Uscita I2S per HQPlayer-NAA

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  1. #91
    ●⁞◌ Ȏrȉzzȏntέ Ðέglȋ ȨvέntȊ ◌⁞●
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    Originariamente inviato da luca72c
    [...]
    Ma se proprio vuoi state sicuro, interponi una lastrina di alluminio collegata al case e dormi sogni tranquilli...

    purtroppo, questo è un errore che viene fatto piuttosto comunemente.

    L'alluminio tende a proteggere solo dai campi magnetici (vettoriali), ma non da quelli che sono
    generati da interazioni elettro-magnetiche (tensoriali). In caso di presenza di elettro-magnetismo,
    uno degli elementi che aiuta maggiormente è il Nichel, seguito, se non ricordo male, dal Molibdeno.

    Per proteggere quindi dai fenomeni derivati dall'elettro-magnetismo esiste in commercio una lega
    composita (commercializzata in fogli di vario spessore) che è al top della produzione: il Mu-Metal,
    specificatamente quella a base di ferro (ne esiste una variante a base di rame, che non è la più adatta
    a questi scopi).

    Purtroppo, non è facilmente trovabile e soprattutto viene fatta pagare a caro prezzo.

  2. #92
    pebibyte L'avatar di marcoc1712
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    Originariamente inviato da rogers
    Il ragionamento infatti si riferiva strettamente all'aspetto audio, diciamo più estremo, non al valore dell'oggetto in se, ci mancherebbe... a suo tempo sono stato in lista d'attesa per comprare
    da Farnell il piccolo lampone ( che finiva esaurito in pochi giorni). Ci ho anche giocato un po e con xbmc lo usavo per vederci i film!
    Provata anche l'uscita IIS, ma gli è rimasto sopra un grosso punto interrogativo sulle prestazioni audio.
    Assolutamente allineato, mi è solo parso opportuno rendere onore all'iniziativa.
    Ciao, Marco.

    "Any intelligent fool can make things bigger, more complex, and more violent. It takes a touch of genius -- and a lot of courage -- to move in the opposite direction."
    — E. F. Schumacher (mis-attributed to A. Einstein)
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    Autore della patch R2 per Squeezelite e del plugin C-3PO. note libere
    Logitech media Server 7.9 > miniPc + squeezelite-R2 / SB+ > "Lu Scalmentu" NOS R2R DAC by TubeOne/ AudioResearch DAC 1-20 >
    Klimo Merlino Gold TPS > DIS Interconnect > Kent Gold > Reference > Monitor Audio Studio 20 SE

  3. #93
    tebibyte L'avatar di UnixMan
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    Originariamente inviato da luca72c
    Salve a tutti, scusate se dico una castroneria, ma datosi che molti embedded players (o NAA che dir si voglia) ormai possono uscire anche in I2S direttamente (es. BeagleboneBlack o Raspberry con Volumio), non conviene prendere il flusso dsd dal NAA saltando il trasporto USB?
    Con un passaggio in meno, si dovrebbe avere un segnale migliore, no?
    In breve: No.

    Non è un segnale analogico, che più lo maneggi e più lo degradi. È uno stream di dati digitale. Una sequenza di numeri. Il sistema o funziona o è rotto. Se funziona è praticamente "incorruttibile". Dimenticatevi le vere e proprie bufale audiofile che sono state diffuse (per ignoranza o malafede, per interessi commerciali...) a proposito dei presunti errori nei dati dei sistemi digitali: a meno di non avere a che fare con un sistema malfunzionante, nei sistemi digitali gli errori nei dati o non esistono affatto o sono talmente rari da essere totalmente ininfluenti.

    Per altro, se per assurdo così non fosse, seguendo il tuo ragionamento, per minimizzare il numero di "passaggi" dovremmo abbandonare la liquida e tornare ai vecchi lettori CD/DVD/SACD...

    Ho l'impressione che purtroppo molti abbiamo ancora le idee molto confuse su cosa sia e come funzioni un sistema audio digitale. Vorrei perciò ribadire alcuni concetti fondamentali.

    Un segnale audio può essere visto come la combinazione di due "informazioni", strettamente legate tra loro:

    1) ampiezza
    2) tempo

    Questo sempre, sia che si abbia a che fare con un sistema analogico che con uno digitale.

    In un sistema analogico l'informazione è costituita da un (unico) segnale "continuo", variabile nel tempo, che può assumere qualsiasi valore. L'informazione temporale è intrinseca, contenuta nel segnale stesso.

