Spot Telecom Gandhi

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  1. #1
    pebibyte
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    Predefinito Spot Telecom Gandhi

    Queste cose mi fanno incazzaze a bestia. Meriterebbero il rogo diretto con tortura preliminare.
    http://www.musicsite.it/spot/?cat=de...x=292980372906
    Strumentalizzano TUTTO.
    Come accrescere il valore aggiunto della razza umana.
    http://it.youtube.com/watch?v=M6EFmkHw6CQ

    "Ne sono consapevole ,faccio parte anche io di questo sistema ... e troppo spesso me ne vergogno."


    Per intenderci : ( prof.S.M.Tassi) è un piccolo estratto ma fa capire che ragionare decentemente o anche solo ragionare è possibile.

    Argomentare significa elaborare un’affermazione/giudizio (TESI), corredata da almeno una motivazione/giustificazione (ARGOMENTO).


    3. IL REQUISITO DI VALIDITA’ DELL’ARGOMENTAZIONE

    Un’argomentazione convincente, ovvero efficace, deve possedere fondamentalmente 2 requisiti: 1) la validità e 2) la verosimiglianza.


    La validità si riferisce alla forma logico-linguistica dell’argomentazione e si basa sul rispetto delle seguenti regole:
    1. PERTINENZA: ogni argomento deve essere effettivamente inerente alla tesi, cioè deve avere un’effettiva connessione con esso.
    1. DISTINZIONE: ogni argomento deve essere effettivamente distinto dalla tesi, cioè non deve ripetere o parafrasare (dire con altre parole) la tesi.
    1. CHIAREZZA: le parole e le frasi dell’argomentazione devono essere univoche (cioè avere un solo significato) e il più precise possibile (ovvero il meno vaghe e generiche possibile).
    1. COMPLETEZZA: la tesi deve essere essere interamente motivata dagli argomenti, dal momento che in molti casi uno o alcuni argomenti non sono da soli sufficienti a garantire che la tesi sia convincente.
    1. COERENZA (o CONSEQUENZIALITA’): l’argomentazione non deve contenere salti o contraddizioni interne (o altri errori logici che esamineremo nel dettaglio più avanti).
    Per comprendere meglio queste regole facciamo degli esempi di loro trasgressione, cioè esempi di argomentazioni non valide, in ordine di successione corrispondente:
    1. ERRORE DI IMPERTINENZA: “Il Monte Bianco è più alto del Monte Rosa perché come sono belle le farfalle dell’Amazzonia!”.
    1. ERRORE DI INDISTINZIONE (tecnicamente chiamato “petizione di principio”): “Il Monte Bianco è più alto del Monte Rosa perché il primo è più lungo del secondo” oppure “ … in quanto il secondo è meno alto del primo” oppure “ … infatti il primo misura di più del secondo”; oppure “Dio esiste perché lo afferma la Bibbia (infallibile in quanto scritta su dettatura di Dio)”.
    1. ERRORE DI OSCURITA’: “Mangiare troppo sale è un male perché quel fluido colorato che sotto la pelle scorre si contrae e si ingorgano i canali ” o “Più il Monte Bianco alto è che il Monte Rosa non lo è perché uno misura 4810 e uno 4633” oppure “Il Monte Bianco è più svettante del Monte Rosa perché il primo ha una dimensione lunga 4810 e il secondo 4633”.
    1. ERRORE DI INCOMPLETEZZA: “L’uomo è un mammifero perché è dotato di peli”.
    1. ERRORI DI INCOERENZA: “Tutti gli uomini sono mortali. Infatti gli uomini appartengono alla categoria dei bipedi: dunque la loro vita individuale è sempre limitata nel tempo” oppure ““Tutti gli uomini sono mortali. Infatti gli uomini non appartengono alla categoria dei viventi e la vita individuale è sempre limitata nel tempo”.


    4. IL REQUISITO DI VEROSIMIGLIANZA DI UN’ARGOMENTAZIONE

    Per “verosimiglianza” intendiamo la maggiore approssimazione possibile alla verità. Assumiamo infatti metodologicamente che il miglior presupposto logico, psicologico e morale dell’argomentazione sia il non possesso della verità, intesa come conoscenza assoluta e totale, ovvero il rifiuto del dogmatismo (almeno inteso come rifiuto di fornire argomenti a favore delle proprie tesi perché considerate e proposte come certamente vere e dunque indiscutibili).


    Il requisito della verosimiglianza non riguarda, come quello della validità, la forma interna dell’argomentazione, ma la sua corrispondenza a criteri esterni. Tali criteri possono essere:
    1. OGGETTIVI (o REALI): cioè dati di fatto della realtà esterna come cose, proprietà di cose, stati di cose, eventi.
    1. MENTALI (o IDEALI): cioè produzioni della mente umana a loro volta differenziabili in:
      1. Principi e relazioni logiche o matematiche, quali p.e. “A=A” o “3>2” (che sono anche il fondamento delle precedenti regole di validità formale di un’argomentazione).
      2. Valori etici, politici, religiosi o estetici, quali l’onestà, l’uguaglianza, la carità, la bellezza, l’individualismo.
    In entrambi i casi, i criteri di verosimiglianza vanno assunti come criteri universali, o almeno come criteri potenzialmente universali, cioè tali da dover essere accettati da tutti gli uomini.


    In questo senso possiamo dire che la verosimiglianza di un’argomentazione si consegue rispettando 2 regole:
    1. LA REGOLA DI UNIVERSALITA’ OGGETTIVA o REALE, cioè di corrispondenza a dati empirici: in base a questa regola l’argomentazione “Il Monte Bianco è più alto del Monte Rosa perché il primo misura 4810 m e il secondo 4633” è più verosimile dell’argomentazione “Il Monte Rosa è più alto del Monte Bianco perché il primo misura 4810 m e il secondo 4633”. (In questi esempi è implicita però anche la regola di universalità soggettiva per la quale 4810>4633).
    1. LA REGOLA DI UNIVERSALITA’ MENTALE o IDEALE, cioè di corrispondenza a principi o valori mentali: in base a questa regola l’argomentazione “La democrazia è una forma di governo migliore della dittatura perché tutti gli uomini possiedono un uguale diritto a partecipare alle decisioni del proprio Stato” è più verosimile dell’argomentazione “La dittatura è una forma di governo migliore della democrazia perché gli uomini non hanno uguale diritto a partecipare alle decisioni del proprio Stato”.
    Seppure in misure e proporzioni diverse, in entrambi i casi la corrispondenza ai criteri universali esterni si basa su una miscela di assunzioni e giustificazioni teoriche, ovvero su elaborazioni mentali umane, e di controlli empirici cioè di procedure sperimentali di conferma o smentita in base al confronto con dati della realtà naturale o della realtà umana (psicologica, sociale, economica, politica, storica, ecc.).


    Ecco quello spot ciocca circa tutti i punti qui sopra. La maggior parte della pubblicità televisiva fa giusto questo.
    Sfruttare e strumentalizzare sentimenti , ingegno, fatica, e quant'altro fatto da altri è già bieco. In questo caso è proprio una monnezza immensa.
    Ultima modifica di giostark : 09-08-2008 a 00:13

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