rispetto al tempo Ok e torniamo al discorso di Russo et similia, ma è a mio avviso (ed anche di Russo) scorretto riferirsi con questo termine alla soggettività della percezione, sono due aspetti ben distinti, del secondo è poi assolutamente inutile 'dialogare', non c'è modo di confrontarsi, non c'è giusto e sbagliato, vero o falso.

    Quindi, per favore, definiamo bene cosa si intende in questo contesto per non invariante.

    Originariamente inviato da audiodan
    Aggiungo di mio: l'ambiente è una componente della catena ma non la più importante, un impianto mal assemblato suona male a prescindere dall'ambiente, un buon impianto suona bene anche in un ambiente sfigato.
    E' certamente un'opinione, molti altri la pensano in modo diametralmente opposto e cioè che un sistema sfigato in un ambiente 'd'oro' suoni meglio di un impianto d'oro in un ambiente sfigato.

    Di mio, preferirei ascoltare un impianto d'oro in un ambiente d'oro (Catalano è un grande maestro di vita, De La Palisse un dilettante), dovendo accontentarmi, preferisco un impianto 'corretto' in un ambiente ragionevolmente corretto.

    Originariamente inviato da audiodan
    Poi il discorso diventa più complesso perchè l'impianto buono potrà migliorare di molto con la cura dell'ambiente ma quello scadente (come suono, lo sono la maggior parte dei sistemi molto costosi che ho ascoltato nella mia lunga vita) ha un delta di miglioramento ridotto rispetto a qualsiasi cura si voglia porre nell'ottimizzazione dell'ambiente di ascolto. A questo aggiungo ancora uno dei miei cavalli di battaglia, ovvero la "priorità di sorgente", concetto che mette al primo posto ciò che parte e non certo ciò che arriva dopo un viaggio che quello di Ulisse era una crociera Costa............
    Si, ma dimentichi che un ottimo impianto per un salone di 200 m2 con soffitto di 6 mt è certamente pessimo nella mia cameretta, quindi - come sempre - se puliamo il campo da ERRORI di configurazione e ci riferiamo a condizioni 'ragionevoli' probabilmente stiamo dicendo la stessa cosa, ma è bene non darlo mai per scontato (purtroppo).

    Originariamente inviato da audiodan
    Ma i misuratori saranno sempre alla ricerca del loro Sacro Graal, ovvero la misura correlata all'ascolto, mentre gli ascoltatori continueranno a fidarsi del loro non invariante apparato uditivo. La cosa che trovo divertente è che la distanza apparentemente siderale delle due posizioni non è così stratosferica, in realtà, ma da una parte i problemi lessicali e dall'altra la convinzione della giustezza delle proprie convinzioni impedisce di fatto un dialogo che non voglio definire ........tra sordi..........per ovvi motivi!
    Straquoto!
    Ciao, Marco.

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  2. #52
    tebibyte L'avatar di bigtube
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    Originariamente inviato da marcoc1712
    La logica si occupa dell'evidenza? Bisognerebbe definire evidenza, dato che la sua 'nobiltà' sta proprio nell'illuminare (rendere evidente) nel mondo delle idee ciò che non è osservabile nel mondo fisico.

    La logica ha dimostrato la rotondità della terra prima che potesse essere 'sperimentata', l'evidenza prima non c'era, ovvio, ma la terra ERA tonda, quindi la verità trascende l'evidenza. Ma è intervenuta dopo la dimostrazione logica o solo dopo l'esperienza?

    Fa tutta la differenza del mondo.
    E io che ti sto dicendo? che la teoria della relatività è stata prima intuita, sistematizzata e poi dimostrata con l'evidenza della logica ci spiega secondo te
    che dalla logica possiamo andare in senso contrario? mi pare che prima della logica dobbiamo postulare le teorie dei sistemi. La logica è un'ancella del
    processo d'intuizione.