    Quando abbiamo a che fare con un sistema di registrazione e riproduzione, l'informazione temporale (relativa) viene (deve necessariamente essere) convertita in un'altra grandezza (non tempo-variante). Tipicamente l'informazione temporale viene convertita in una dimensione spaziale (ad es. la posizione lungo il solco del disco o sul nastro magnetico) con l'ausilio di una "base dei tempi" fissa predefinita (la velocità di rotazione del disco, quella di trascinamento del nastro, ecc).

    In un sistema digitale l'informazione relativa all'ampiezza è costituita invece da un segnale "discreto". Nella fattispecie da una sequenza di numeri. Che sono rappresentati in qualche modo attraverso una (qualsiasi) codifica digitale opportuna. L'informazione temporale in questo caso è "estrinseca" (non è parte integrante "del segnale", cioè dei dati) ed è rappresentata da una opportuna "base dei tempi" (fornita da un segnale di clock). Tale base dei tempi (che non è necessariamente legata in alcun modo con i diversi segnali di clock utilizzati nei sistemi di trasporto dei dati) può essere trasmesso insieme ai dati stessi oppure separatamente da questi.

    Quando abbiamo a che fare con un sistema di registrazione digitale, l'informazione temporale viene semplicemente... buttata via. Ci basta infatti avere la sola informazione "a priori" su quale sia la giusta frequenza della "base dei tempi" (cioè la frequenza di campionamento) da utilizzare. Sarà poi un opportuno oscillatore di clock del sistema di riproduzione a fornirci una base dei tempi nuova di zecca.

    Attenzione: sebbene tipicamente si tratti sempre di un segnale "rettangolare", "a due livelli" (il che potrebbe far erroneamente pensare ad una sua natura "digitale"), in realtà il segnale di clock non è un segnale digitale ma al contrario è a tutti gli effetti un segnale analogico!

    L'informazione utile di un segnale di clock non è infatti contenuta nella sua ampiezza, ma solo negli istanti esatti delle transizioni di livello. Che possono avvenire in qualsiasi istante (=>variabilità continua=>segnale analogico) e non sono mai determinate/determinabili in modo "perfetto".

    Tale (piccola) indeterminazione nella base dei tempi è in sostanza ciò che chiamiamo "jitter". Che in parole povere altro non è se non l'equivalente digitale del "Wow & flutter" dei sistemi analogici (solo che nel dominio digitale cambiano sostanzialmente i valori delle grandezze in gioco, nonché gli effetti pratici sul segnale di uscita. Che non si limitano a variazioni/modulazioni del "pitch" ma comportano tra l'altro anche fenomeni di distorsione non lineare, ecc).

    Ed è proprio quella l'origine di tutti i nostri problemi.

    Così come per i dischi o i nastri analogici, anche nel caso dei sistemi di riproduzione digitale la base dei tempi assume importanza (fondamentale) solo in alcuni momenti ben precisi durante la fase di produzione e di riproduzione. Nella fattispecie quando questa viene "combinata" con il segnale analogico per ottenere lo stream digitale (campionamento, nella conversione A/D, oppure incisione del disco o registrazione del nastro analogico, ecc...) e quando poi alla fine viene reintrodotta per riottenere il segnale analogico finale (conversione D/A da una parte, "lettura" del disco o del nastro analogico dall'altra).

    A meno che non possa avere una qualche influenza diretta o indiretta sul processo finale, tutto ciò che avviene "a monte" (ad es. i vari clock con i quali uno stream di dati viene letto da un HDD, trasferito su un bus SATA, PCIe, USB, rete Ethernet, ecc) non ha la benché minima importanza.

    Cioè: ciò che avviene "a monte" ha né più né meno che la stessa importanza che può avere l'eventuale velocità con cui fai girare tra le tue mani un LP mentre lo trasferisci dallo scaffale al piatto del giradischi...

    Al contrario, ad essere fondamentale è la precisione e (soprattutto) la "costanza" (cioè il basso jitter) della base dei tempi utilizzata dal DAC per ricostruire il segnale audio analogico di uscita.

    È per questo che è fondamentale che tale base dei tempi sia estremamente stabile ed a basso jitter / phase noise, proprio laddove serve (cioè nel chip del DAC) e non altrove.

