Più luci che ombre ...


Questa volta vado controcorrente rispetto a qualche mio più illustre collega, anche quest'anno ne abbiamo viste di tutti i colori, in senso positivo e negativo, ma il bilancio è positivo ...

Di positivo c'è che nonostante la crisi, che si respirava ad ogni angolo della manifestazione, chi contava c'era, che tutti i produttori hanno abbassato la cresta e sembrano più attenti alle esigenze di chi alla fine decreta il loro successo, cioè gli end-user. Che si tratti di aziende o privati non fa differenza anche perchè, a capo di una azienda, ci sono sempre dei singoli che riflettono nei loro comportamenti in ambito lavorativo, le esperienze accumulate a casa e nel tempo libero e quindi ne sono sempre influenzati, anche quando si tratta di spese importanti da affrontare a livello aziendale.

La disponibilità agli stand è stata eccezionale anche da parte di chi, in passato, aveva fatto un po' il “fenomeno” ...

Novità poche, non perchè non fossero presenti prodotti interessanti ed innovativi, piuttosto perchè ormai “il web rovina sempre la festa” arrivando prima, spesso anche troppo, per cui queste manifestazioni vanno prese per chi ci partecipa, a vario titolo, espositore o semplice curioso, come momenti in cui ci si conosce di persona e si valutano sul serio, avendone la sensibilità, le necessità di entrambi.

Perchè questo è il nocciolo della questione, molte volte così difficile da capire da parte dei vari santoni del marketing: il lato umano e la valutazione personale diretta del tuo interlocutore, se positiva, genera più vendite e più business degli sconti extra, o delle raccolte punti, per non parlare poi di campagne intrise di messaggi ridondanti frutto di una comunicazione patetica, spesso realizzate da gente senza know-how sul prodotto che si vuole proporre, di cui il nostro client di posta viene sempre intasato ...

Ma si sta cambiando registro, gentilezza, cortesia e competenza stavolta hanno prevalso.

Speriamo che tutto ciò diventi la regola e non rimanga un semplice episodio legato alla disperazione.

Note dolenti per produttori e clienti, la connessione ad Internet, avete capito bene, a naso più del 70% degli stand era senza connessione per i costi proibitivi della stessa e la scarsa organizzazione.

Impossibile quasi interagire con gli addetti ai lavori davanti ad un PC, bisognava avere dietro il blocchetto e la penna e talvolta parlare per astratto ...

Ha un senso il Cebit ?

Sì ma solo se continua su questa strada, basta sprechi ed eventi inutili all' interno della manifestazione, cosa che mi auspico non accada più anche al di fuori di questo contesto, e più attenzione a chi paga gli stipendi, cioè noi utenti ...


giampa” aka GianPaolo Collalto

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