    spostiamoci sul concetto di non invarianza dei sistemi. Per capirlo partiamo dai sistemi invarianti. In essi le leggi che li governano sono immutabili
    sono le leggi della fisica classica esprimibili con formule sempre valide in sistemi immutabili una volta formulati.
    Nei sistemi non invarianti le variabili sono in costante movimento al punto tale dal rendere impossibile una formulazione logica immutabile. E' la natura
    intrinseca di questi sistemi. Puoi definire matematicamente e quindi prevedere nel dettaglio cio' che avviene in un sistema simile? per farti un esempio
    il clima. Per quanto ci si affanni non è possibile metterci mano. Se poi per giunta entra in gioco come noi umani percepiamo la realta' ti pare possibile
    fare qualunque straccio di previsione.
    Qualcuno ha il coraggio di capire che nessun oggetto della fisica classica puo' commensurarsi con un sistema in cui le variabili sono infinite e mai
    in nessun modo sistematizzabili anche per l'aggiunta della variabile del fenomeno della percezione che è insondabile in quanto ha a che vedere
    con il concetto dei significati? Essi sono prettamente psicologici . La nota di un violino quando viene interpretata è un esclusivo prodotto psicologico.
    Mi potete spiegare come si puo' oggettivare questo ? Come descrivi in modo immutabile e sempre valido la mia emozione, la tua emozione e via cosi?

    Quindi si continua ancora a mischiare le carte volendoci far credere che le misure qualsivoglia possano spiegare nel dettaglio e quindi farci prevedere
    come si comporterà un sistema non invariante dove le variabili sono miliardi e persino in costante movimento e che per giunta devono anche penetrare
    nel campo della percezione cioè dei significati. Dove la vedete la commensurabilità nel senso proprio del poter schematizzare e prevedere?
    ho capito: volete cullarvi ed essere aquiescenti alle vostre illusioni. Puro e semplice ed umano ma non vero. Molto lontano dalla verità.
    Ultima modifica di bigtube : 03-07-2015 a 01:52
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  3. #53
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da bigtube
    E io che ti sto dicendo? che la teoria della relatività è stata prima intuita, sistematizzata e poi dimostrata con l'evidenza della logica ci spiega secondo te
    che dalla logica possiamo andare in senso contrario? mi pare che prima della logica dobbiamo postulare le teorie dei sistemi. La logica è un'ancella del
    processo d'intuizione.

    spostiamoci sul concetto di non invarianza dei sistemi. Per capirlo partiamo dai sistemi invarianti. In essi le leggi che li governano sono immutabili
    sono le leggi della fisica classica esprimibili con formule sempre valide in sistemi immutabili una volta formulati.
    Nei sistemi non invarianti le variabili sono in costante movimento al punto tale dal rendere impossibile una formulazione logica immutabile. E' la natura
    intrinseca di questi sistemi. Puoi definire matematicamente e quindi prevedere nel dettaglio cio' che avviene in un sistema simile? per farti un esempio
    il clima. Per quanto ci si affanni non è possibile metterci mano. Se poi per giunta entra in gioco come noi umani percepiamo la realta' ti pare possibile
    fare qualunque straccio di previsione.
    Qualcuno ha il coraggio di capire che nessun oggetto della fisica classica puo' commensurarsi con un sistema in cui le variabili sono infinite e mai
    in nessun modo sistematizzabili anche per l'aggiunta della variabile del fenomeno della percezione che è insondabile in quanto ha a che vedere
    con il concetto dei significati? Essi sono prettamente psicologici . La nota di un violino quando viene interpretata è un esclusivo prodotto psicologico.
    Mi potete spiegare come si puo' oggettivare questo ? Come descrivi in modo immutabile e sempre valido la mia emozione, la tua emozione e via cosi?

    Quindi si continua ancora a mischiare le carte volendoci far credere che le misure qualsivoglia possano spiegare nel dettaglio e quindi farci prevedere
    come si comporterà un sistema non invariante dove le variabili sono miliardi e persino in costante movimento e che per giunta devono anche penetrare
    nel campo della percezione cioè dei significati. Dove la vedete la commensurabilità nel senso proprio del poter schematizzare e prevedere?
    ho capito: volete cullarvi ed essere aquiescenti alle vostre illusioni. Puro e semplice ed umano ma non vero. Molto lontano dalla verità.
    Giovanni, so che non ti piace, ma io non riesco a seguirti se butti sempre tutto ad iperbole, quindi 'sfoglio la cipolla'.