    Perciò è necessario che l'oscillatore di clock che fornisce tale base dei tempi abbia caratteristiche adeguate e sia quanto più vicino possibile al chip del DAC (la trasmissione del segnale di clock lungo le piste di un circuito stampato e/o dei cavi ne degrada le caratteristiche, aumentando il jitter). È altresì necessario che che le alimentazioni (e le masse!) del/degli oscillatori di clock nonché di tutti i circuiti che trattano tale segnale (ovviamente DAC incluso) siano estremamente stabili e "pulite", perché le fluttuazioni delle tensioni di alimentazione si trasformano in variazioni delle soglie di commutazione e quindi in fluttuazioni della base dei tempi. Ecc, ecc.

    Che mi si venga a dire che, per evitare un passaggio intermedio attraverso un bus USB (asincrono...), utilizzare un segnale I²S generato dall'oscillatore di clock -scadente e male alimentato- di un SoC, "lontano" dal DAC, in presenza di quantità significative di rumore ed interferenze di ogni genere, ecc, sia preferibile rispetto all'uso di una interfaccia dedicata che usa clock dedicati e di qualità adeguata, con alimentazioni dedicate, che implementa (o dovrebbe implementare...) ogni accortezza per preservare l'integrità dei segnali, ecc... è (per essere buoni) a dir poco inverosimile.

    Che poi i risultati -soggettivi- possano essere gradevoli o addirittura (in qualche dato contesto specifico, soggettivamente) preferibili... può anche essere, non metto certo in dubbio le percezioni altrui. A parte i soliti effetti prettamente psicoacustici, è anche possibile che quantità significative di jitter con caratteristiche (casualmente) opportune mascherino altri difetti e/o producano distorsioni eufoniche, o magari producano addirittura effetti analoghi a quelli del dithering.

    Comunque sia, è però a dir poco improbabile ed inverosimile che sia più corretto...
    Ultima modifica di UnixMan : 17-08-2015 a 21:21
    Ciao, Paolo.

    «Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»

  4. #94
    tebibyte L'avatar di bigtube
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    Originariamente inviato da UnixMan
    In breve: No.

    .....................................................omissis........................................ ........
    Comunque sia, è però a dir poco improbabile ed inverosimile che sia più corretto...
    Tutto giusto ma perchè devo portare il segnale al bus USB. lo devo far passare in un cavo e poi devo finalmente andare al mio chipdac.
    Salto il bus usb e il maledetto cavo usb fatto nei modi piu' disparati. Cosa c'è di concettualmente sbagliato? il segnale digitale sempre quello
    è ma ti eviti questo giro in mare aperto . Certo che se avessimo una potente motherboard compatta x 86 con clock super mega tu non avresti piu' dubbi
    a mollare il giro maledetto della USB+Cavo USB....e mi meraviglierei del contrario.
    player1:thin client+voyage - player2:futros450+Debian > Usb Transport: I2soverUSB + DAC (6x1704+I/V a tubi) - Attenuatore passivo Lightspeed
    Ampli finale: OTL 6C33 - MyRef Fremen Ed. - Diff.: Diapason Adamantes II - Guida LMS+Squeezelite - B

  5. #95
    gibibyte L'avatar di DacPassion
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    Paolo, in tutto questo discorso il fatto che l'ess lavori in asincrono non cambia nulla?
    Clearaudio Emotion + Satisfy + Grado Gold1 > Phono D3A DIY
    Futro S450 + Daphile / Amanero + Buffalo 2 (trident) uscita a TU Cinemag 15/15B DIY / Jlsounds + Lector Digicode TDA1541 S1
    Monoblocchi D3A 2A3 (electrolytich free!!) DIY / Coral Beta8 in BLH DIY

  6. #96
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    Originariamente inviato da UnixMan
    In breve: No.

    Non è un segnale analogico, che più lo maneggi e più lo degradi. È uno stream di dati digitale. Una sequenza di numeri. Il sistema o funziona o è rotto. Se funziona è praticamente "incorruttibile". Dimenticatevi le vere e proprie bufale audiofile che sono state diffuse (per ignoranza o malafede, per interessi commerciali...) a proposito dei presunti errori nei dati dei sistemi digitali: a meno di non avere a che fare con un sistema malfunzionante, nei sistemi digitali gli errori nei dati o non esistono affatto o sono talmente rari da essere totalmente ininfluenti.

