Batterie e digitale: capitolo

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  1. #1
    Nexthardware Staff L'avatar di Pany
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    Riflessioni e prove di un accessorio spesso sottostimato
    Accumulatori e fotografia, due mondi così lontani e diversi che nel corso degli anni si sono lentamente avvicinati. In principio, piccole pile a bottone si occupavano di alimentare esposimetri semplici e, spesso, duravano più della macchina fotografica stessa. Successivamente si sono aggiunti i flash elettronici e i motori di trascinamento delle pellicole ed ecco che le batterie hanno iniziato a moltiplicarsi in modelli, forme e capacità. Con l'avvento del digitale l'importanza delle batterie é decuplicata portando alla ribalta un problema fino ad allora sconosciuto: l'autonomia. Se il problema é stato in parte risolto con l'adozione di pacchi batterie al litio per le piccole compatte e i corpi macchina delle reflex, per i flash elettronici invece si continuano ad utilizzare le "vecchie" pile stilo AA.
    Non é affatto semplice districarsi nella moltitudine di offerte. Alkaline o ricaricabili? Economiche o di marca? Vale la pena spendere oppure ci affidiamo a quelle in offerta al supermarket?
    Ovviamente tutto dipende dall'uso che ne facciamo: se esso è limitato a pochi scatti, possono andare bene anche le usa e getta in offerta al 3x2, ma noi, in questo articolo, ci mettiamo nei panni del fotoamatore e/o del professionista che necessitano di un utilizzo continuo ed intenso e che non possono permettersi di trovarsi improvvisamente al "buio".
    Per il momento ci occuperemo dell'unità* flash cercando di chiarirci le idee sul quesito principale:

    Batterie Alkaline o Accumulatori (batterie ricaricabili)?


    Analiziamo pro e contro delle due soluzioni prima di passare alle prove pratiche.

    Batterie Alkaline
    Esistono prodotti di qualità, ottimizzati per alimentare apparecchi elettronici che richiedono scariche elevate e ripetute, nel caso del nostro test abbiamo preso in considerazione le Duracell Ultra, batterie alkaline-Manganese Dioxide con un voltaggio nominale di 1.5v.
    PRO - facilmente reperibili, sempre pronte all'uso con una durata di immagazzinamento di circa 7 anni, economiche (un blister da 4 pile stilo AA costa meno di 5€)
    CONTRO - una volta esaurite vanno gettate creando un problema di smaltimento a causa del loro grande impatto ambientale.

    Accumulatori (Batterie Ricaricabili)

    Le batterie ricaricabili stanno prendendo sempre più piede negli apparati elettronici, sono in genere accumulatori al Ni-Mh con tensione nominale di 1.2v e di varia capacità.
    PRO - si ricaricano più volte (da 500 a 1000 a seconda del modello*) abbassando notevolmente l'impatto ambientale.
    CONTRO - necessitano dell'acquisto di uno o più caricabatteria, devono essere ricaricate prima dell'uso, perdono la carica se non utilizzate, hanno un voltaggio minore, hanno un costo di acquisto circa 3 volte superiore alle c.d. "usa e getta".

    Il modello che abbiamo preso in esame è costruito dall' azienda francese Uniross e si tratta di un prodotto che riesce a supplire alcuni dei punti negativi visti sopra. Le Hybrio, questo è il nome del modello in questione, sono distribuite già* cariche e quindi pronte all'uso e riescono a mantenere, secondo il produttore, il 70% della carica dopo un anno di inutilizzo. Hanno un voltaggio nominale di 1.2v e una capacità* di 2100mAh. Sono distribuite in blister da 4 pezzi al costo di circa 14€.


    Attrezzatura di prova
    • Corpo macchina reflex Nikon D700
    • Flash Nikon SB-900
    • Obiettivo Nikkor AF-S 24-70mm f2.8 G ED
    • Cavalletto e testa Manfrotto

    Il set di prova è relativamente semplice e creato per testare i due modelli di pile* in condizioni costanti e ripetibili. Nell'uso quotidiano i parametri possono differire anche di molto per il semplice motivo che ad ogni situazione il flash modifica* l'intensità di scatto adattandola alla scena.

    Per questa prova abbiamo utilizzato le seguenti impostazioni:


    • AF-S
    • 50mm
    • f5.6
    • TTL
    • WB Auto
    • Iso 400
    • Flash a lampo riflesso

    Ringrazio il mio Robozak per la pazienza avuta nel farmi da modello!

    Test
    Abbiamo fissato due parametri importanti: la durata del test e la quantità di scatti. Riteniamo i 1000 scatti in 1 ora di tempo, un limite di utilizzo ben al di sopra del normale. La cadenza di scatto* è stata suddivisa cercando di intervallare in maniera più costante possibile, con raffiche di 3 scatti al sec, ogni 100 scatti. Abbiamo preso come dato di riferimento il valore di luminosità* medio indicato dall'istogramma di Photoshop CS4.