    1. ...La logica è un'ancella del processo d'intuizione

    Non ho capito.

    Io ho ammesso che la Terra era tonda anche prima che qualsiasi mente umana potesse, percepirla o immaginarla, quindi la "Realtà" che con la R maiuscola è confondibile con la "Verità" trascende e precede la "Ragione", di cui la "Logica" è lo strumento ed anche la percezione che di per se non presume coscienza.

    Traslare l'argomento alla teoria generale della relatività comporta alcune difficoltà aggiuntive, che non ritengo necessarie parlando di acustica e psicoacustica, se tu credi di si, entriamo in un ambito diverso, ove non sono sicuro di riuscire a seguirti e nemmeno di volerci provare, ma credo non intendessi questo.

    Tu dici che prima è l'intuizione, quindi la 'logica' arriva a sostegno per comprenderla in teoria e quindi l'esperienza la ratifica. Ok, io la penso in modo leggermente diverso, ma non sposta i termini del problema, mentre - per definizione - non è ipotizzabile nessuna teoria in assenza di logica (intesa come applicazione del logos, ragione, pensiero), quindi no, la logica non necessita di postulati di sorta, segue regole universali e vere di per sé, è 'la verità rivelata', senza la quale noi non potremmo 'essere', dato che è l'unico strumento di indagine che ci rende 'consci', unica 'certezza' che abbiamo in quanto indipendente dalla percezione e quindi universale. Sono (ed il mondo di conseguenza è insieme a me), perché sono in grado di pensare me stesso pensante, non perché mi percepisco come tale.

    Si possono ipotizzare realtà alternative che seguono 'logiche' diverse, al loro interno sono 'vere', ma noi non possiamo prescindere da questa logica e quindi non possiamo 'essere' in quelle realtà.

    Lo so che è noioso, ma non si può trattare di questi argomenti attribuendo significati diversi alle parole.

    Tornando, quindi, in metafora, la terra diventa 'realmente' tonda a seguito dell'intuizione, della dimostrazione teorica o a dell'esperienza diretta?

    Non puoi rispondere se non definendo essere, realtà e verità e non puoi farlo trascendendo dall'Uomo, mentre - tramite logica - puoi e devi trascendere dal singolo uomo e quindi dalla percezione in se.


    2. Sistemi invarianti/non-invarianti

    Se non specifichi invarianti rispetto a cosa, tutto scivola nel caos... Normalmente il riferimento è il tempo (anche per Russo).

    Dal polimi:

    Un sistema è tempo-invariante se ritardando o anticipando il segnale x(t) al suo ingresso, il segnale y(t) all’uscita risulta ritardato o anticipato della stessa quantità, io aggiungo "senza subire ulteriori variazioni", per massima chiarezza.

    Quindi un sistema tempo invariante sottoposto in tempi diversi a stimoli uguali produrrà stessi risultati in tempi diversi. Il concetto di invarianza non suppone in se null'altro che questo, la sua negazione, cioè la non-invarianza è parimenti semplice:

    un sistema è tempo-non-invariante se ritardando o anticipando il segnale x(t) al suo ingresso, il segnale y(t) all’uscita subisce variazioni ulteriori o anche semplicemente diverse rispetto al ritardo o anticipo della stessa quantità.

    Da qui a descrivere le cause della non invarianza ne passa. Ancora una volta se definisci le cause come "infinite variabili" torniamo al caos.

    Ma sono realmente infinite o solo indefinite? Ancora una volta c'è tutta la differenze del mondo. Se sono infinite, qualsiasi modello ha accuratezza 0, se sono indefinite, modelli via via più complessi si approssimeranno sempre più alla verità, esattamente come accade per il meteo.

    Se definisci l'oggetto della non-invariabilità (tempo) e limiti a 'tendenti all'infinito' le variabili del sistema, diventa non impossibile creare modelli via via più accurati, certo difficile e probabilmente antieconomico (in senso lato). Dovresti poi conseguentemente chiederti se i modelli esistenti siano realmente così distanti da una approssimazione accettabile e non vadano solo migliorati piuttosto che rigettati a priori. Qualsiasi sia la risposta, non sarà più 'ideologica', cioè basata su un'idea astratta di 'infinite' variabili ma pragmatica.