    Per altro, se per assurdo così non fosse, seguendo il tuo ragionamento, per minimizzare il numero di "passaggi" dovremmo abbandonare la liquida e tornare ai vecchi lettori CD/DVD/SACD...

    Ho l'impressione che purtroppo molti abbiamo ancora le idee molto confuse su cosa sia e come funzioni un sistema audio digitale. Vorrei perciò ribadire alcuni concetti fondamentali.

    Un segnale audio può essere visto come la combinazione di due "informazioni", strettamente legate tra loro:

    1) ampiezza
    2) tempo

    Questo sempre, sia che si abbia a che fare con un sistema analogico che con uno digitale.

    In un sistema analogico l'informazione è costituita da un (unico) segnale "continuo", variabile nel tempo, che può assumere qualsiasi valore. L'informazione temporale è intrinseca, contenuta nel segnale stesso.

    Quando abbiamo a che fare con un sistema di registrazione e riproduzione, l'informazione temporale (relativa) viene (deve necessariamente essere) convertita in un'altra grandezza (non tempo-variante). Tipicamente l'informazione temporale viene convertita in una dimensione spaziale (ad es. la posizione lungo il solco del disco o sul nastro magnetico) con l'ausilio di una "base dei tempi" fissa predefinita (la velocità di rotazione del disco, quella di trascinamento del nastro, ecc).

    In un sistema digitale l'informazione relativa all'ampiezza è costituita invece da un segnale "discreto". Nella fattispecie da una sequenza di numeri. Che sono rappresentati in qualche modo attraverso una (qualsiasi) codifica digitale opportuna. L'informazione temporale in questo caso è "estrinseca" (non è parte integrante "del segnale", cioè dei dati) ed è rappresentata da una opportuna "base dei tempi" (fornita da un segnale di clock). Tale base dei tempi (che non è necessariamente legata in alcun modo con i diversi segnali di clock utilizzati nei sistemi di trasporto dei dati) può essere trasmesso insieme ai dati stessi oppure separatamente da questi.

    Quando abbiamo a che fare con un sistema di registrazione digitale, l'informazione temporale viene semplicemente... buttata via. Ci basta infatti avere la sola informazione "a priori" su quale sia la giusta frequenza della "base dei tempi" (cioè la frequenza di campionamento) da utilizzare. Sarà poi un opportuno oscillatore di clock del sistema di riproduzione a fornirci una base dei tempi nuova di zecca.

    Attenzione: sebbene tipicamente si tratti sempre di un segnale "rettangolare", "a due livelli" (il che potrebbe far erroneamente pensare ad una sua natura "digitale"), in realtà il segnale di clock non è un segnale digitale ma al contrario è a tutti gli effetti un segnale analogico!

    L'informazione utile di un segnale di clock non è infatti contenuta nella sua ampiezza, ma solo negli istanti esatti delle transizioni di livello. Che possono avvenire in qualsiasi istante (=>variabilità continua=>segnale analogico) e non sono mai determinate/determinabili in modo "perfetto".

    Tale (piccola) indeterminazione nella base dei tempi è in sostanza ciò che chiamiamo "jitter". Che in parole povere altro non è se non l'equivalente digitale del "Wow & flutter" dei sistemi analogici (solo che nel dominio digitale cambiano sostanzialmente i valori delle grandezze in gioco, nonché gli effetti pratici sul segnale di uscita. Che non si limitano a variazioni/modulazioni del "pitch" ma comportano tra l'altro anche fenomeni di distorsione non lineare, ecc).

    Ed è proprio quella l'origine di tutti i nostri problemi.

    Così come per i dischi o i nastri analogici, anche nel caso dei sistemi di riproduzione digitale la base dei tempi assume importanza (fondamentale) solo in alcuni momenti ben precisi durante la fase di produzione e di riproduzione. Nella fattispecie quando questa viene "combinata" con il segnale analogico per ottenere lo stream digitale (campionamento, nella conversione A/D, oppure incisione del disco o registrazione del nastro analogico, ecc...) e quando poi alla fine viene reintrodotta per riottenere il segnale analogico finale (conversione D/A da una parte, "lettura" del disco o del nastro analogico dall'altra).

    A meno che non possa avere una qualche influenza diretta o indiretta sul processo finale, tutto ciò che avviene "a monte" (ad es. i vari clock con i quali uno stream di dati viene letto da un HDD, trasferito su un bus SATA, PCIe, USB, rete Ethernet, ecc) non ha la benché minima importanza.