    Il nostro "modello"




    Il Modello


    Uniross

    Le Uniross hanno subito ben impressionato rendendo quasi immediata la ricarica tra uno scatto e l'altro (in pratica la spia di ready del flash SB-900 è sempre rimasta accesa). Durante la prima raffica, all'inizio della prova, la spia si è spenta dopo il 4° scatto e la prima foto non correttamente esposta è avvenuta all' 8° scatto.
    La situazione è rimasta costante fino al 300° scatto, da dove, fino alla fine della prova, la spia del ready ha iniziato a spegnersi al 3° scatto della raffica e la prima foto non correttamente esposta si è trovata al 7° scatto.
    L'indicatore di temperatura del flash ha iniziato a salire dopo i 700 scatti rimanendo però sempre nei limiti senza creare problemi. La prova è terminata dopo 1 ora e 1000 scatti mantenendo in maniera costante le prestazioni.

    Duracell

    Queste alkaline hanno da subito dimostrato di non riuscire a tenere il passo delle ricaricabili: fin dalla prima raffica si nota una minore velocità* di ricarica. La spia di ready si spegne al 3° scatto e la prima foto non correttamente esposta viene fuori al 5° scatto. Valori che si sono ulteriormente abbassati dopo il 150° scatto (rispettivamente 2° e 4° scatto) e poi ancora successivamente dopo il 350° scatto (rispettivamente 1° e 3° scatto).
    La temperatura inizia a salire già dal 300° scatto andando mandando in protezione l'unità SB-900 dopo 35 min e 509 scatti. Questo ci ha costretti ad interrompere la prova per circa 10 min per permettere al sistema di raffreddarsi. Alla ripresa della prova i valori di velocità registrati erano al limite: la ricarica tra uno scatto e l'altro avveniva in oltre 2 sec impedendo di fatto la raffica. La prova è terminata dopo 1 ora con 718 scatti all'attivo e le batterie completamente esauste.

    Confronto

    Terminata la raccolta dei dati, confrontiamo le raffiche effettuate con i due tipi di pile. Le raffiche sono state effettuate con il solito numero di foto (asse X) e registrando il rispettivo valore di luminosità (asse Y). Per la sesta e ultima serie di raffiche non è stato possibile effettuare un confronto in quanto le Duracell non sono riuscite a raggiungere il numero di scatti finale delle Uniross.

    1-serie


    2-serie


    3-serie


    4-serie


    5-serie

    Entrambi i prodotti hanno comportamenti omogenei lungo tutto l'arco di utilizzo: i valori di luminosità dal primo all'ultimo scatto sono molto simili. Diversa la situazione se prendiamo in considerazione le singole raffiche. Dai grafici possiamo notare un'impennata della luminosità subito prima della foto buia: molto probabilmente* questo fenomeno è dovuto al fatto che il flash non riesce più a reggere il passo andando fuori sincronia. Le Uniross dimostrano di sopportare molto meglio la situazione di stress permettendo un maggior numero di scatti, sia in raffica che nel numero totale.

    Nei prossimi due grafici mettiamo a confronto i valori delle raffiche per singolo tipo di pila per esaminare l'andamento delle prestazioni durante l'arco di utilizzo.

    uniross


    duracell


    Impressioni sul campo

    Abbiamo avuto modo di provare le Uniross durante un servizio fotografico per una cerimonia, sicuramente un utilizzo che si discosta molto dal test ma che può dare l'idea del comportamento di questi accumulatori nell'uso reale.
    Non abbiamo avuto nessun problema per i primi 200 scatti, con tempi di ricarica velocissimi anche nel caso di raffiche; successivamente la temperatura si è innalzata costringendo ad una sostituzione per il raffreddamento intorno al 250° scatto. Dopo una breve pausa, le Uniross sono state nuovamente utilizzate, portando a termine circa 600 scatti in totale sempre con buone velocità di ricarica e permettendo di effettuare raffiche di 2-3 scatti consecutivi senza perdere potenza.

    Conclusioni

    Entrambi i prodotti si sono dimostrati validi per un normale uso quotidiano ma con grandi differenze se utilizzate in maniera continua come in impieghi professionali. Le Uniross hanno dimostrato di reggere molto bene lo stress sia per capacità di scatti che di temperatura. La prova sul campo rivela che, in normali condizioni di uso, lo stress* è maggiore portando una drastica riduzione della capacità di resistenza: dobbiamo però tenere presente che questo vale per qualsiasi tipo di batteria utilizzato quindi il rapporto dei valori rimane pressoché inalterato. Il maggior prezzo di acquisto delle batterie ricaricabili, circa 25€ per 4 stilo AA + caricabatteria della Uniross contro i 5€ di 4 stilo Duracell, è facilmente recuperato considerando un uso intenso e la possibilità di effettuare circa 1000 ricariche (valore dichiarato). Considerando poi anche il minore impatto ambientale, riteniamo che la soluzione delle batterie ricaricabili, nel caso di utilizzi continui e intensi, sia da preferire.




    *Dati dichiarati dalle case produttrici. SANYO ha da poco annunciato una nuova generazione di Eneloop che arriva a 1.500 ricariche: vedi qui per il nostro articolo.


    Ultima modifica di TheMic : 21-10-2009 a 10:50

  2. #2
    Moderatore L'avatar di betaxp86
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    Ottimo lavoro
    Mi ha colpito il picco prima di tirare le cuoia... effettivamente tra le batterie normali e quelle ricaricabili c'è un abisso in questo tipo di applicazioni.

    Povero Robozak... dopo tutti quei flash non si muove per un mese, pensa se avessi usato una modella
    betaxp86


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