3. Visto da vicino - Interno - Parte 2


Vediamo insieme la disposizione interna del Tattoo:
  

Cubitek Tattoo Pro  3. Visto da vicino - Interno - Parte 2 1 

 

Lo spazio interno pare decisamente abbondante, dalla disposizione classica e con una verniciatura ottima. Notiamo con piacere che anche negli angoli più remoti il colore è perfettamente coprente, segno che la verniciatura a polvere è stata eseguita a regola d'arte. Da rilevare che la struttura portante dello chassis è realizzata con la tecnica della piega singola, ovvero la parte posteriore e la base sono un pezzo unico, mentre il frontale ed il top sono due lamiere distinte. Questa metodologia offre una buona solidità strutturale a fronte di un prezzo decisamente basso, ma non per questo è da criticare, essendo adottata dalla maggioranza dei produttori. Bisogna dire, però, che per ottenere un prodotto solido è necessario che i rivetti siano di ottima qualità e che il profilo delle lamiere sia preciso al millimetro. Cubitek in questo si dimostra maestra, senza necessità alcuna di usare dei profili angolari per irrigidire la struttura, il Tattoo si dimostra solidissimo ed esente da vibrazioni derivanti da componenti male assemblati.
Iniziamo la nostra analisi particolareggiata dal retro del Tattoo, concentrandoci sulla ventola in estrazione e sugli slot PCI.

 

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La ventola in estrazione è da 120mm marchiata Cubitek, dotata di connettore tripolare ed è fissata tramite normali viti cromate. In questa zona possiamo anche decidere di installare al suo posto una ventola da 92 oppure 80mm, data la predisposizione dei fori di fissaggio. Decisamente strano il fatto di fornire un adattatore per l'alimentazione su molex, andando a perdere così il segnale tachimetrico. Immediatamente sotto questa ventola, sono presenti i sette slot PCI con il loro particolare meccanismo di fissaggio. Sostanzialmente, l'apertura di ogni gancio avviene con una lieve pressione sulla linguetta interna: peccato che, alla prova dei fatti, la plastica si presenti troppo dura con rischio di rottura. Fortunatamente sono state incluse 4 viti per un fissaggio sicuro delle schede. Come d'abitudine, abbiamo sottoposto alla nostra "prova del 100" il primo slot, alla ventisettesima operazione di apertura e chiusura, la clip si è rotta.
Notare la presenza di un foro con due asole rettangolari sopra e sotto all'estremità dello chassis: questa è la sede nella quale installare la staffa di sicurezza ad "L" inclusa nella confezione. Come al solito sono presenti due fori per il passaggio dei tubi per l'impianto a liquido, ma senza prevedere un foro supplementare per l'alimentazione delle ventole.

 

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Nelle immagini soprastanti potete vedere altre zone del Tattoo che andiamo ad esaminare in dettaglio.
Per prima la zona alimentatore, dove il filtro antipolvere è fissato tramite push-pin plastici: questi ultimi sono decisamente odiosi da levare, senza contare che per la pulizia del filtro è necessario estrarre l'alimentatore dalla sede. Da notare le protuberanze dei piedini di appoggio del case che non interferiscono in alcun modo con il fissaggio dell'alimentatore. Unico lato negativo è rappresentato dai supporti per l'alimentatore che sono realizzati direttamente dalla lamiera dello chassis, senza protezione alcuna in plastica. Questo ovviamente si tramuta in una possibile trasmissione di vibrazioni al case.
Passiamo alla gabbia dedicata alle periferiche da 3.5" che non è rimovibile dalla sua sede; il fatto che sia posto a 90° rispetto al flusso dell'aria, garantisce raffreddamento ottimale ed un comodo cablaggio. Anche in questa zona possiamo sostituire la ventola (in questo caso in immissione) da 140mm, con una da 80 oppure 92mm.
Gli spazi dedicati alle periferiche da 5.25" sono ottimamente realizzati, così come il loro sistema di fissaggio. Da un primo esame, la plastica pare simile a quella del blocco slot PCI ma, durante l'uso, si è dimostrata decisamente più robusta; lo slot PCI mediano ha sopportato un ciclo di 100 aperture e chiusure senza alcun problema.
L'ultima fotografia si riferisce allo spessore decisamente elevato della paratia trasparente, sopra la media anche rispetto a marche più note e blasonate. Altro particolare che potrebbe passare inosservato, è il metodo di fissaggio, non tramite viti che si fissano sul pannello laterale stesso, ma tramite fori passanti. Questo garantisce la possibilità di sostituire agevolmente il pannello trasparente anche per le normali operazioni di manutenzione. I dadi ciechi sulla parte esterna del pannello sono in realtà delle semisfere filettate, soluzione decisamente inedita e di gran classe.

 

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