    Cioè: ciò che avviene "a monte" ha né più né meno che la stessa importanza che può avere l'eventuale velocità con cui fai girare tra le tue mani un LP mentre lo trasferisci dallo scaffale al piatto del giradischi...

    Al contrario, ad essere fondamentale è la precisione e (soprattutto) la "costanza" (cioè il basso jitter) della base dei tempi utilizzata dal DAC per ricostruire il segnale audio analogico di uscita.

    È per questo che è fondamentale che tale base dei tempi sia estremamente stabile ed a basso jitter / phase noise, proprio laddove serve (cioè nel chip del DAC) e non altrove.

    Perciò è necessario che l'oscillatore di clock che fornisce tale base dei tempi abbia caratteristiche adeguate e sia quanto più vicino possibile al chip del DAC (la trasmissione del segnale di clock lungo le piste di un circuito stampato e/o dei cavi ne degrada le caratteristiche, aumentando il jitter). È altresì necessario che che le alimentazioni (e le masse!) del/degli oscillatori di clock nonché di tutti i circuiti che trattano tale segnale (ovviamente DAC incluso) siano estremamente stabili e "pulite", perché le fluttuazioni delle tensioni di alimentazione si trasformano in variazioni delle soglie di commutazione e quindi in fluttuazioni della base dei tempi. Ecc, ecc.

    Che mi si venga a dire che, per evitare un passaggio intermedio attraverso un bus USB (asincrono...), utilizzare un segnale I²S generato dall'oscillatore di clock -scadente e male alimentato- di un SoC, "lontano" dal DAC, in presenza di quantità significative di rumore ed interferenze di ogni genere, ecc, sia preferibile rispetto all'uso di una interfaccia dedicata che usa clock dedicati e di qualità adeguata, con alimentazioni dedicate, che implementa (o dovrebbe implementare...) ogni accortezza per preservare l'integrità dei segnali, ecc... è (per essere buoni) a dir poco inverosimile.

    Che poi i risultati -soggettivi- possano essere gradevoli o addirittura (in qualche dato contesto specifico, soggettivamente) preferibili... può anche essere, non metto certo in dubbio le percezioni altrui. A parte i soliti effetti prettamente psicoacustici, è anche possibile che quantità significative di jitter con caratteristiche (casualmente) opportune mascherino altri difetti e/o producano distorsioni eufoniche, o magari producano addirittura effetti analoghi a quelli del dithering.