    3. fenomeno della percezione che è insondabile in quanto ha a che vedere con il concetto dei significati

    Non sono sicuro di avere capito:

    Il fenomeno della percezione è insondabile? No, è sondabile (e sondato quotidianamente in ogni aspetto) mediante metodi non deterministici, che potremmo definire 'statistici'.

    E' insondabile la traslazione del percepito in significato? Possiamo solo dedurlo indirettamente, se mediante il linguaggio siamo in grado di traslare il significato in un nuovo significante (o simbolo) che può essere condiviso tra diversi individui, allora no, non è insondabile: è un processo culturale, alcuni 'linguaggi' sono più evoluti di altri.

    E' insondabile in quanto processo 'emotivo'? No, esistono linguaggi creati appositamente per descrivere 'emozioni', potrà essere più o meno preciso, ovvio.

    E' insondabile in quanto soggettivo? (Come descrivi in modo immutabile e sempre valido la mia emozione, la tua emozione e via cosi?) Posta in questi termini torniamo al discorso della percezione soggettiva, che fin che rimane tale è indipendente dalla ragione - anche un animale percepisce - e come tale inesprimibile in consecuzioni logiche. Dobbiamo necessariamente accettarlo, una (buona) parte dell'esperienza sensoriale rimane soggettiva. Ma la cultura può 'normalizzarla' e renderla parzialmente inscrivibile in categorie, quindi misurarla e comunicarla, rendendola così 'sondabile'. Nel bene e nel male.

    Quindi rimane insondabile non la percezione soggettiva, ma solo la sua componente che non riusciamo a mediare culturalmente in una adeguata forma di linguaggio, ne abbiamo già parlato.

    4.Quindi si continua ancora a mischiare le carte...

    Nessuno ha mai asserito, certo non io, che le misure possano esaustivamente descrivere TUTTI gli aspetti di un sistema, invariante o meno che sia. Descrivono solo gli aspetti che si propongono di descrivere, l'errore semmai è di chi decide che sono sufficienti ad approssimare la descrizione del sistema 'reale', ma l'errore di interpretazione non le rende meno vere, così come il loro utilizzo per descrivere qualcosa che non è completamente descritto dalla loro dimensione le rende inutili.

    Se io oggi prendo l'auto e vado a Milano ci metto 1.30h, se lo faccio domani, probabilmente ce ne metto 1.35 o 1.25, il che rende il sistema non tempo invariante, corretto?

    Il motivo è ovvio: le variabili sono innumerevoli, da quelle relative al traffico, al clima, al giorno della settimana, gli eventi in corso,... fino al fatto che chissà perché (dovremmo considerare un nuovo sistema non tempo invariante per spiegarlo) il tizio che guidava quell'auto che si è schiantata contro il tir ha proprio in quel momento ricevuto una telefonata dall'amante, provocando il blocco della tangenziale est.

    Verissimo, ma questo rende falsa l'asserzione di via michelin che il viaggio da RE a MI impiega mediamente 90 minuti? Sono io a "cullarmi ed essere aquiescente alle mie illusioni"? Molto lontano dalla verità?

    Se asserisco che le variabili sono infinite rendo il sistema non descrivibile e quindi rinuncio, se comincio a riconoscere CORRETTAMENTE e mediante analisi (logica) le variabili maggiormente influenti e le metto sotto controllo, probabilmente arriverò presto ad approssimazioni migliori del tipo: se piove +15 min, la Domenica mattina -20 min.... Pretendere di controllare la vita sentimentale di ogni possibile utente della tangenziale di Milano, mi pare un po troppo, in quel caso continueremo a fare la fila in tangenziale, quando capita.

    Ogni problema puoi complicarlo quanto vuoi fino a farlo diventare irrisolvibile, se al contrario lo scomponi, scopri che molti dei sottoproblemi non lo sono affatto, che altri hanno già una soluzione conosciuta (senza bisogno di ridefinire sempre l'acqua calda) e che quelli che alla fine rimangono sono pochi. Isolarli e riconoscerli è il primo passo per arrivare alla loro soluzione, per complessa ed innovativa che sia, basta che sia 'logicamente' non esclusa dai termini stessi del problema, altrimenti tocca riformularlo...

