CATANIA – Una vera e propria operazione di censura per una statua di Francesco Messina: al cavallo di bronzo installato in piazza Umberto, a Catania, sono state “calzate” un paio di mutande di ferro, fissate alla scultura con dei bulloni.
A insorgere contro il curioso e anacronistico atto di censura, che ricorda la censura sul “Giudizio universale” di Michelangelo, ma con qualche secolo di ritardo, è la Lega antivivisezione. Secondo Alfio Lisi, responsabile dell’associazione in provincia di Catania, le parti intime della statua sono state coperte temporaneamente in previsione della processione della Madonna del Carmine.
L’opera dello stesso scultore del cavallo simbolo della Rai si trova in pieno centro e probabilmente è sul percorso della sfilata religiosa. “E' pressoché inconcepibile e fuori da ogni logica di civiltà e di vita - afferma Lisi - che ancora nel terzo millennio qualcuno, in occasione della Madonna del Carmine, copra le parti intime del cavallo. Forse non è stato Dio che ha creato tutte le creature viventi esistenti sulla terra, di cui fa parte l'uomo? E allora perché scandalizzarsi?”.
La motivazione “morale” del gesto proprio non convince l’ambientalista: “Sarà stato fatto probabilmente per motivi di pudore. Ma credo che l'arte non abbia bisogno di alcun tipo di censura. Anche perché per primi i santi si gloriano dell'arte”. Lisi tuttavia, ipotizza che il gesto di eccessivo pudore è “il gesto di qualche cittadino premuroso, non certo dell'amministrazione”.
tratto da IlNuovo: http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0...143560,00.html