    Comunque sia, è però a dir poco improbabile ed inverosimile che sia più corretto...
    A me sembra che siete un po' troppo sicuri di tutte queste "sciorinature" tecniche, invece il mondo dell'audio hifi (e in generale dei fenomeni elettrici) è molto meno meccanico di quanto si creda e con meno certezze assolute.
    Qualche tempo fa leggevo un articolo di alcuni tecnici che lamentavano la "delusione" dei trasporti asincroni, proprio perchè questo processo, che doveva garantire una corrispondenza praticamente perfetta tra segnale inviato dal lettore e flusso in arrivo al dac tramite il trasporto, si è dimostrato molto meno affidabile di quanto si pensasse con l'iniziale entusiasmo. Qualcuno - ma penso con un azzardo un po' eccessivo - sosteneva addirittura di preferire alcuni trasporti non asincroni, che avrebbero dato risultati migliori.
    Nei fatti, penso sia nell'esperienza di tutti che la sostituzione anche di un solo condensatore in un trasporto (o nella sua alimentazione) porta cambiamenti nella qualità sonora, il che dimostra in maniera molto semplice che tutta questa automatica infallibilità non sussiste: altrimenti ogni trasporto asincrono, per il solo fatto che funziona, dovrebbe suonare uguale, cioè perfetto.
    D'altro canto, se dici tu stesso che "le fluttuazioni delle soglie di alimentazione si trasformano in variazione delle soglie di commutazione e quindi in fluttuazioni della base dei tempi", mi pare evidente che più il circuito e i componenti attraverso cui passa il segnale si fa complesso, più è facile che tali fluttuazioni siano presenti.
    Non capisco il concetto di "lontananza" dal DAC del SoC dei NAA, nè capisco perchè dovrebbe essere "male alimentato" (il Raspberry va alimentato in lineare, ovviamente) e in presenza di tanto rumore o interferenze (il NAA usa un S.O. ottimizzato che limita qualsiasi altra attività della macchina), ma ripeto che tanto il segnale per quel NAA ci passa comunque e viene processato comunque, anche se si usa un trasporto USB, per cui eventuali errori di timing o di clock ci sono comunque e si aggiungono a quelli del trasporto. Infatti il bus USB sarà pure asincrono, ma il NAA i dati li deve leggere e passarceli comunque. E il trasporto li deve comunque ricevere e ricostruirne il timing.
    Inoltre un'altra osservazione essenziale di molti utenti audiofili è che un diverso cavo USB influisce sulla qualità sonora della riproduzione: anche questo dimostra che tutta l'infallibilità dell'asincronicità non sussiste, appunto perchè, come dici tu, il segnale asincrono è comunque un segnale elettrico e quindi è analogico e la sua correttezza risente di tanti fattori, tra cui il mezzo su cui passa.
    Anche quello che dici a proposito dell'importanza di quanto succede "a monte" del trasporto mi sembra un'affermazione decisamente azzardata e troppo sicura: allora a cosa servirebbero tanti sforzi per assemblare delle macchine sorgenti meglio alimentate e ottimizzate? E' ovvio che anche in lettura c'è da operare un timing sui dati e che questo può essere fatto meglio o peggio, con ovvi risultati sul suono che esce alla fine - così come nell'invio dei dati al bus USB.
    Ma la cosa che sento spesso quando si parla di hifi e che proprio non sopporto, è l'arrogante pretesa che le osservazioni degli altri siano "percezioni personali", effetti di "psicoacustica" o addirittura risultati di "distorsioni eufoniche"... Ragazzi, penso che sia meglio essere tutti un po' più umili.
    Siccome penso che nessuno di voi sia in grado di progettare e realizzare un chip trasporto o un chip dac, vi faccio notare che tutto quello che dite è frutto di una vostra "percezione" delle informazioni che avete trovato in rete o chissà dove altro e che quanto ascoltate voi può essere l'effetto "psicoacustico" della vostra fede in quelle informazioni, che sostenete con tanta convinzione, nè più nè meno delle esperienze di noialtri che abbiamo percezioni diverse.
    Vi ricordo che, siccome quello che succede ad un segnale che porta dati binari 96mila volte in un secondo, nessun essere umano può essere in grado di controllarlo in tempo reale bit per bit, tutto quello che dite è frutto di interpretazione teorica di quello che ne risulta e di proiezione di quanto immaginato in fase di progettazione. Ma che poi le cose stanno veramente così in tutti i dettagli, solo la fede lo può sostenere, e sarebbe ridicolo che la fede negasse i risultati della sperimentazione sul campo. La vera scienza PRIMA osserva un fenomeno, POI ne dà una spiegazione, non viceversa, sennò si finisce come la Chiesa nel Medioevo.
    Per me che tante grandi menti stiano giorni e giorni a discutere se il bit passa meglio per il trasporto asincrono, se il dac riceve il jitter o no, o cose del genere, ognuno con le sue convinzioni teoriche incrollabili, quando con 35€ si potrebbe molto semplicemente sperimentare qualcosa di diverso e - forse - a suo modo interessante (come giustamente ha pensato di fare qualcuno un po' più ragionevole), denota qualche difficoltà a rapportarsi con la realtà dei fatti.
    Per chiudere vi ricordo che sono passati alla connessione in I2S eliminando il trasporto diverse persone che i DAC e i trasporti LI PROGETTANO VERAMENTE (non come tanti professoroni dei forum), e che i S.O. audio per NAA (con il relativo processamento-passaggio dei dati) LI SCRIVONO, e non ditemi che quelli non sanno se il segnale asincrono è preciso o no, o se il segnale I2S del NAA è viziato o no!
    Per me quando uno si convince che quello che sostiene lui (senza aver neanche provato) è giusto e che tutti gli altri (e sono tanti!) che sostengono il contrario sono dei poveri ingannati dalla psicoacustica o da distorsioni eufoniche, siamo alla soglia del delirio di onnipotenza...
    E non dite che vi ho insultato, perchè del confuso da psicoacustica (o da distorsioni eufoniche) mi avete dato voi, seppur indirettamente!

  7. #97
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    Originariamente inviato da Totocellux
    purtroppo, questo è un errore che viene fatto piuttosto comunemente.

    L'alluminio tende a proteggere solo dai campi magnetici (vettoriali), ma non da quelli che sono
    generati da interazioni elettro-magnetiche (tensoriali). In caso di presenza di elettro-magnetismo,
    uno degli elementi che aiuta maggiormente è il Nichel, seguito, se non ricordo male, dal Molibdeno.