    Per evitare di ciclare in continuo, possiamo stabilire se:

    a. possiamo esplicitare la (o le) grandezze rispetto alla(e) quale(i) il sistema è da considerarsi non invariante? (tempo? cos'altro?)
    b. possiamo considerare le variabili del sistema come indefinite ma non infinite?
    c. la soggettività percettiva può essere resa trascurabile al fine di descrivere il sistema ad un sufficiente grado di approssimazione?

    Se non si è in grado di rispondere con un numero 'finito' di grandezze alla prima domanda o se una delle due successive risposte è NO, credo ci troviamo di fronte ad un problema 'ideologico' al quale è inutile cercare soluzioni pragmatiche, quindi non ha molto senso a mio avviso proseguire il discorso.

    Sembrerebbe ovvio, ma non sarebbe male tentare di definire i contorni del 'sistema' di cui stiamo parlando, non sono nemmeno certo che intendiamo precisamente lo stesso insiemi di componenti.
    Ultima modifica di marcoc1712 : 03-07-2015 a 13:06
    Ciao, Marco.

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  4. #54
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da Maggio
    Pregiudizio? Quale di grazia?
    Comunque, e qui finisco, siamo nella situazione in cui un matematico parla ad un filosofo... non potranno mai capirsi.
    Ciao
    Guarda che un matematico ed un filoso si capiscono eccome, tant'è che i primi matematici erano filosofi e viceversa.

    Pitagora ha potuto formulare il famoso teorema matematico solo perché i concetti di cateto, ipotenusa, angolo rettangolo, quadrato e radice quadrata erano e sono noti ed accettati come veri a priori in quanto astrazione, senza bisogno di dover verificare ogni ipotizzabile triangolo.

    Se io attribuisco un significato diverso a "quadrato" o "ipotenusa" il teorema perde la sua verità, ovvio.

    Se invece contesto che esista "in realtà" un singolo "vero" triangolo rettangolo ho facilmente ragione, ma il teorema rimane valido e non perde nemmeno il suo senso pratico, grazie alla capacità della mente umana di 'generalizzare'.

    L'astrazione e la generalizzazione sono processi tipicamente logici, senza i quali i "concetti" e le relazioni tra loro rimarrebbero inarrivabili, sepolti nelle innumerevoli loro incarnazioni 'reali', compresi quelli matematici.
    Ultima modifica di marcoc1712 : 04-07-2015 a 12:33
    Ciao, Marco.

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  5. #55
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    Giovanni, so che non ti piace, ma io non riesco a seguirti se butti sempre tutto ad iperbole, quindi 'sfoglio la cipolla'.

