Ad oggi Linux viene ampiamente utilizzato sui server e ha una nicchia anche su sistemi laptop/desktop. Volevo fare un ragionamento su questi ultimi.

Siamo nel 2011, dove tutto viene presentato come magico: basti pensare al 90% della popolazione che si prende computer preassemblati senza sapere cosa ci sia dentro, a parte "strani" numeri e sigle delle varie schede grafiche e processori (molte volte delle vere e proprie porcate), come tutti sappiano usare un browser, ma la maggior parte delle persone non sa cosa sia una porta, un server o un client.

Ebbene, io fortunatamente non faccio parte di quella grande fetta di analfabeti informatici e spesso mi sento in dovere di spiegare come le cose funzionino per marginare l'effetto "digital divide".

MA... ci sono distribuzioni, come Slackware, che si ostinano a lasciare l'utente a fare le cose a linea di comando, come l'installazione, oppure limitano l'automatizzazione al minimo. Ecco, secondo me questo è sbagliato, in più punti. Dall'altra parte esistono distribuzioni come Ubuntu, le quali, se si ha un minimo di fortuna, partono senza problemi di sorta, ma anche qui siamo agli estremi grafici (e non solo) e quindi nel "male".

Da una parte il minimalismo viene visto sia come pro che come contro: pro perché il sistema operativo può essere ottimizzato come meglio si crede (se si conosce la propria macchina e si sa / si ha il tempo di configurarla, pezzo per pezzo), contro perché di automatizzazione ha solo init (il quale deve essere configurato). Dall'altra il sistema parte in 30 minuti scarsi, ma è oberato da mille mila programmi ed utility che l'utente finale non andrà mai ad utilizzare o, peggio ancora, che il computer stesso non andrà mai ad utilizzare.

Quindi sono arrivato alla conclusione che, secondo me, ci sono fin troppe distribuzioni GNU/Linux, ma nessuna di queste riesce ad accomunare la community che gira intorno a questo sistema operativo il quale, in fin dei conti, è sempre lo stesso.



Ora la mia idea di sistema operativo ideale, per le macchine di oggi giorno, senza andare a rivangare gli Intel Pentium III o precedenti, sarebbe:

  • Un kernel "ad ampio spettro" (tutti i driver, evvai!) per far partire l'OS su qualsiasi configurazione
  • Sistema grafico ridotto all'osso (package manager, browser, editor di testo, terminale, strumenti di amministrazione, personalizzazione e monitoraggio)
  • Una serie di meta-pacchetti pronti da esser installati e messi in risalto da qualche parte (come suite office, scelta del browser, multimedia etc), così da installare "on the go" il software che più interessa l'utente (orientato all'ufficio piuttosto che all'entertainment, multimedia, audio/video editing etc)
  • Una serie di guide per gli utenti più esperti per la personalizzazione del sistema, quale kernel, configurazione dei demoni etc.


E specialmente trovare un accordo tra le varie distro su dove diavolo installare i file e come caspita impacchettare i file d'installazione, come Dio comanda!

Diciamo che Ubuntu potrebbe essere un buon punto di partenza per la sua immediatezza, la documentazione di Gentoo ottima per la ricompilazione di kernel e software. Gli sviluppatori delle distribuzioni non dovrebbero solo pensare ad un sistema "bello per loro", ma dare gli strumenti, incentivare l'ottimizzazione, perché il software libero lo permette.

Il kernel dovrebbe essere la prima cosa ad esser ricompilato, ottimizzato e quindi eliminando tutti i moduli inutili ed eventualmente aggiungendo quelli necessari. Questo darebbe già un margine di qualità superiore. Poi toccherebbe ai software, ma non tutti (è inutile ricompilare gEdit -.-), ma quelli che vengono utilizzati più spesso.

Cosa ne pensate?