    Per proteggere quindi dai fenomeni derivati dall'elettro-magnetismo esiste in commercio una lega
    composita (commercializzata in fogli di vario spessore) che è al top della produzione: il Mu-Metal,
    specificatamente quella a base di ferro (ne esiste una variante a base di rame, che non è la più adatta
    a questi scopi).

    Purtroppo, non è facilmente trovabile e soprattutto viene fatta pagare a caro prezzo.
    Errore? Allora è un errore anche fare gli chassis dei componenti elettronici in alluminio, così che protezione danno? E se io realizzo un dac in uno chassis e la sorgente sta in un altro chassis di alluminio, posto nei pressi, chi è che me li scherma? Quindi subiamo tutti interferenze continue, allora a cosa serve mettere il player (o l'alimentatore) in uno chassis separato, se poi magari è lì vicino?
    Mica mi posso andare a comprare un Mu-Metal per fare una lastrina di schermatura, per proteggere da 2,5W di interferenza, qualunque sia la frequenza!
    Come se tra wifi, cellulari, impianti elettrici casalinghi (MOLTO più potenti dei 2,5W del Raspberry), mettendo il NAA in uno chassis separato mi tutelassi da interferenze ad alta frequenza (con uno chassis di alluminio, no?)...
    Ad ogni modo, il campo elettromagnetico è composto da due campi distinti: elettrico e magnetico.
    Quello magnetico non si scherma senza ricorrere a soluzioni molto complesse e costose, oppure pesanti (nel vero senso della parola), ma per fortuna è piuttosto ridotto per avere un effetto significativo sul suono (tranne errori di progettazione macroscopici): l'ho misurato.
    Quello elettrico si scherma con qualsiasi materiale conduttivo messo a terra (provare per credere), ovvio che l'alluminio non è l'optimum (anche perchè molto leggero), ma mi sembrava la cosa più semplice da utilizzare anche da chi non è un esperto in diy.
    Io personalmente utilizzo delle lastrine (=lamiere, non capisco quale sia la differenza) in acciaio, ho misurato con un apposito congegno e una da meno di un millimetro mi scherma praticamente completamente il campo elettrico di un trasformatore da 150W. Ma anche usando l'alluminio misuro un buon effetto schermante sul campo elettrico, un po' meno su quello magnetico (il mio aggeggio scinde la due misurazioni). Siccome parliamo di 2,5W, penso possa andare bene lo stesso, ma se volete essere più sicuri usate l'acciaio, il Nichel, il Mu Metal o quant'altro, ma non mi venite a dire che la vicinanza è un problema! Anzi, casomai sarà un vantaggio, perchè secondo me (soprattutto nel caso dell'I2S) la perdita di qualità causata da collegamenti lunghi è molto maggiore...
    Nel mio dac, comunque, gli elementi schermanti sono tutti in alluminio e nonostante ci siano dentro anche componenti a 250V (circuiti valvolari) che emettono un campo ben maggiore del Raspberry, suona da paura, meglio di tanti DAC che tutto quel ben di Dio dentro non ce l'hanno! Questo mi basta, il resto sono solo chiacchiere teoriche.

  8. #98
    tebibyte L'avatar di bigtube
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    Originariamente inviato da luca72c
    A me sembra che siete un po' troppo sicuri di tutte queste "sciorinature" tecniche, invece................................................
    E non dite che vi ho insultato, perchè del confuso da psicoacustica (o da distorsioni eufoniche) mi avete dato voi, seppur indirettamente!
    Luca il fatto che tu abbia avuto una esperienza positiva potrebbe lasciarmi indifferente. ma quando le esperienze cominciano a diventare tante e tutte univoche
    in una direzione comincio a farmi prendere dalla curiosità come minimo. Anche per il sottoscritto il metodo osservazionale dei fenomeni prende sempre il
    primo posto e poi ne scaturisce l'impianto teorico organico e predittivo. I fenomeni esistono. Se non si capisce come organizzarli in un impianto teorico
    che li comprenda, senza invocare la psicoacustica come se fosse un prodotto psicologico di scarto, dovremo prima di tutto ammetterlo . Ed evitare di
    relegare i referti percettivi positivi o negativi come evento del tutto accidentale e da buttare nella spazzatura. Personalmente ho grande rispetto
    delle affermazioni di valore, non si possono e non si devono trascurare se non rientrano nel quadretto teorico costruto......forse il quadretto dovrebbe
    essere messo in discussione e rielaborato......ma è tanto faticoso ......ma sti rompiballe con le loro fisime.......sono quelli che magari fanno fare
    il salto ......
    Il bastone è sempre pronto ......you remember
    player1:thin client+voyage - player2:futros450+Debian > Usb Transport: I2soverUSB + DAC (6x1704+I/V a tubi) - Attenuatore passivo Lightspeed
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  9. #99
    tebibyte L'avatar di UnixMan
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    Originariamente inviato da bigtube
    Tutto giusto ma perchè devo portare il segnale al bus USB. ...
    Non ho mica detto che si debba necessariamente passare per il bus USB. Quello che conta è che il master clock sia "dal lato giusto", cioè quanto più possibile vicino (in tutti i sensi) al DAC, e che sia quello a "dettare il ritmo".