    1. ...La logica è un'ancella del processo d'intuizione

    .................................................................................................... ..................................................................................................
    Sembrerebbe ovvio, ma non sarebbe male tentare di definire i contorni del 'sistema' di cui stiamo parlando, non sono nemmeno certo che intendiamo precisamente lo stesso insiemi di componenti.
    Marco io sono abituato alla sintesi perchè mi preme l'azione. Una misura fatta come ti pare non puo' prevedere tutto cio' che muta nel sistema, dove l'unico elemento invariante è il tempo.
    Ma al di la' di questo elemento come pensi che i significati frutto della percezione possano essere misurati con strumenti. Quello che accade per lo strumento di misura non accade nella
    decodifica del significato. ragioniamo per estremi : io ti mando un bel segnale complesso che lo strumento individua nei suoi elementi, Tu che ipoteticamente hai subito una lesione neurologica
    cerebrale come lo decodifichi il tuo bel segnale?......... Se al posto della lesione io introduco nel sistema ( o si introducono per cavoli loro ) delle variabili tali da determinare il fenomeno del
    mascheramento la decodifica dei significati si altera o no ? si altera al punto che il significato si perde ....il cervello si chiede :" ma che c...o sta dicendo. Si apre il conflitto percettivo
    dell'incongruo....Ma questo qua' è turco?
    L'azione giusta non è misurare quello che per me non accade . Quello che accade per me è la giusta e corretta sequenza, nel dispiegarsi del tempo, dei suoni che percepisco come congrui.
    Tutto cio' che devo fare è permettere che tutte le variabili piu' rilevanti vengano massicciamente controllate e rimosse ma non intervenendo sul segnale ad mi....am ma invero sulle variabili
    d'ambiente. Ma è cosi difficile da capire ? Vogliamo continuare a usare strumenti inappropriati e inutili. E' iperbolico ragionare cosi?
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  6. #56
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    Originariamente inviato da bigtube
    Marco io sono abituato alla sintesi perchè mi preme l'azione. Una misura fatta come ti pare non puo' prevedere tutto cio' che muta nel sistema, dove l'unico elemento invariante è il tempo.
    Ma al di la' di questo elemento come pensi che i significati frutto della percezione possano essere misurati con strumenti. Quello che accade per lo strumento di misura non accade nella
    decodifica del significato. ragioniamo per estremi : io ti mando un bel segnale complesso che lo strumento individua nei suoi elementi, Tu che ipoteticamente hai subito una lesione neurologica
    cerebrale come lo decodifichi il tuo bel segnale?......... Se al posto della lesione io introduco nel sistema ( o si introducono per cavoli loro ) delle variabili tali da determinare il fenomeno del
    mascheramento la decodifica dei significati si altera o no ? si altera al punto che il significato si perde ....il cervello si chiede :" ma che c...o sta dicendo. Si apre il conflitto percettivo
    dell'incongruo....Ma questo qua' è turco?
    L'azione giusta non è misurare quello che per me non accade . Quello che accade per me è la giusta e corretta sequenza, nel dispiegarsi del tempo, dei suoni che percepisco come congrui.
    Tutto cio' che devo fare è permettere che tutte le variabili piu' rilevanti vengano massicciamente controllate e rimosse ma non intervenendo sul segnale ad mi....am ma invero sulle variabili
    d'ambiente. Ma è cosi difficile da capire ? Vogliamo continuare a usare strumenti inappropriati e inutili. E' iperbolico ragionare cosi?

    Giovanni, grazie per i chiarimenti, che rendono evidente che non diciamo cose così diverse, anzi, quello che hai scritto - al netto dei dubbi sotto evidenziati- lo condivido in pieno, forse perchè lo capisco per la prima volta (colpa certamente mia).

    Per non sprecare l'attimo, ti pregherei di continuare ad aiutarmi a capire, così finalmente puliamo il tavolo dai dubbi (almeno da quelli di incomprensione):

    1. Sistema non-invariante:

    Con la frase: "l'unico elemento invariante è il tempo", mi pare tu abbi a escluso che stiamo trattando di un sistema non-invariante rispetto al tempo, quindi è non-invariante rispetto a quali grandezze? Scusa se continuo a fraintendere.


    2.Una misura fatta come ti pare non puo' prevedere tutto cio' che muta nel sistema


    Ne convengo, 'tutto' non si può misurare, si può definire un modello - di necesstà approssimativo - realizzato sulla base di un set più o meno ampio di osservazioni. Disegnando correttamente il modello (ciò sapendo cosa misurare) si approssimerà meglio la realtà, ma non la si potrà mai 'comprendere' in senso letterale. Ma può - e dovrebbe - essere un processo iterativo che porta a modelli via via più raffinati e 'simili' alla realtà, ma è come Achille che rincorre la mitica tartaruga...

    NOTA BENE: per me sono misure anche le indagini statistiche, non solo quelle fatte con microfono ed oscilloscopio, basta siano fatte seguendo un protocollo corretto.


    3.Tu che ipoteticamente hai subito una lesione neurologica cerebrale come lo decodifichi il tuo bel segnale?


    Sperando di non poterlo mai verificare di persona, condivido. Ma questo è un esempio furoviante per due motivi:

    a. Si tratta ovviamente di un componente 'non perfetto' cioè il sistema ha un errore, la lesione neurologica. SE fosse comprensibile a quel singolo, sarebbe sbagliato per tutti gli altri.

    b. Anche fuori di di patologia, l'esempioi tiene, ma entriamo nell'ambito della soggettività, ambito che può essere ridotto grazie alla capacità cognitive e di linguaggio sviluppate dai membri di una cultura comune, ma mai eliminata.

    Ora è ovvio che un campione di individui sani, appartenenti allo stesso ambito culturale se interrogati - forniscono probabilmente indicazioni di 'percezione' più conformi rispetto a soggetti variamente menomati e provenienti da culture diverse, ma esiste un limite oltre al quale è pura soggettività, che è e rimane (per fortuna) insondabile.

    Io credo che si possa 'confinare' questo ambito in modo che sia comunque possibile descrivere il sistema prescindendo dalle 'preferenze', in ltre parole, considerando queste come ìtrascurabili' al fine della realizzazione del modello.


    4.non intervenendo sul segnale ad mi....am ma invero sulle variabili
    d'ambiente


    Lo dici a me? Su questo siamo certamente daccordo, non ci piove!

    Conclusioni (provvisorie).

    Riusciamo a rispondere a queste 4 domande, quindi?


    1. Definizione del 'sistema'.
    2. Il sistema è non-invariante rispetto a?
    3. Possiamo considerare le variabili del sistema come indefinite ma non infinite?
    4. Possiamo descivere il sistema in termini di risultati ad un sufficiente grado di approssimazione trascurando la soggettività percettiva?

    Qui un primo tentativo di risposta:

    1. Dal file su disco (dato che parliamo di liquida) alla 'descrizione' dell'esperienza in ambiente.
    2. Credevo intendessi il tempo, non ne sono così più sicuro.
    3. Per me è ovviamente così.
    4. Secondo me si, con il grosso 'scoglio' della mancanza di un linguaggio 'formale' e di una 'cultura' (non solo e non tanto musicale) comune. Non ho capito se per te è un no secco.

    Spero di essere stato sufficientemente sintetico da consentirti di valutare e rispondere alle domande, così da fare un ulteriore passo in avanti.

    Nota bene:

    Potremmo dividere il sistema in due sotto-sistemi:

    1a: Dal file alle orecchie (escluse)
    1b: Dalle orecchie alla 'descrizione' dell'esperienza in ambiente.

    Sarebbe molto comodo poterlo fare, ma dovremmo accordarci sull a misura dell'output di 1a e input di 1.b

    Si tratta di grandezze 'fisiche': il Suono in ambiente, ma come 'misurarlo' in correlazione da una parte con il file e dall'altra alla 'descrizione' dell'esperienza in ambiente?

    Gira che ti rigira, forse la differenza tra ascoltoni e tecniconi è tutta qui...
    Ciao, Marco.

    "Any intelligent fool can make things bigger, more complex, and more violent. It takes a touch of genius -- and a lot of courage -- to move in the opposite direction."
    — E. F. Schumacher (mis-attributed to A. Einstein)
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  7. #57
    tebibyte L'avatar di bigtube
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    Originariamente inviato da marcoc1712
    Giovanni, grazie per i chiarimenti, che rendono evidente che non diciamo cose così diverse, anzi, quello che hai scritto - al netto dei dubbi sotto evidenziati- lo condivido in pieno, forse perchè lo capisco per la prima volta (colpa certamente mia).

    Per non sprecare l'attimo, ti pregherei di continuare ad aiutarmi a capire, così finalmente puliamo il tavolo dai dubbi (almeno da quelli di incomprensione):

    1. Sistema non-invariante:

    Con la frase: "l'unico elemento invariante è il tempo", mi pare tu abbi a escluso che stiamo trattando di un sistema non-invariante rispetto al tempo, quindi è non-invariante rispetto a quali grandezze? Scusa se continuo a fraintendere.

    con ogni evidenza il tempo è l'unico elemento nei sistemi non-invarianti che non puo' variare . Il tempo scorre in una sola direzione ed è elemento ineludibile nel processo di integrazione dei significati.
    Se in un tempo definito viene disturbato il meccanismo percettivo vale la legge del tutto o niente ....io perdo il significato e devo passare oltre.
    poi ci dedichiamo al resto nell'analisi
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