    Al momento le uniche soluzioni che conosco per ottenere tale risultato (che siano pronte e disponibili) sono le varie interfacce USB asincrone (Xmos, Amanero, CM6331, Audio Widget, ecc).

    Ovviamente questo non vuol dire affatto che siano le uniche possibili. Nulla impedisce di ottenere lo stesso risultato passando per ethernet, FireWire o qualsiasi alta cosa.

    L'unico appunto rispetto a ciò che dici è che un SoC (che oltre tutto per svolgere adeguatamente tale funzione dovrebbe essere dotato di una apposita interfaccia progettata per quello scopo) difficilmente è l'oggetto più indicato per fare quel tipo di lavoro. Troppo inutilmente complesso e rumoroso. Basta un microcontrollore, o forse addirittura una FPGA. L'equivalente di un Xmos (o di un CM6331, ecc) basato su ethernet (o quel che si preferisce) anziché su USB.
    Ultima modifica di UnixMan : 18-08-2015 a 00:23
    Ciao, Paolo.

    «Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.»

  10. #100
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    Originariamente inviato da UnixMan
    Non ho mica detto che si debba necessariamente passare per il bus USB. Quello che conta è che il master clock sia "dal lato giusto", cioè quanto più possibile vicino (in tutti i sensi) al DAC, e che sia quello a "dettare il ritmo".
    Va bene, ma perchè il NAA collegato direttamente al DAC in I2S sarebbe tanto più "lontano" del trasporto collegato direttamente al DAC in I2S? Conosci l'architettura del Raspberry con i GPIO? Non mi sembra così "lontano"...
    Comunque le schede TPA risolvono brillantemente questo problema: il meglio di due mondi...

    Originariamente inviato da UnixMan
    Al momento le uniche soluzioni che conosco per ottenere tale risultato (che siano pronte e disponibili) sono le varie interfacce USB asincrone (Xmos, Amanero, CM6331, Audio Widget, ecc).

    Ovviamente, questo non vuol dire affatto che siano le uniche possibili. Nulla impedisce di ottenere lo stesso risultato passando per ethernet, FireWire o qualsiasi alta cosa.
    O per un bus GPIO/I2S...

    Originariamente inviato da UnixMan
    L'unico appunto rispetto a ciò che dioici è che un SoC (che oltre tutto per svolgere adeguatamente tale funzione dovrebbe essere dotato di una apposita interfaccia progettata per quello scopo) difficilmente è l'oggetto più indicato per fare quel tipo di lavoro. Troppo inutilmente complesso e rumoroso. Basta un microcontrollore, o forse addirittura una FPGA. Ad es. l'equivalente di un Xmos (o di un CM6331, ecc) basato su ethernet anziché su USB.
    Guarda che complesso non è automaticamente un problema, sennò torneremmo tutti al grammofono... bisogna vedere questa complessità come è gestita, una maggiore potenza di calcolo può anche intervenire per apportare dei miglioramenti. Sennò cosa auspicate a fare un NAA basato su i386?
    Anche il "rumoroso" è tutto da vedere, non è così semplice. Ripeto per l'ennesima volta che il segnale per il NAA (o per un PC) ci passa anche nel caso del trasporto USB.
    Ma concordo che un'interfaccia ethernet/I2S sarebbe una gran cosa. Purchè nella filiera ci siano POCHI attori, sennò le possibilità di influenze negative si moltiplicano, asincronia o no.

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